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Francia, mistero sull’attacco sanguinoso al furgone di un carcere

Francia, mistero sull’attacco sanguinoso al furgone di un carcere

K metro 0 – Paris – Almeno due agenti penitenziari sono morti martedì 14 maggio quando il loro furgone è stato attaccato al casello di Incarville, nel dipartimento dell’Eure, e altri tre sono rimasti gravemente feriti. Il prigioniero trasportato, Mohamed Amra, nato nel marzo 1994, con condanne multiple per rapina aggravata ed estorsione, è riuscito

K metro 0 – Paris – Almeno due agenti penitenziari sono morti martedì 14 maggio quando il loro furgone è stato attaccato al casello di Incarville, nel dipartimento dell’Eure, e altri tre sono rimasti gravemente feriti. Il prigioniero trasportato, Mohamed Amra, nato nel marzo 1994, con condanne multiple per rapina aggravata ed estorsione, è riuscito a fuggire con i suoi complici. Condannato quattro giorni prima per furto con scasso, stava tornando dal tribunale di Rouen (Seine-Maritime) alla prigione di Evreux, dopo essere stato interrogato da un giudice istruttore.

In un filmato amatoriale girato da un pullman, come riferisce Franceinfo, si scorgono due uomini vestiti di nero, incappucciati e mascherati, che attraverso il parabrezza puntano le pistole contro il personale del furgone mentre i passeggeri guardano. Il furgone viene poi immediatamente colpito di fronte da una Peugeot rubata, che funge da ariete. “Veicolo che era passato per lo stesso casello pochi minuti prima e stava aspettando sul ciglio della strada”, ha dichiarato la procura di Parigi in un comunicato stampa. Al contempo, “diverse persone sono scese da un’altra auto, portando con sé armi lunghe, usate più volte in direzione dei due veicoli dell’amministrazione penitenziaria”, ha proseguito il procuratore.

Le indagini sono state affidate all’Ufficio centrale per la lotta alla criminalità organizzata e alla polizia giudiziaria di Rouen. Riguardano i reati di omicidio e tentato omicidio in banda organizzata, evasione in banda organizzata, acquisizione e possesso di armi da guerra e associazione a delinquere.

Il bilancio dell’agguato è dunque di due agenti penitenziari morti. Una delle due vittime “lascia una moglie e due figli che avrebbero dovuto festeggiare il loro 21° compleanno tra due giorni, mentre l’altra lascia una donna incinta di cinque mesi”, ha spiegato il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, durante un rapido briefing con la stampa dall’unità di crisi del ministero. Altri tre agenti di polizia sono stati gravemente feriti e uno di loro è in pericolo di vita. “Sarà fatto ogni sforzo per trovare gli autori di questo spregevole crimine”, ha insistito Eric Dupond-Moretti. Saranno arrestati, processati e puniti in modo commisurato al crimine che hanno commesso”.

“Saremo intransigenti” ha poi tuonato Emmanuel Macron su X. “Si sta facendo di tutto per trovare gli autori di questo crimine, affinché sia fatta giustizia in nome del popolo francese”.

L’evaso Mohamed Amra sarebbe legato a una gang della città meridionale di Marsiglia, afflitta dalla violenza delle bande legate alla droga. Non era un “recluso strettamente sorvegliato”, ha dichiarato il procuratore Laura Beccuau, usando un termine per indicare i detenuti molto pericolosi. Tuttavia, secondo quanto riferito, il suo trasporto richiedeva ancora una “scorta di livello tre”, il che significava che c’erano cinque agenti penitenziari che viaggiavano con lui. L’avvocato e la madre di Amra sono sconvolti dal livello di violenza, come riferisce la Bbc.

Il suo avvocato, Hugues Vigier, ha detto che Amra aveva già fatto un tentativo di fuga nel fine settimana segando le sbarre della sua cella, ma si è dichiarato scioccato dalla violenza “imperdonabile” e “folle”. La madre di Amra ha dichiarato agli inquirenti che il ragazzo non aveva dato alcun segnale di voler tentare la fuga.

L’evaso è stato detenuto in carceri separate a Marsiglia, Parigi e Rouen durante il processo contro di lui per furto, che ha portato a una condanna a 18 mesi di carcere. La sua implicazione nella morte di un uomo di Dreux, vicino a Rouen, rapito a Marsiglia in azioni legate al traffico di droga, suggerisce tuttavia un coinvolgimento con criminali più pericolosi.

La violenza legata alla droga “esplode” in Francia, dice infatti il rapporto. L’attacco pesantemente armato che lo ha liberato è avvenuto nello stesso giorno in cui il Senato francese ha pubblicato un dossier che avverte che la Francia è “sommersa” dalla criminalità legata alla droga. Il traffico di droga si è diffuso in tutto il Paese, facendo breccia nelle aree rurali e nelle città di medie dimensioni.

“La diffusione della criminalità legata alla droga non è solo il risultato di mafie straniere, è anche opera di organizzazioni francesi strutturate e pericolose che agiscono senza alcun limite, sia finanziario sia territoriale o nell’esercizio della violenza”, si legge nel rapporto. Nicolas Bessone, procuratore della regione di Marsiglia, ha dichiarato all’emittente France 2 che le bande di narcotrafficanti sono diventate così ricche e potenti da infiltrarsi con successo nel sistema giudiziario di Marsiglia, corrompendo i funzionari pubblici. L’anno scorso circa 50 persone sono state uccise in sparatorie legate alla droga a Marsiglia.

 

di Sandro Doria

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