K metro 0 – Pechino – Nel nord del Paese, il Gansu è una delle province più povere della Cina. In uno dei suoi villaggi, a circa 60 chilometri dalla capitale Lanzhou, tra due blocchi di case, il rumore di una vanga rompe il silenzio. Con la schiena piegata, una donna di 72 anni sta
K metro 0 – Pechino – Nel nord del Paese, il Gansu è una delle province più povere della Cina. In uno dei suoi villaggi, a circa 60 chilometri dalla capitale Lanzhou, tra due blocchi di case, il rumore di una vanga rompe il silenzio. Con la schiena piegata, una donna di 72 anni sta arando un campo insieme al marito. “Devo lavorare per poter comprare il cibo, se le verdure crescono bene, guadagno di più, altrimenti guadagno meno. Lavoro così per alcuni mesi. Guadagno qualche soldo, ma non molto” rivela a Franceinfo.
La Cina ha davvero sradicato la povertà estrema, come sostiene? Così non sembrerebbe. Secondo la linea ufficiale, la povertà estrema è stata abbattuta dal 2020 grazie a un enorme lavoro svolto a partire dai primi anni 2010. È vero che il tenore di vita del popolo cinese è migliorato, ma in questo Paese campione delle nuove tecnologie, una parte della popolazione continua a vivere in condizioni davvero precarie, soprattutto nelle campagne. In alcuni villaggi, ad esempio, si sopravvive con 3 euro al giorno, quando i suoi abitanti dovrebbero essere ufficialmente usciti dalla povertà quattro anni fa. Gli aiuti governativi hanno contribuito a migliorare la vita quotidiana dei residenti, ma oggi mancano i sussidi e le condizioni di vita in questa arida regione di mezza montagna restano difficili. La regione è attraversata da un’importante strada statale e da una linea ferroviaria utilizzata per il trasporto delle merci, che però offre poche attività alla popolazione locale.
Sul ciglio della strada affiorano alcuni negozi. “Viviamo della terra, ma è difficile. Pianto patate e mais, ma è tutto molto secco. E il prezzo del mais è basso in questo momento. Ho anche un negozio di alimentari, ma non basta per vivere. Qui ci sono molte famiglie povere”, testimonia un uomo che si divide tra la sua piccola impresa e l’agricoltura. E la sua vicina di 68 anni vive con poco più di tre euro al giorno.
A pochi chilometri di distanza, in un altro villaggio agricolo una coppia di settantenni alleva pecore per sopravvivere. “Se non le avessi, non avrei alcuna risorsa finanziaria. Ma non bastano per mangiare”. Un contadino 73enne della provincia di Gansu racconta che “l’economia non va bene. Non ci sono posti di lavoro nei cantieri e nemmeno nelle fabbriche del sud del Paese. Di conseguenza, gli abitanti del villaggio sono rimasti qui. Prima, quasi 40 abitanti del villaggio partivano per lavorare e solo gli anziani rimanevano. Quest’anno non se ne sono andati nemmeno dopo il Capodanno”. Difficile poi contare sulle pensioni. Questi contadini ricevono in genere pensioni che in alcuni casi nella provincia di Gansu possono arrivare a 113 yuan al mese per persona, l’equivalente di 14 euro.
Intanto, proprio il presidente cinese Xi Jinping sarà in visita di Stato a Parigi e negli Hautes-Pyrénées il 6 e 7 maggio per discutere della guerra in Ucraina con Emmanuel Macron. “Questa visita si svolge in occasione del 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e fa seguito a quella precedente del Presidente a Pechino e Guangzhou nell’aprile 2023”, ha dichiarato la Presidenza in un comunicato stampa. “Gli scambi si concentreranno sulle crisi internazionali, prima fra tutte la guerra in Ucraina e la situazione in Medio Oriente, sulle questioni commerciali, sulla cooperazione scientifica, culturale e sportiva, nonché sulle nostre azioni comuni per affrontare le sfide globali, in particolare l’emergenza climatica, la protezione della biodiversità e la situazione finanziaria dei Paesi più vulnerabili”, ha aggiunto la presidenza francese.
Sempre la Cina, infine, è nel mirino di Bruxelles, che lo scorso 24 aprile ha aperto un’indagine sugli appalti pubblici cinesi per i dispositivi medici, sospettando pratiche “discriminatorie” nei confronti delle aziende europee, in un contesto di crescenti tensioni commerciali con Pechino.
di Sandro Doria