K metro 0 – Bruxelles – Domenica 17 marzo l’Unione europea siglerà con l’Egitto un accordo d’investimenti del valore massimo di 8 miliardi di euro, continuando così nella sua strategia orientata sui Paesi di origine o di transito dei flussi migratori. Un accordo che sa molto di campagna elettorale in vista delle prossime votazioni europee,
K metro 0 – Bruxelles – Domenica 17 marzo l’Unione europea siglerà con l’Egitto un accordo d’investimenti del valore massimo di 8 miliardi di euro, continuando così nella sua strategia orientata sui Paesi di origine o di transito dei flussi migratori. Un accordo che sa molto di campagna elettorale in vista delle prossime votazioni europee, per le quali la presidente della Commissione si è ricandidata. Il tema dell’immigrazione sarà difatti cruciale.
Ecco perché sarà proprio Ursula von der Leyen a volare in Egitto per suggellare l’intesa insieme a tre premier, il belga Alexander De Croo (Rinnovamento), il greco Kyriakos Mitsotakis (Ppe) e l’italiana Giorgia Meloni (Ecr).
L’accordo avrà il sostegno di finanziatori multimiliardari, istituzioni finanziarie internazionali, la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Lo riferisce Euractiv. Accordo (dai 4 agli 8 miliardi euro) che arriva dopo che l’Ue ha firmato un patto simile con la Tunisia, definito “denaro in cambio di migranti”.
C’è da dire che l’Egitto, a differenza della Tunisia, è però considerato un “partner strategico” più sensibile dall’Ue, dati i suoi 107 milioni di abitanti e la sua vicinanza ad aree instabili come la Striscia di Gaza, il Canale di Suez e il vicino Sudan, al momento coinvolto in una guerra civile.
L’Ue investirebbe così nella migrazione (dopo aver collocato 110 milioni di euro per sette anni), ma anche nella transizione verde e l’insicurezza alimentare, in continuità con i precedenti progetti già lanciati nel Paese nordafricano.
Fra i sovvenzionatori dell’Egitto, anche il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che ha approvato all’inizio di marzo altri 3 miliardi di dollari, e gli Emirati Uniti, che hanno promesso 35 miliardi di dollari di investimenti nella penisola di Ras El Hekma.
Tra i partner di sviluppo di un progetto del genere c’è il ministero degli Interni francese attraverso il suo braccio operativo Civipol, che consegnerà all’Egitto tre imbarcazioni per la ricerca e il salvataggio nel 2024, nonostante non vi siano flussi di partenze importanti dal Paese dal 2016, come risulta da un rapporto dell’Agenzia dell’Ue per l’asilo. Anche l’Agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni (OIM) è tra i partner di sviluppo impegnati, molto attiva nella formazione e rafforzamento delle capacità delle autorità egiziane.
L’accordo Ue suscita tuttavia forti critiche per la preoccupazione per i diritti umani. “Mentre le persone cercano di fuggire dall’oppressione, l’Europa premia gli oppressori che le intrappolano”, ha commentato il direttore associato di Human Rights Watch Claudio Francavilla. Che ha poi calcato la mano: “Senza riforme dei diritti umani che istituiscono controlli ed equilibri sul potere assoluto dei militari, l’Ue e gli altri paesi che inondano di denaro i leader corrotti e abusivi dell’Egitto non fanno altro che dare un calcio al barattolo fino allo scoppio della prossima crisi economica”.
Infine, il rapporto sulla migrazione 2023 dell’Agenzia dell’Unione Europea per l’Asilo (EUAA) rivela che molti egiziani stanno lasciando il Paese a causa del deterioramento della situazione economica e politica. Molti si dirigono in Libia, da dove proseguono verso l’Europa lungo rotte irregolari.