K metro 0 – Roma – Negli ultimi anni si calcola che nel mondo siano scomparsi 10 milioni di alveari, cioè 2 milioni l’anno, (in Italia oltre 200 mila). Nel 2022 l’Italia – rileva un recente studio Coldiretti – ha importato dall’estero oltre 26,5 milioni di chili di miele con gli arrivi dalla Turchia cresciuti del 146%.
K metro 0 – Roma – Negli ultimi anni si calcola che nel mondo siano scomparsi 10 milioni di alveari, cioè 2 milioni l’anno, (in Italia oltre 200 mila). Nel 2022 l’Italia – rileva un recente studio Coldiretti – ha importato dall’estero oltre 26,5 milioni di chili di miele con gli arrivi dalla Turchia cresciuti del 146%.
Tra i campioni di miele importati nell’UE fra il 2021 e il 2022, quasi uno su due, ovvero il 46%, è sospettato di adulterazione, secondo l’indagine “From the hives” del Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea.
Per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sull’importanza degli impollinatori, le Nazioni Unite hanno istituito (nel 2017) il ”Bee Day”, la Giornata mondiale delle api, che cade ogni anno il 20 maggio.
La scelta di dedicare un’intera giornata alle api e alla loro tutela è stata resa dunque necessaria dai dati sempre più preoccupanti sul futuro di questi insetti.
La riduzione del loro habitat ed il crescente inquinamento hanno reso sempre più difficile la vita e la riproduzione di questi insetti, quasi spariti dalla Cina e in rapida diminuzione in America ed Europa, Italia compresa, dove le api, oltre che impollinare, producono anche più di 30 qualità di mieli differenti.
Senza le api molto probabilmente scomparirebb gran parte della varietà di piante, fiori e prodotti agricoli di cui ci nutriamo. Grazie all’impollinazione ossia il trasporto di polline da un fiore all’altro, le piante possono riprodursi.
Le api insomma, sono Le “coltivatrici del pianeta”. La loro scomparsa non solo comporterebbe un gravissimo danno economico, ma metterebbe a repentaglio l’esistenza stessa della razza umana, poiché, “delle 100 colture che costituiscono il 90% della produzione mondiale di cibo, ben 71 sono legate al lavoro di impollinazione delle api”.
Le api svolgono anche un ruolo fondamentale per le industrie agricole e della carne, impollinando le piante di cui si nutre il bestiame, come l’erba medica e il trifoglio, membri della famiglia delle leguminose.
Le maggiori minacce alla popolazione delle api dipendono, purtroppo, proprio dall’uomo. Il riscaldamento globale, la deforestazione, l’inquinamento atmosferico e la distruzione degli habitat sono le principali minacce che dipendono da noi. Tuttavia, la minaccia più grande alla salute delle api sono i pesticidi, e in particolare dai neonicotinoidi. Le sostanze chimiche spruzzate per uccidere i parassiti e proteggere le colture, possono uccidere anche le api, o danneggiare il loro sistema nervoso. Alla fine del 2018, l’UE ha vietato tutti gli usi all’aperto dei tre principali neonicotinoidi (midacloprid, clothianidin e thiamethoxam). E in Canada, l’agenzia federale di regolamentazione per la gestione dei parassiti ha annunciato che eliminerà gradualmente i neonicotinoidi in tre o cinque anni.
La data del 20 maggio per celebrare la “Giornata mondiale delle api”, è stata scelta perché è il giorno di nascita dello sloveno Anton Janša (1734-1773) pioniere delle tecniche di apicoltura. Ed è proprio su iniziativa della Slovenia che l’ONU ha proclamato una giornata mondiale dedicata alle api.
I preziosissimi insetti impollinatori, del resto, sono molto amati in questo piccolo Stato mitteleuropeo (ai confini con Italia, Austria e Ungheria). Un paese dalla ricca varietà paesaggistica, con le sue sue montagne, le stazioni sciistiche e i suoi laghi, il cui impegno per lo sviluppo verde e sostenibile gli ha consentito di guadagnarsi, per primo nel mondo, il titolo di destinazione turistica verde.
L’apicoltura è un mestiere secolare in questo paese, all’avanguardia nella tutela delle piccole alleate dell’ambiente. Gli apicoltori sloveni sono stati i pionieri dell’apicoltura moderna. In Slovenia 4 cittadini ogni 1000 sono apicoltori. La sua capitale, Lubiana, nominata European Best Destination nella famosa guida Lonely Planet 2022,è attraversata dal Čebelja pot, il Sentiero delle Api che fa parte di una via che attraversa l’Europa, ed è abitata da oltre 5 mila arnie attive dalle quali si ricava più un terzo del miele sloveno (nel 2022 sono state superate le 2400 tonnellate).
Per agevolare il lavoro delle api, a Lubiana anche i tetti delle pensiline dei pullman sono verdi, come un giardino pensile, e accolgono la coltivazione di fiori melliferi. L’attenzione alle api si ritrova anche nei palazzi privati. Persino nelle banche e negli hotel, come sul rooftop del B&B Hotel Ljubljana Park, a pochi passi dal centro storico, dove trovano posto quattro colorati alveari che producono miele bio.
Ancora oggi l’apicoltura è uno stile di vita per più di 12.000 sloveni che coltivano questa attività, non solo in campagna, ma anche in città, dove gli apiari urbani stanno conquistando sempre più spazio. A Lubiana, nella capitale della piccola repubblica mitteleuropea, è stata lanciata un’iniziativa che sarebbe bello importare anche in Italia (come sta proponendo ad esempio Greenpeace, col Bosco delle Api a Cremona, recuperando terreni abbandonati in periferia). In città si trovano circa 4.500 arnie urbane, collocate sui tetti di condomini, di strutture pubbliche e di hotel. Api che si nutrono dei fiori che crescono nei tanti spazi verdi anche e piantati ovunque, perfino sulle strutture pubbliche.
In tutta la Slovenia ci sono oggi circa 10 mila apicoltori, uno ogni duecento abitanti, la media più alta in tutto il continente. Accudiscono circa 200 mila colonie di alveari e producono oltre 2.500 tonnellate di miele ogni anno, di altissima qualità.
A Domžale, una cittadina di 35.000 abitanti nella Slovenia centrale, un sentiero pedonale di cinque chilometri che scorre nella valle di Kamniška Bistrica. Con l’aiuto di sei info point che si trovano lungo il sentiero i visitatori possono scoprire il mondo dell’apicoltura e la sua lunga tradizione, la vita delle api, i loro prodotti e le piante mellifere. E a Radovljica un’antica cittadina , nel cuore della Gorenjska (alta Carniola) spesso ignorata dal turista frettoloso diretto all’incantevole lago di Bled o alle località sciistiche delle Alpi slovene c’è un interessante museo dell’apicoltura, diviso in tre aree: l’apicoltura in Slovenia, l’apicoltura nel mondo e l’arte di affrescare le arnie, tipica dell’apicoltura slovena, con le panjske končnice, tavole di legno decorate, poste a chiusura delle arnie. Inaugurato nel 1959, il museo è ancora oggi unico nel suo genere, per contenuto e finalità.