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Irlanda al voto per rendere la Costituzione meno sessista

Irlanda al voto per rendere la Costituzione meno sessista

K metro 0 – Dublino – Irlandesi al voto su due referendum per decidere di modificare la Costituzione approvata nel 1937. Il primo ministro Leo Varadkar  ha descritto le votazioni di oggi, che cadono volutamente nella Giornata internazionale della donna, come un’occasione per cancellare “un linguaggio molto antiquato e sessista sulle donne”. Le due proposte,

K metro 0 – Dublino – Irlandesi al voto su due referendum per decidere di modificare la Costituzione approvata nel 1937. Il primo ministro Leo Varadkar  ha descritto le votazioni di oggi, che cadono volutamente nella Giornata internazionale della donna, come un’occasione per cancellare “un linguaggio molto antiquato e sessista sulle donne”.

Le due proposte, denominate emendamento sulla famiglia ed emendamento sull’assistenza, apporterebbero modifiche al testo dell’articolo 41 del documento fondativo del Paese, di 87 anni fa e socialmente conservatore.

La prima chiede difatti ai cittadini di ampliare la definizione di famiglia eliminando il riferimento al matrimonio come base “su cui si fonda la famiglia” e sostituendolo con una clausola che dice che le famiglie possono essere fondate “sul matrimonio o su altre relazioni durature”.

Il secondo depennerebbe un riferimento al ruolo della donna in casa come sostegno fondamentale allo Stato, vale a dire, l’affermazione secondo cui “le madri non saranno obbligate dalla necessità economica a dedicarsi al lavoro trascurando i loro doveri domestici” e aggiungerebbe una clausola secondo cui lo Stato si impegnerà a sostenere “la fornitura di cure reciproche da parte dei membri di una famiglia”.

I seggi sono aperti dalle 7 e si chiuderanno alle 22; i risultati di entrambe le votazioni sono attesi per la fine di sabato. Al voto sono ammessi i cittadini che hanno compiuto 18 anni, circa 3,3 milioni di persone.

Al Jazeera nota che una campagna di basso profilo prima delle votazioni non è sembrata in grado di coinvolgere l’elettorato e potrebbe vedere una bassa affluenza. In passato, una bassa affluenza alle urne ha fatto invece aumentare la percentuale di persone che hanno votato per lo status quo.

I referendum affrontano una legislazione obsoleta in Irlanda, dove un tempo la Chiesa cattolica romana era onnipotente. Da quando è diventata una repubblica nel 1937, l’”Isola di smeraldo” si è trasformata da un Paese conservatore e a maggioranza cattolica a una società diversificata e socialmente liberale. La trasformazione sociale si è riflessa in una serie di modifiche costituzionali in un Paese in cui, fino al 1973, le donne nubili dovevano dimettersi dal lavoro al momento del matrimonio e quelle sposate non potevano candidarsi a posti vacanti. Nel 1995 gli elettori irlandesi hanno legalizzato il divorzio con un referendum. Vent’anni dopo hanno sostenuto il matrimonio omosessuale e nel 2018 hanno abrogato il divieto di aborto.

Tutti i principali partiti politici sostengono i cambiamenti nelle votazioni di venerdì e i recenti sondaggi d’opinione prevedono un passaggio agevole per entrambe le proposte. I sostenitori del “No” affermano che il concetto di “relazione duratura” non è definito e confonde gli elettori e che le donne e le madri vengono “cancellate” dalla Costituzione. Gli attivisti per i diritti dei disabili hanno anche dichiarato che l’emendamento sull’assistenza sembra ritrarre le persone disabili come un peso per le famiglie e che lo Stato abdica al suo ruolo nel fornire assistenza.

 

di Sandro Doria

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