K metro 0 – Madrid – Vent’anni dopo. Non è il titolo del famoso romanzo di Dumas, ma la famigerata storia della peggiore strage terroristica mai avvenuta in Europa dopo quella di Lockerbie del 1988. 11 marzo 2004: dieci zaini carichi di esplosivo furono fatti esplodere su quattro treni di pendolari in quattro stazioni
K metro 0 – Madrid – Vent’anni dopo. Non è il titolo del famoso romanzo di Dumas, ma la famigerata storia della peggiore strage terroristica mai avvenuta in Europa dopo quella di Lockerbie del 1988.
11 marzo 2004: dieci zaini carichi di esplosivo furono fatti esplodere su quattro treni di pendolari in quattro stazioni diverse della capitale spagnola. 93 persone di 17 nazionalità diverse (143 gli spagnoli) morirono negli attacchi rivendicati da Al Qaeda. L’ultima nel 2014, dopo dieci anni di coma. I feriti furono 1.841.
Le cicatrici lasciate da quella tragedia sono ancora vive nella memoria collettiva della Spagna e dell’Europa. E per onorare le vittime, questa mattina si è svolta una cerimonia al Palazzo Reale di Madrid alla presenza del re Felipe VI, della regina Letizia e del primo ministro Pedro Sanchez, nel quadro della Giornata europea delle vittime del terrorismo. Con la partecipazione del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas e della commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson.
All’epoca, i conservatori del Partito Popolare attribuirono il massacro ai terroristi baschi dell’ETA, mentre i socialisti del PSOE putarono il dito contro gruppi terroristici legati ad Al Qaeda (come poi venne confermato dalle indagini).
Gli attentati avvennero appena tre giorni prima delle elezioni politiche vinte dal candidato del PSOE José Zapatero, che rovesciò il governo Aznar. In un momento di forte tensione in cui la grande maggioranza dell’opinione pubblica spagnola era contraria alla partecipazione militare della Spagna nella guerra in Iraq, voluta dal presidente George W. Bush, amico personale di Aznar (che non si pentì mai, neanche in seguito, di quella decisione).
L’intensa giornata di commemorazioni è stata aperta da una manifestazione alla Puerta del Sol, presente il sindaco di Madrid,José Luis Martínez-Almeida Navasqüés. Sui luoghi degli attentati sono stati deposti dei fiori.
Il presidente della Fondazione per le vittime del terrorismo, Juan Francisco Benito, riferendosi alle vittime ha ricordato che “non sono cifre. Sono vite spezzate, orologi fermati per sempre. Sono famiglie distrutte, progetti di vita interrotti”.
Nella memoria restano impresse le immagini dei binari e dei treni sventrati, la sofferenza dei feriti e la disperazione dei parenti delle vittime. Agli attacchi di Madrid seguirono quelli di Londra nel 2005, fino ad arrivare agli attentati a Parigi del 2015, i più sanguinosi dopo quelli della capitale spagnola. Ma quella dell’11 marzo è ricordata anche come una storia di solidarietà, con migliaia di persone che si misero in fila per donare il proprio sangue, che misero a disposizione le proprie auto, i propri taxi per assistere le famiglie delle vittime.
Una parte della cellula terroristica responsabile dell’attentato si fece saltare in aria in un palazzo a Leganes. Dopo un’indagine durata tre anni, 29 sospettati, la stragrande maggioranza marocchini, finirono sotto processo all’inizio del 2007 e 18 furono condannati. Vent’anni dopo, solo tre sono ancora in prigione.. Tutti gli altri sono stati rilasciati dopo aver scontato la pena, la stragrande maggioranza di loro è stata espulsa o estradata, principalmente in Marocco.