K metro 0 – Bruxelles – Se il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato (dal 1850), il 2024 potrebbe battere il record. L’anno scorso, la temperatura media globale sulla superficie terrestre ha raggiunto 1,48 °C, appena al di sotto della soglia di guardia dell’1,5, rispetto al periodo 1850–1900. Ma le previsioni per l’anno
K metro 0 – Bruxelles – Se il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato (dal 1850), il 2024 potrebbe battere il record. L’anno scorso, la temperatura media globale sulla superficie terrestre ha raggiunto 1,48 °C, appena al di sotto della soglia di guardia dell’1,5, rispetto al periodo 1850–1900. Ma le previsioni per l’anno in corso suggeriscono per la prima volta che “Non si possono escludere valori pari o seriori a 1,5 °C” secondo il MET Office (l’ufficio meteorologico britannico). Lo conferma anche Michal Žák, meteorologo della Televisione Ceca e docente di Fisica dell’atmosfera presso l’Università Carolina di Praga.
Una delle cause di questa anomalia, ha scritto, è lo sviluppo del fenomeno El Niño, che attualmente sembra però raggiungere il suo apice. Durante El Niño, la temperatura della superficie del mare aumenta di oltre 3°C rispetto alla media a lungo termine nella parte orientale, generalmente più fresca, dell’Oceano Pacifico lungo l’equatore. Ciò provoca qui precipitazioni superiori alla norma, che raggiungono anche la costa occidentale del Sud America, dove spesso causano inondazioni catastrofiche. Al contrario, la siccità si verifica spesso in Australia, nel Pacifico occidentale e in India.
Il ruolo dell’attività umana
Tuttavia, quest’anno il riscaldamento globale dipenderà dall’attività umana, e in particolare dalla concentrazione record di gas serra, le cui emissioni l’anno scorso hanno raggiunto il massimo storico in una prospettiva globale.
E’ proprio questo il fattore principale che ha determinato, già a gennaio di quest’anno, il superamento del limite attentamente monitorato di +1,5°C rispetto all’epoca preindustriale.
Questo livello è un obiettivo limite che, secondo l’Accordo sul clima di Parigi del 2015, non dovremmo superare in modo significativo, poiché il verificarsi di eventi estremi potrebbe avere conseguenze molto drammatiche e non solo costose ma anche distruttive per la società umana.
Considerando la naturale variabilità del clima terrestre, è prevedibile che il superamento del limite di 1,5 °C sarà temporaneo, poi la temperatura scenderà di nuovo temporaneamente al di sotto di tale soglia prima di superarla definitivamente.
L’anno scorso abbiamo potuto constatare che il caldo record mai registrato ha provocato tutta una serie di eventi meteorologici estremi: dagli incendi senza precedenti in Canada a numerose ondate di caldo in tutto il pianeta, comprese le ondate di calore marine che hanno portato a un massiccio sbiancamento dei coralli. Più frequenti sono state pure le inondazioni, ma anche episodi di siccità di lunga durata, ad esempio in Argentina.
Un mare caldo con temperature record significa anche una quantità record di vapore acqueo nell’atmosfera, che porta a precipitazioni più estreme – sotto forma di piogge torrenziali (ad esempio, lo scorso settembre in Grecia) o a ripetuti episodi di forti precipitazioni, che successivamente possono causare anche inondazioni su vasta scala, come nelle ultime settimane nella Repubblica Ceca, in Germania e nell’Europa occidentale.
Oltre a nuovi massimi record, occasionalmente si sono registrate anche temperature estremamente basse o giornate eccezionalmente fredde in piena estate. L’anno 2023 conferma che gli effetti dei cambiamenti climatici stanno diventando sempre più estremi e ci stanno spingendo in “territori finora inesplorati”.
I record verranno battuti
Non c’è motivo di credere che quest’anno dovrebbe essere significativamente diverso dall’anno scorso – dopo tutto, le prime settimane hanno già portato temperature estremamente basse nel Nord Europa e nei Paesi Baltici.
Al momento non è possibile dire quando avverrà esattamente il superamento del target di 1,5°C. Ma è ovvio che in un clima che cambia, dove l’attività umana è il principale motore del cambiamento, non mancheranno situazioni del genere.
E’ tuttavia importante riconoscere che temporaneo superamento di 1,5° C non significherà una violazione dell’Accordo di Parigi. Ma il primo anno sopra gli 1,5° C rappresenterebbe sicuramente una pietra miliare nella storia del clima. L’opinione più diffusa tra scienziati e politici è che l’Accordo di Parigi si riferisca a una media di 1,5° C a lungo termine, anziché a un singolo anno. Lo studio “Approaching 1.5 °C: how will we know we’ve reached this crucial warming mark?” pubblicato su “Nature” il primo dicembre 2023 da un team di ricercatori del Met Office, suggerisce di riconoscere immediatamente il superamento una volta raggiunto il limite dell’Accordo di Parigi.
Il 2023 ha visto battere molti record mensili della temperatura globale. “Il principale motore delle temperature da record – ha osservato Adam Scaife del MET Office – è il continuo riscaldamento indotto dall’uomo dall’inizio della rivoluzione industriale”. Se il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, superando il record stabilito nel 2016, grazie anche al contributo di El Niño all’aumento temporaneo e parziale della temperatura globale, il 2024 rischia di battere il record dell’anno passato.