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Covassi (Partito Democratico/S&D): “Riforme e azione comune per un’Europa più sociale e riconoscibile per i cittadini”

Covassi (Partito Democratico/S&D): “Riforme e azione comune per un’Europa più sociale e riconoscibile per i cittadini”

K metro 0 – Roma – Diplomatica di carriera, già in servizio in diverse capitali, Beatrice Covassi (Partito Democratico, Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici, S&D), esperta di economia digitale e cybersicurezza, è stata la prima donna a capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Per Covassi. in passato anche Primo Consigliere d’Ambasciata presso la Delegazione

K metro 0 – Roma – Diplomatica di carriera, già in servizio in diverse capitali, Beatrice Covassi (Partito Democratico, Alleanza progressista dei Socialisti e Democratici, S&D), esperta di economia digitale e cybersicurezza, è stata la prima donna a capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Per Covassi. in passato anche Primo Consigliere d’Ambasciata presso la Delegazione Ue negli Stati Uniti, l’Europa deve attrezzarsi unitariamente per “affrontare le crisi economico-finanziarie in modo diverso” e, soprattutto, attuare “riforme sociali” incisive e sostenibili verso la transizione verde e digitale. Il Next Generation EU ed il Programma SURE, per Covassi, sono esempi di un approccio nuovo da ampliare a favore di giovani e lavoratori o delle persone non tutelate.

Intervista a cura del direttore Roberto Pagano

Onorevole Beatrice Covassi, lo scorso marzo, a Roma, il Congresso del Partito del Socialismo Europeo, che riunisce il Pd e tutte le formazioni politiche socialiste, socialdemocratiche e progressiste non soltanto dei 27 paesi Ue, ha candidato il lussemburghese Nicolas Schmit alla presidenza della nuova Commissione di Bruxelles. Ci presenta il vostro Spitzenkandidat 2024?

Conosco personalmente Nicolas e nutro nei suoi confronti una grande stima umana e politica. È una persona estremamente competente che è stata sia ministro nel suo paese sia parlamentare europeo. Oggi è il nostro Commissario europeo per i diritti sociali e il lavoro e grazie a lui abbiamo realizzato il sogno dell’Europa sociale, con ad esempio direttive sul salario minimo europeo e sulla tutela dei diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali. E poi misure contro il precariato, l’assistenza alle casse integrazioni degli Stati membri nel corso della pandemia con il programma SURE (che ha evitato all’Europa 20 milioni di disoccupati). È una persona che porterà l’Europa a mostrare un volto più umano, riconoscibile per i cittadini.

Schmit ha sottolineato l’impegno per non tornare, dopo la crisi pandemica e dinanzi alle sfide e le gravi tensioni internazionali, ad un’Europa senza visione del futuro e nuovamente concentrata sul mero vincolismo di bilancio, affermando che i socialisti “non permetteranno che l’Europa prenda la strada dell’austerità e della repressione sociale come durante la crisi finanziaria”. 

Ma come sarà possibile se si profilasse, invece, il rafforzamento del centro destra e, soprattutto, dei raggruppamenti dell’estrema destra sovranista?

A nessuno interessa, neanche alle destre, tornare a una visione di Europa pre-pandemia, a un’Europa che non aiuta nessuno – tantomeno l’Italia – e di questo credo che anche il Governo Meloni sia pienamente cosciente. Certo che, per poter imprimere un’altra direzione all’Europa, c’è ancora tanto da fare: dobbiamo andare verso un’unione bancaria e dei mercati dei capitali compiuta e verso regole di fiscalità diverse. Dobbiamo agire in modo comune per affrontare le crisi economico-finanziarie in modo diverso. Soprattutto dobbiamo mettere in atto quelle riforme sociali che permetteranno a tutti di non rimanere indietro nella grande transizione verde e digitale in atto, ormai una necessità per essere più competitivi. Nessuna economia, lo abbiamo visto con la Brexit, riesce da sola ad affrontare le sfide della globalizzazione. Dire che la soluzione per il benessere economico, nel 2024, è gestire le crisi in chiave puramente nazionale è prendere in giro gli elettori.

Sono stati varati diversi provvedimenti e sostegni Ue per la ripresa economica e l’aiuto ai cittadini, specie in situazioni di fragilità sociale, e le categorie più colpite dal blocco produttivo dovuto alla crisi sanitaria. Quali gli atti più significativi che hanno prodotto i maggiori risultati e hanno aiutato concretamente le persone?

L’atto più significativo sicuramente è il Next Generation EU, il programma di sostegno all’economia più grande mai messo in piedi dall’Unione Europea. Solo per l’Italia si parla di oltre 200 miliardi di euro. Questa è stata la risposta dell’Europa che, per la prima volta, è riuscita a far passare il messaggio di fare debito comune, cioè di farsi forti nei mercati finanziari tutelando i paesi che – come l’Italia – avevano più sofferto gli effetti della crisi pandemica. E poi il programma SURE, come menzionavo prima, il ruolo svolto dall’Europa nei vaccini, intervenendo per il bene dei cittadini e delle cittadine e garantendo pari accesso alle cure.

Il Gruppo S&D ed Il Partito Democratico, impegnati sul sociale, il lavoro e il mondo giovanile – penso al programma Erasmus -, sono stati accusati, invece, di una visione ottimistico-ideologica riguardo alcuni altri settori. Penso alle polemiche sulla transizione ecologica e i nuovi vincoli e le scadenze temporali, dalle automobili elettriche alle case green fino all’agricoltura, con le serie ricadute su cittadini ed aziende. Come risponde e quali le eventuali correzioni?

Siamo in una situazione drammatica. Non lo dico io, lo testimoniano i tanti studi – l’ultimo, quello delle Nazioni Unite. Se non riportiamo i cambiamenti climatici in parametri accettabili rischiamo ripercussioni ambientali e sociali irreversibili. Non si possono prendere in giro le persone raccontando un’altra realtà. Sul Green Deal probabilmente si è creata una certa “fatica” data dall’approvazione di molti provvedimenti in un arco di tempo ristretto, a causa del rallentamento del lavoro legislativo durante la pandemia. Di sicuro ci sono state e ci sono ancora diverse fake news come quella sulle case green: nessuno obbligherà mai una cittadina o un cittadino europeo a spendere soldi per rinnovare o adeguare la propria abitazione. Si tratta di una direttiva che dà agli Stati membri ampia discrezionalità su tempi e mezzi per incentivare rinnovamenti e si applica solo alle nuove costruzioni e a quelle in categoria di efficienza energetica G. Ci saranno inoltre risorse europee destinate per l’efficientamento energetico degli edifici. La lezione per il futuro che impariamo dalla vicenda Green Deal, come legislatori, è di coinvolgere sempre di più tutte le categorie produttive nella discussione dei provvedimenti.

Lei è una diplomatica prestata alla politica, Covassi, ma l’Europa, a parte l’aiuto economico a Kiev soprattutto per le forniture militari, non ha svolto un ruolo modesto e un’azione diplomatica o di mediazione poco percettibile riguardo le crisi più acute, non solo nel conflitto russo-ucraino, ma in Medio Oriente, da Gaza alla questione Houthi-Mar Rosso?

Parto dall’inizio della sua domanda: vede, mi piace pensare che non esistano politici di professione ma persone che, ognuna con la propria professionalità, decidono di mettere a disposizione del bene comune, delle persone, dei territori – per un determinato periodo di tempo – le proprie competenze. Così ho vissuto e vivo il mio impegno in Parlamento Europeo. Sulla diplomazia: certamente l’Europa deve costruire una presenza più forte e robusta. Non dimentichiamo che il Servizio diplomatico esterno, il corpo diplomatico dell’Unione Europea, è stato creato nel 2010 quando io ho preso servizio come diplomatica nella nostra ambasciata a Washington. Siamo “giovani”, abbiamo 14 anni di vita che non è tanto in termini culturali e amministrativi. L’Europa è fragile anche perché non ha poteri forti in politica estera. Nella prossima legislatura dovremo riuscire ad avere una UE più convincente e con una voce sola. Una difesa comune europea può essere un buon punto di partenza. Importante però che si tenga sempre ferma l’iniziativa diplomatica costante, europea e – in modo coordinato – dei singoli Stati membri.

Onorevole Covassi, infine, quali i provvedimenti da lei sostenuti o di cui è maggiormente soddisfatta in questa legislatura?

Nel corso di questo mandato mi sono occupata di transizione verde e digitale, sempre con un’attenzione specifica al sociale. Sono stata orgogliosa di essere la relatrice, per il gruppo dei Socialisti e Democratici, della prima legge europea sul suolo. Un provvedimento che garantirà un monitoraggio importante sullo stato di salute dei nostri suoli, utile per garantire a tutti – cittadini e agricoltori – una migliore qualità dei prodotti e dei raccolti. Sono stata relatrice, inoltre, per la legge sulla sicurezza di tutti gli oggetti connessi in Rete, l’Internet delle cose, sempre più importante nella nostra vita quotidiana nell’era dell’intelligenza artificiale. Ho scritto le regole per la diffusione delle reti Internet di ultima generazione anche nelle aree rurali e remote, perché nessuna comunità sia lasciata indietro. 

E quale il suo impegno, e del Partito Democratico e di S&D, e le aree di azione nel prossimo Europarlamento?

Nel prossimo mandato la sfida più grande sarà accompagnare questa grande trasformazione umana e sociale in atto, non perdendo mai di vista l’importanza di avere un’Europa del welfare e della cura. Andrà poi affrontato il tema dell’autonomia strategica europea, una strategia industriale illuminata, il ruolo dell’Europa nel mondo. Non per ultimo, la salute: proseguire sulla strada di un’Unione europea della salute con investimenti comuni nella ricerca medica, una strategia per la lotta al cancro, l’accesso ai farmaci e alle cure, una maggiore attenzione alla salute mentale. Solo insieme possiamo uscire dalle difficoltà.

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Roberto Pagano
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