K metro 0 – Colonia – Uno sciopero ferroviario nazionale di un giorno costa circa 100 milioni di euro in termini di produzione economica. Lo ha dichiarato alla Reuters Michael Groemling, responsabile degli affari economici di IW Koeln (un istituto privato di ricerca economica, ndr), durante l’ultimo sciopero di GDL a fine gennaio. E ieri
K metro 0 – Colonia – Uno sciopero ferroviario nazionale di un giorno costa circa 100 milioni di euro in termini di produzione economica. Lo ha dichiarato alla Reuters Michael Groemling, responsabile degli affari economici di IW Koeln (un istituto privato di ricerca economica, ndr), durante l’ultimo sciopero di GDL a fine gennaio.
E ieri il Paese di Scholz ha perso altri milioni di euro, e così oggi. I fermi di macchinisti ferroviari e lavoratori aeroportuali sono gli ultimi di un’ondata di azioni sindacali che ha colpito la Germania in un momento di recessione. L’elevata inflazione e le carenze di personale hanno inoltre compromesso le trattative salariali in settori chiave del comparto dei trasporti.
I macchinisti hanno iniziato alle 2 del mattino del 7 marzo la quinta tornata di scioperi in una lunga vertenza, dopo che mercoledì sera era iniziato uno stop nella divisione merci. Treni e aerei hanno creato fortissimi disagi per milioni di viaggiatori e aggravato le difficoltà economiche della nazione.
L’industria aveva, fra l’altro, messo in guardia sui pesanti costi di tali manifestazioni, dopo che la più grande economia europea si è contratta dello 0,3% nel 2023 e il governo ha comunicato che la ripresa sarebbe stata più debole del previsto.
Oltre ai viaggi in treno a lunga percorrenza, dalle prime ore di giovedì sono stati interessati anche i servizi regionali. “Basta così. È una grande seccatura e non riesco a capire se le richieste, alcune delle quali sono certamente giustificate, debbano essere applicate con mezzi così duri”, ha dichiarato Walter Roehrer, passeggero del treno bloccato, ad APTN News a Berlino. Si prevede che decollerà solo il 10%-20% del programma originale, con voli interrotti anche dagli aeroporti di Amburgo e Berlino.
La Germania ha affrontato mesi di scioperi in cui i membri dei sindacati e gli operatori dei servizi hanno lottato per gli aumenti di stipendio e gli orari di lavoro.
In sciopero per due giorni dal 6 marzo anche il personale di terra della compagnia aerea Lufthansa (LHAG.DE). L’operatore Fraport, del più trafficato hub tedesco di Francoforte, ha dichiarato che 650 dei 1.750 voli previsti per giovedì sono stati cancellati.
I macchinisti incroceranno le braccia fino a oggi pomeriggio. Il sindacato GDL ha programmato per loro una serie di scioperi per ottenere una riduzione dell’orario di lavoro a piena retribuzione. Secondo Deutsche Bahn, ieri solo un treno a lunga percorrenza su cinque era in funzione, ma i passeggeri hanno mostrato tuttavia una certa comprensione; lo riferisce sempre l’agenzia di stampa internazionale.
Il sindacato tedesco dei macchinisti (GDL) chiede decisamente una riduzione della settimana lavorativa da 38 a 35 ore, senza tagli alla retribuzione, che Deutsche Bahn ha però rifiutato. L’operatore ferroviario ha accusato il sindacato di rifiutare un compromesso. Il suo portavoce, Achim Stauss, ha affermato: “La controparte non si sposta di un millimetro dalla sua posizione massima”. Ma il capo della GDL, Claus Weselsky, ha respinto questa accusa, dichiarando all’agenzia di stampa che è “ingiusto” che gli stipendi dei dirigenti siano aumentati del 14% con milioni di bonus, mentre i lavoratori devono contribuire al risanamento dell’azienda.
Gli scioperi danneggiano anche l’immagine e reputazione della Germania come centro di affari e meta turistica. Un allarme lanciato in particolare dall’associazione aeroportuale ADV, dopo le cancellazioni dei voli ad Amburgo, Dusseldorf e Francoforte. Nel presentare i risultati annuali, Lufthansa aveva tuttavia avvisato che i blocchi erano un fattore che avrebbe portato a una perdita operativa superiore al previsto nei primi tre mesi del 2024.