K metro 0 – Lisbona – L’associazione ambientalista ZERO ha riconosciuto 59 spiagge a inquinamento zero in 31 comuni della terraferma e delle isole di Madeira e delle Azzorre: ben cinque in più rispetto al 2023 e, per la prima volta, due acque di balneazione interne.

Quest’anno, le spiagge a inquinamento zero rappresentano il 9% del totale delle 664 acque di balneazione, con un aumento dell’1%, ovvero cinque spiagge in più rispetto alle 54 classificate nel 2023.

In dettaglio, come riferisce Cmjornal, le Azzorre hanno 21 spiagge a inquinamento zero, il 36% del totale, con i comuni di São Roque do Pico, nelle Azzorre, e Vila do Bispo, sulla terraferma, con il maggior numero di spiagge riconosciute – quattro.

Tutte le spiagge considerate a Inquinamento Zero l’anno scorso sono classificate, secondo la normativa, come spiagge con una qualità delle acque “eccellente”, tuttavia ZERO avverte che “il più delle volte, a causa di una singola analisi in cui è stata rilevata la presenza di microrganismi, anche se molto lontana dal valore limite, non possono più essere considerate spiagge a Inquinamento Zero”. Tra gli aspetti positivi, l’associazione ambientalista sottolinea il fatto che quest’anno ci sono, appunto, 21 spiagge a inquinamento zero nella Regione Autonoma delle Azzorre, più di un terzo del totale (36%).

 “Un altro aspetto importante è che per la prima volta ci sono due spiagge interne classificate come spiagge a inquinamento zero: Santa Clara, a Odemira, e Devesa, a Sabugal”, si legge nella nota. In termini di equilibrio, 19 spiagge sono state rimosse dalla lista dell’anno scorso e 24 nuove sono state aggiunte, rivela ZERO. I comuni di Albufeira, Mafra, Óbidos, Torres Vedras e Vila Real de Santo António non sono dunque più rappresentati. Cosa significa spiaggia a inquinamento zero? I dati dell’Agenzia portoghese per l’ambiente identificano così quelle spiagge che nelle ultime tre stagioni balneari (in questo caso, 2021, 2022 e 2023), non solo hanno sempre avuto una classificazione “Eccellente”, ma hanno anche mostrato valori pari a zero o inferiori al limite di rilevamento in tutte le analisi effettuate sui due parametri microbiologici monitorati e previsti dalla normativa (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali).

Gli ambientalisti sottolineano tuttavia che è “estremamente difficile” ottenere un record ineccepibile per tre anni nelle aree di balneazione interne, che sono “molto più soggette all’inquinamento microbiologico”.