K metro 0 – New York – Le tensioni israelo- palestinesi continuano anche all’interno dell’Onu. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha difatti sollecitato, dopo un acceso dibattito, l’accettazione della Palestina all’interno dell’organizzazione come membro. Dal 2012 la Palestina ha lo status di Stato osservatore non membro, che le consente alcuni diritti diversi da quelli di
K metro 0 – New York – Le tensioni israelo- palestinesi continuano anche all’interno dell’Onu. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha difatti sollecitato, dopo un acceso dibattito, l’accettazione della Palestina all’interno dell’organizzazione come membro.
Dal 2012 la Palestina ha lo status di Stato osservatore non membro, che le consente alcuni diritti diversi da quelli di un membro a pieno titolo. L’adesione può essere decisa solo dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accolto con favore la risoluzione, affermando che sostiene gli sforzi palestinesi per un altro voto sulla questione da parte del Consiglio di Sicurezza. “La Palestina continuerà a impegnarsi per ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite”, ha dichiarato in un comunicato. Ne ha riferito la Bbc.
L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha subito ribattuto che l’organismo ha accolto uno “Stato del terrore” tra le sue fila. Rivolgendosi all’assemblea, Erdan ha stracciato una copia della Carta delle Nazioni Unite, accusando i membri di aver fatto metaforicamente proprio questo, approvando la risoluzione con 143 voti favorevoli e 9 contrari. “State distruggendo la Carta delle Nazioni Unite con le vostre stesse mani”, ha tuonati. “Sì, sì, è quello che state facendo. Distruggete la Carta delle Nazioni Unite. Vergognatevi”.
Contro la risoluzione hanno votato Stati Uniti, Argentina, Repubblica Ceca, Ungheria, Israele, Micronesia, Nauru, Palau e Papua Nuova Guinea. Il Regno Unito è stato uno dei 25 Paesi ad astenersi.
L’inviato palestinese Riyad Mansour ha dichiarato all’Assemblea Generale prima del voto che il “sì” è “un voto per l’esistenza palestinese, non è contro nessuno Stato. È un investimento nella pace”. Vogliamo la pace, vogliamo la libertà”, ha dichiarato Mansour.
Il voto arriva, fra l’altro, proprio mentre diversi Paesi europei avrebbero intenzione di riconoscere uno Stato palestinese. Il capo della politica estera dell’Ue Josep Borrell ha difatti dichiarato giovedì all’emittente spagnola RTVE che la Spagna lo farà il 21 maggio. In precedenza avevano dato parere favorevole, senza indicare una data, anche Irlanda, Slovenia e Malta.
La risoluzione Onu di venerdì conferisce alla Palestina ulteriori diritti all’interno dell’organismo mondiale, consentendole di partecipare pienamente ai dibattiti, di proporre punti all’ordine del giorno e di far eleggere i propri rappresentanti nelle commissioni. Tuttavia, non avrà ancora il diritto di esprimere un voto – cosa che l’Assemblea Generale non ha il potere di concedere e che dovrebbe essere sostenuta, come detto, dal Consiglio di Sicurezza.
La questione della statualità palestinese tormenta la comunità internazionale da decenni. Nel 1988, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Omp), il principale rappresentante dei palestinesi, dichiarò per la prima volta la creazione dello Stato di Palestina.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, lo Stato palestinese è stato riconosciuto da 139 dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, anche se questo è considerato in gran parte simbolico. In pratica, i palestinesi hanno un autogoverno limitato attraverso l’Autorità Palestinese (AP) in alcune parti della Cisgiordania occupata da Israele. L’Autorità palestinese ha perso però il controllo della Striscia di Gaza a favore di Hamas nel 2007. Le Nazioni Unite considerano entrambi i territori come occupati da Israele e come un’unica entità politica.
Israele non riconosce d’altro canto lo Stato palestinese e l’attuale governo israeliano si oppone alla creazione di uno Stato palestinese in Cisgiordania e a Gaza. Afferma che tale Stato rappresenterebbe una minaccia per l’esistenza di Israele. Gli Stati Uniti appoggiano invece la creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a Israele – la cosiddetta soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese – ma affermano che esso dovrebbe essere creato solo attraverso negoziati diretti tra le due parti.
Ad aprile, gli Stati Uniti hanno usato il loro veto come uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza per bloccare una risoluzione algerina, ampiamente sostenuta, che chiedeva l’ammissione della Palestina come Stato, definendola “prematura”.
di Sandro Doria