K metro 0 – Wiesbaden – Un quinto della popolazione tedesca è ancora a rischio di povertà e di esclusione sociale. Le ultime rilevazioni dell’Ufficio federale di statistica di Wiesbaden, di mercoledì10 aprile, parlano difatti di 17,7 milioni, con una percentuale della popolazione pari al 21,2%. Numeri pressoché invariati rispetto all’anno precedente: nel 2022 erano
K metro 0 – Wiesbaden – Un quinto della popolazione tedesca è ancora a rischio di povertà e di esclusione sociale. Le ultime rilevazioni dell’Ufficio federale di statistica di Wiesbaden, di mercoledì10 aprile, parlano difatti di 17,7 milioni, con una percentuale della popolazione pari al 21,2%. Numeri pressoché invariati rispetto all’anno precedente: nel 2022 erano già 17,5 milioni, circa il 21,1% della popolazione. Ne ha riferito Zdf.
Una persona è considerata a rischio di povertà se ha meno del 60% del reddito medio della collettività; l’anno scorso, la soglia di riferimento per una persona che vive da sola era di 1.310 euro netti al mese. Per due adulti e due bambini di età inferiore ai 14 anni, era stimata in 2.751 euro netti al mese.
Molti pensionati, per sbarcare il lunario, continuano poi a lavorare. Ma c’è di più: il 6,9% della popolazione è stato colpito da notevoli privazioni materiali e sociali. In termini concreti, significa che le condizioni di vita dei “poveri” sono state notevolmente limitate a causa della mancanza di denaro. Ad esempio, non hanno potuto pagare le bollette.
Analizzando il rapporto in dettaglio, il 9,8% della popolazione di età inferiore ai 65 anni viveva in una famiglia con una partecipazione alla forza lavoro molto bassa. Situazione che si verifica quando il tasso di partecipazione alla forza lavoro dei membri della famiglia in età lavorativa tra i 18 e i 64 anni è stato inferiore al 20% nell’anno precedente l’indagine.
Cosa succede in altri Paesi Ue? Il confronto non è purtroppo esaustivo. I dati disponibili si basano in effetti su un’indagine sul reddito e sulle condizioni di vita (EU-SILC) in Europa del 2023, purtroppo limitati solo ad alcune nazioni. La percentuale di persone a rischio di povertà o esclusione sociale era più bassa nella Repubblica Ceca, con il 12%, mentre il leader provvisorio è risultato la Bulgaria con il 30%.
“Le persone bisognose vengono da me”, racconta Angelika Zaizek, direttore del Franz-Treff, un centro di accoglienza per chi è in difficoltà, una vera istituzione del quartiere di Dessau Am Leipziger Tor. “Spesso si tratta di gente provenienti dai quartieri vicini. Naturalmente tra loro ci sono anche i senzatetto, ma tendono a essere una minoranza. Molti di loro ricevono un sostegno al reddito. Altri lavorano ma sono molto indebitati”. Altri ancora, “soprattutto gli anziani, hanno pochi soldi perché si vergognano di non richiedere l’assistenza sociale. Per salvare le apparenze, preferiscono fare a meno del cibo piuttosto che avere un aspetto curato. “È questo l’aspetto che spesso assume la povertà femminile qui”, conclude la direttrice.
Il Franz-Treff è gestito dalla Croce Rossa tedesca e finanziato dalla città di Dessau-Roßlau. Il quartiere è considerato uno degli hotspot sociali della cittadina tedesca, una delle più divise. Nell’edificio prefabbricato non ristrutturato di Franzstraße a Dessau, la luce che fatica a passare da una finestra all’altro capo viene letteralmente inghiottita. Le lampade alle pareti sono probabilmente ancora originali della DDR, o almeno lo sembrano. Il pavimento è ricoperto di linoleum consumato. I corridoi sono bui. Tutto sembra senza vita. Di tanto in tanto, però, ci sono delle scarpe davanti alle porte. Così descrive questo centro di accoglienza il sito Mdr. E ancora: Più avanti, nella tromba delle scale, si sente un brusio di voci provenire dalla porta aperta di un appartamento. È l’ora di pranzo, quindici- venti persone sono sedute attorno ai tavoli e ricevono qui un pasto caldo il lunedì, il mercoledì e il venerdì.
Il rapporto sulla povertà si basa, dunque, sui dati dell’Ufficio federale di statistica. Sebbene “a prima vista, la tendenza al costante aumento della povertà a livello federale sia stata arrestata, è ben lungi dall’essere invertita”, ha commentato Ulrich Schneider, direttore generale del Paritätischer Gesamtverband. Nel 2022 sono stati registrati 2,7 milioni di poveri in più rispetto al 2006, un quinto dei quali bambini. I genitori single, le famiglie numerose e le persone con scarse qualifiche scolastiche o con cittadinanza straniera sono particolarmente interessati dalla povertà. Secondo lo studio, la povertà infantile ha raggiunto un livello record: con poco meno del 22%, più di un minore su cinque è stato coinvolto dalla povertà. Il tasso di indigenza tra i genitori single è stato del 43,2%.
Un confronto regionale rivela, infine, grandi differenze. Sempre secondo il rapporto sulla povertà, mentre in Baviera una persona su otto era colpita dalla povertà, in Sassonia-Anhalt, Renania Settentrionale-Vestfalia e Amburgo lo era una su cinque e a Brema quasi una su tre.
di Sandro Doria