K metro 0 – Mogadiscio – Per decenni, la Somalia ha sopportato conflitti prolungati e condizioni climatiche complicate. La recente siccità ha portato il 90% del Paese in condizioni di estrema siccità. L’Africa subisce gli effetti del cambiamento climatico: piogge continue nel novembre 2023. Oltre un milione di persone sono state colpite da inondazioni in
K metro 0 – Mogadiscio – Per decenni, la Somalia ha sopportato conflitti prolungati e condizioni climatiche complicate. La recente siccità ha portato il 90% del Paese in condizioni di estrema siccità. L’Africa subisce gli effetti del cambiamento climatico: piogge continue nel novembre 2023. Oltre un milione di persone sono state colpite da inondazioni in Somalia, Etiopia e Kenya.
Agli eventi meteorologici estremi si aggiungono i conflitti, l’instabilità politica, il Covid-19 e l’impatto della guerra in Ucraina sui prezzi di cibo, carburante e fertilizzanti. I disastri naturali e la violenza stanno così causando disagi a milioni di persone in Somalia: circa 1,7 milioni di bambini sono classificati come “gravemente malnutriti”. Milioni di vite sono a rischio; 6,9 milioni di persone dipendono pertanto dagli aiuti internazionali.
Abdinur Elmi, direttore degli aiuti di emergenza dell’organizzazione umanitaria Care in Somalia, ha dichiarato a ZDFheute che una persona su cinque nel Paese sta morendo di fame: “Stimiamo che 1,7 milioni di bambini sotto i cinque anni siano gravemente malnutriti”. Le Nazioni Unite (ONU) stanno lottando da tempo per raccogliere fondi. Un portavoce dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha dichiarato alla testata tedesca, in risposta a una richiesta di informazioni, che al 1° marzo era stato ricevuto solo l’1,6% dei fondi previsti per gli aiuti alla Somalia per il 2024. In particolare, diverse organizzazioni e partner delle Nazioni Unite stimano che quest’anno saranno necessari 1,59 miliardi di dollari per la Somalia. “Abbiamo 24,6 milioni di dollari”, afferma invece il portavoce dell’OCHA Jens Laerke.
Lo scorso dicembre, proprio il capo dell’OCHA Martin Griffiths ha osservato che il finanziamento degli aiuti umanitari da parte della comunità internazionale non sta tenendo il passo con i bisogni. “Se non riusciremo a fornire più aiuti nel 2024, le persone pagheranno per questo con le loro vite”. Molto a rischio le madri che allattano al seno e i neonati.
“Un gran numero di somali – quattro milioni di persone – non ha abbastanza da mangiare e alcuna certezza sul prossimo pasto”, aggiunge Elmi. La malnutrizione causata dalla fame tra le madri che allattano e i bambini piccoli è “la peggiore” e la suscettibilità alle infezioni è massima. Oltre a varie organizzazioni delle Nazioni Unite, diverse organizzazioni umanitarie internazionali come Care e Médecins Sans Frontières sostengono da anni il Paese del Corno d’Africa, dilaniato da un conflitto armato. Come? Ad esempio, gestendo ospedali, costruendo infrastrutture sanitarie o contribuendo all’accesso all’acqua potabile e al cibo.
Il cambiamento climatico ha portato a una “spirale di siccità e inondazioni” in Somalia, spiega Dana Krause, coordinatrice nazionale di Medici senza frontiere. Secondo le Nazioni Unite, i disastri naturali sono una delle cause principali della condizione di milioni di somali. La Somalia è uno dei Paesi che ha contribuito meno ai cambiamenti climatici, ma ne sta risentendo maggiormente. Abdinur Elmi aggiunge che “i brutali combattimenti tra i vari clan, i signori della guerra e il gruppo estremista islamico Al-Shabaab si stanno ripercuotendo sul Paese: l’anno scorso, i conflitti armati sono stati la seconda causa di sfollamento interno in Somalia”.
Da Ginevra arriva tuttavia qualche speranza per la Somalia, direttamente dal portavoce dell’OCHA Jens Laerke, con riferimento al 2023. Alla fine dell’anno, infatti, i donatori internazionali avevano fornito il 44,5% dei 2,6 miliardi di dollari di aiuti richiesti per il Paese africano. Laerke ritiene così “prematuro” valutare l’attuale basso livello di donazioni per il 2024. Lo dimostra anche uno sguardo all’anno passato: alla fine del 2023, la disponibilità a donare al Paese colpito dalla crisi è poi aumentata ancora una volta in maniera significativa. Secondo l’OCHA, infatti, solo nelle ultime tre settimane di dicembre 2023 è stato ricevuto circa il 25% delle donazioni annuali.
L’anno scorso, infine, l’Ue ha stanziato 85,3 milioni di euro per progetti umanitari in Somalia, soprattutto in risposta alla siccità. L’Ue finanzia anche attività di riduzione del rischio di catastrofi e di preparazione attraverso sistemi di allarme rapido, preparazione e risposta basati sulle comunità. L’obiettivo è ridurre l’impatto dei molteplici shock subiti dal Paese a causa del clima, dei conflitti e delle epidemie. Tuttavia, la Somalia ha ancora bisogno di uno sviluppo a lungo termine per sostenere la resilienza e l’autosufficienza delle comunità vulnerabili, come quelle pastorali, agricole ed emarginate. La cooperazione tra le azioni umanitarie e di sviluppo dell’Unione europea è in corso, soprattutto per quanto riguarda le reti di sicurezza sociale basate sul denaro e l’istruzione, per costruire la resilienza a lungo termine delle comunità somale.