K metro 0 – Roma – L’Università Luiss Guido Carli, con il sostegno della Fondazione Med-Or, inaugurerà nel prossimo autunno un master in “Mediterranean Cooperation and Security” aperto a studenti italiani e stranieri. Una concreta iniziativa di dialogo per contribuire ad arginare i venti di guerra che investono oggi tanto l’Europa che il Medio Oriente.
K metro 0 – Roma – L’Università Luiss Guido Carli, con il sostegno della Fondazione Med-Or, inaugurerà nel prossimo autunno un master in “Mediterranean Cooperation and Security” aperto a studenti italiani e stranieri. Una concreta iniziativa di dialogo per contribuire ad arginare i venti di guerra che investono oggi tanto l’Europa che il Medio Oriente. Il master è stato presentato nella Sala delle Colonne della sede storica della Luiss, a Roma, in una conferenza alla quale hanno partecipato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il rettore della Luiss, Andrea Prencipe, il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, il direttore della Luiss school of Government, Giovanni Orsina, e il giornalista David Parenzo che ha condotto il dibattito dal quale è partito un messaggio molto preciso: più i contrasti si fanno forti, più si devono moltiplicare le occasioni di incontro e di discussione senza pregiudizi. Di dialogo, appunto. E il ruolo delle Università è centrale.
Proprio nei giorni in cui viene annunciata anche in Italia una versione della “Intifada nelle Università”, esplosa negli Stati Uniti e non solo, il ministro Bernini ha detto che cancellare i rapporti tra gli atenei italiani e quelli israeliani è un’idea profondamente sbagliata, che può portare soltanto a risultati negativi. “Le proteste sono sempre legittime – ha spiegato – l’unico discrimine è la violenza che non è mai accettabile. Ma non si possono, però, confondere i governi con i popoli e con le università”. Sarebbe “l’errore più atroce che si possa compiere”.
Un concetto sottolineato anche da Minniti: “Come possiamo pensare, anche solo per un momento, che la cooperazione tra le università sia da bloccare? È il più grande regalo che si potrebbe fare ai cattivi governanti e ai dittatori. È un ragionamento piccino quello che ci dice con chi parlare di volta in volta”. Il presidente della Fondazione Med-Or ha aggiunto che “soltanto il dialogo ci può salvare dal clima di permanente collasso del nostro mondo”. E ha ricordato l’importanza del binomio tra libertà e sicurezza: “Un pezzo del futuro del mondo nei prossimi 20 anni si giocherà nel Mediterraneo allargato. L’instabilità ci accompagnerà per un lungo periodo e non dobbiamo desistere neanche un attimo dalla cooperazione e dal dialogo”.
Ed è proprio il dialogo, da praticare per crescere e cooperare ad alti livelli, la base di partenza del master presentato alla Luiss. Il professor Giovanni Orsina – che in questa università dirige la “School of government” – ha precisato che “l’obiettivo è quello di mettere insieme le competenze teoriche ed accademiche con la capacità di lavoro che andranno impiegate sul campo”. E non si è sottratto dal commentare il momento difficile che vivono molti atenei: “Le Università – ha detto – stanno patendo questo momento di difficoltà e, invece di essere guide, stanno introiettando il caos. Devono tornare a essere un luogo libero di incontro e confronto: quanto più i venti diventano impetuosi, tanto più le università devono promuovere il dialogo”.
Il master avrà un profilo marcatamente internazionale: per gli studenti che vi parteciperanno – dovrebbero provenire da oltre cento Paesi – e per i professori che terranno i corsi insieme ai loro colleghi italiani. Con la Luiss parteciperanno al master tre università straniere: la Public Policy School (PPS) presso l’Università Politecnica Mohammed VI, in Marocco; la Mohammed Bin Rashid School of Government e Dubai Hub for Made in Italy-Emirates, negli Emirati Arabi Uniti e l’Universidad Francisco de Vitoria, in Spagna. Un grande momento di formazione, insomma, ma anche d’incontro e di dialogo.