K metro 0 – Madrid – In una conversazione informale con i giornalisti che stanno seguendo il suo tour in Medio Oriente – con visite in Giordania, Arabia Saudita e Qatar – il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha espresso l’intenzione di riconoscere la Palestina durante l’attuale legislatura; e il 22 marzo ha partecipato a
K metro 0 – Madrid – In una conversazione informale con i giornalisti che stanno seguendo il suo tour in Medio Oriente – con visite in Giordania, Arabia Saudita e Qatar – il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha espresso l’intenzione di riconoscere la Palestina durante l’attuale legislatura; e il 22 marzo ha partecipato a un incontro a Bruxelles con i suoi omologhi irlandese, Leo Varadkar, maltese, Robert Abela, e sloveno, Robert Golob, in cui si sono impegnati a questo riconoscimento quando “si potrà dare un contributo positivo e le circostanze saranno giuste”. Il premier si dice convinto che nei prossimi mesi si verificheranno una serie di eventi sulla scena internazionale che renderanno più facile per altri Paesi unirsi a questo riconoscimento. Lo ha reso noto Rtve.
Ha altresì difeso la pace e chiesto il rispetto del diritto internazionale, temi che affronterà nel corso del suo tour, dove discuterà anche del conflitto con le sue controparti, pronunciandosi per un cessate il fuoco e, appunto, per una soluzione a due Stati. Dopo la pausa pasquale, Sánchez incontrerà ad Amman il re giordano, Abdullah II; a Gedda, in Arabia Saudita, il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman; e a Doha, l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani.
Il tour, nel bel mezzo del Ramadan, è il proseguimento dei viaggi compiuti negli ultimi mesi in altri Paesi della regione. In particolare, dopo gli attacchi terroristici di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre, il 21 ottobre Sánchez ha partecipato a un vertice internazionale in Egitto per analizzare il conflitto e a novembre ha visitato Israele, Palestina ed Egitto insieme al primo ministro belga Alexander de Croo.
Anche il Regno Unito potrebbe riconoscere lo Stato palestinese in seguito a un cessate il fuoco a Gaza, senza attendere l’esito di negoziati – che potrebbero durare anni – su una soluzione a due Stati. Lo ha dichiarato di recente il ministro degli Esteri britannico, l’ex premier David Cameron, in un’intervista all’Associated Press. Cameron ha però precisato che nessun riconoscimento potrà arrivare finché Hamas resta al potere a Gaza. “Ciò che dobbiamo fare è dare al popolo palestinese un orizzonte verso un futuro migliore, il futuro di avere uno Stato proprio. Questa prospettiva è assolutamente vitale per la pace e la sicurezza a lungo termine della regione”.
Tornando alla Spagna, intanto, Sánchez ha lanciato a Feijóo un ultimatum lunedì scorso per sbloccare il sistema giudiziario ad aprile e ne ha chiesto il rinnovo per rispettare la Costituzione. Lo scorso dicembre, il Consiglio Generale della Magistratura (CGPJ) ha difatti concluso un intero mandato di cinque anni, immerso in una crisi istituzionale senza precedenti nella democrazia spagnola. Su questa linea, Sánchez ha insistito sul fatto che non è possibile dare lezioni sulla Costituzione non rispettandola, ricordando che questo non è un atto proprio di uno Stato.
Con lo sguardo poi rivolto alle elezioni che si terranno in primavera, il premier ha ricordato che il PSOE si presenta forte in tutte e tre le elezioni. In quelle basche, Sánchez sceglie di ripetere la formula di governo che ha garantito la stabilità con il PNV, insistendo sul fatto che aspira a rieditare l’alleanza strategica con il maggior peso.
In Catalogna, si aspetta che il suo partito, guidato da Illa, migliori il risultato. Ha così insistito sul fatto che, se Illa governerà, dimostrerà che le azioni dell’esecutivo sono state apprezzate dalla società catalana, un messaggio importante perché la riunione prevalga sugli scontri che PP e Vox vogliono rieditare. Il PSOE spera anche di ottenere grandi risultati alle elezioni europee. Elezioni molto importanti, perché se ci sarà una maggioranza ultraconservatrice, ha spiegato Sánchez, molte delle sfide potrebbero essere risolte con uomini in nero, tagli e austerità. Dopo queste tre elezioni, il presidente ha ricordato che tutto è in fase di chiarimento, ci sono due anni davanti a noi senza elezioni e ha insistito sul fatto che il governo esaurirà la legislatura, nonostante Vox e PP.
di Sandro Loria