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Spagna, frena la ricca locomotiva industriale dei Paesi Baschi

Spagna, frena la ricca locomotiva industriale dei Paesi Baschi

K metro 0 – Madrid – Paesi Baschi in frenata. Cala il Pil della regione autonoma rispetto all’economia nazionale e peggiora la sanità pubblica, la popolazione invecchia e l’assistenza sanitaria mostra alcune crepe. Infine, i prezzi delle case sono alle stelle, sia per l’acquisto sia per l’affitto. Ne riferisce Rtve. Parliamo di un territorio di

K metro 0 – Madrid – Paesi Baschi in frenata. Cala il Pil della regione autonoma rispetto all’economia nazionale e peggiora la sanità pubblica, la popolazione invecchia e l’assistenza sanitaria mostra alcune crepe. Infine, i prezzi delle case sono alle stelle, sia per l’acquisto sia per l’affitto. Ne riferisce Rtve.

Parliamo di un territorio di 2,2 milioni di abitanti con il minore tasso di disoccupazione del Paese, il secondo reddito pro capite più alto e uno dei leader nell’industria e nell’innovazione, con un regime fiscale unico – insieme alla Navarra -, il cosiddetto accordo economico, che influisce anche su questa prosperità. Un territorio atteso alle urne il 21 aprile: gran parte del dibattito della campagna elettorale si concentrerà così sulla validità del modello economico e sociale che, nonostante i suoi buoni indicatori, mostra segni di indebolimento.

La regione con il secondo Pil pro capite più alto, solo dopo Madrid, con 16.321 euro nel 2021, superiore a quello della capitale o della Catalogna, ha un tasso di disoccupazione del 6,3%, quasi la metà della media spagnola dell’11,7%, e la popolazione di età superiore ai 25 anni è vicina alla piena occupazione. Il suo tasso di attività è però inferiore a quello nazionale (57% rispetto al 59%), dato spiegabile con l’invecchiamento, giacché a differenza di altre comunità con bassa creazione di posti di lavoro, come la Galizia o la Castiglia e León, non ha perso popolazione.

L’industria è ancora il principale settore economico. Secondo i dati Ine (Istituto nazionale di statistica) del 2022, rappresenta il 23,1% del Pil. “Gli indicatori baschi sono migliori per alcuni aspetti rispetto a quelli delle altre comunità autonome, ma il margine di differenza si sta riducendo sempre di più”, sottolinea Koldo Unceta, professore in pensione di Economia applicata presso l’Università dei Paesi Baschi.

È il caso, ad esempio, degli stipendi, in genere tra i più alti del Paese. Al momento è la seconda comunità con la spesa salariale più alta, con 2.712,2 euro al mese, dietro solo alla Comunità di Madrid e superando di gran lunga la media nazionale di 2.359,3 euro, secondo i dati Ine del quarto trimestre del 2023. Inoltre, i baschi hanno la pensione media più alta, che al 1° febbraio di quest’anno ha raggiunto i 1.547 euro, mentre in tutta la Spagna è di 1.250 euro.

Da 146 anni, poi, i Paesi Baschi raccolgono e regolano le imposte che nel resto delle Comunità autonome, ad eccezione della Navarra, sono di competenza dello Stato, come quella sul reddito delle persone fisiche o sulle società. In cambio, l’amministrazione autonoma fornisce allo Stato un importo economico, noto come quota. Per Unceta, però, l’accordo non è “necessariamente positivo” di per sé. Perché produca effetti positivi, deve avere una base economica alle spale”.

I Paesi Baschi mostrano poi una ripresa economica dopo la pandemia più lenta. Secondo l’ente statistico autonomo Eustat, nel 2023 la crescita sarà dell’1,3%, inferiore alla media nazionale del 2,5%. I baschi sono concentrati nelle città e solo il 5,3% vive in comuni rurali. Al contempo, l’età media della popolazione è aumentata ed è la quinta più vecchia. L’indice di invecchiamento – il rapporto tra over 64 e under 16 – è del 169%, mentre in Spagna è del 133%. Questo potrebbe causare un “problema molto serio a medio termine”, afferma il professore di economia Koldo Unceta: “Il numero di pensionati è in costante aumento e gli stipendi dei giovani non crescono allo stesso ritmo”, evidenzia.

Un altro dei temi probabilmente al centro della campagna elettorale è lo stato dell’assistenza sanitaria. Prima era uno dei migliori servizi sanitari in Spagna, secondo gli indicatori del ministero della Salute, ma dopo la pandemia sono aumentati i tempi di attesa, le controversie di lavoro e la percezione della popolazione. Il tempo medio di attesa per un intervento chirurgico è difatti di 68 giorni, secondo il ministero della Salute, al di sopra di Madrid e della Galizia, e nel sistema pubblico ci sono 0,77 medici di base per mille abitanti, al di sotto della media nazionale di 0,78, anche se in relazione ai medici specialisti la percentuale sale a 2,46 per mille abitanti, al di sopra dei 2,14 della media.

Altro grande problema per una parte della popolazione, soprattutto per i giovani, è l’accesso all’alloggio. Secondo l’economista, “nei Paesi Baschi abbiamo i prezzi delle case più cari di tutta la Spagna”, sia per l’affitto sia per l’acquisto, il che significa che “i giovani, di conseguenza, non possono emanciparsi e fare progetti di vita”.

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