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L’esercito statunitense ha usato l’IA per selezionare gli obiettivi in Medio Oriente

L’esercito statunitense ha usato l’IA per selezionare gli obiettivi in Medio Oriente

K metro 0 – Washington – Gli Stati Uniti hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per identificare i bersagli colpiti dai raid aerei in Medio Oriente il 2 febbraio, utilizzando sempre più per il combattimento questa tecnologia in fase di sviluppo. Algoritmi di apprendimento automatico capaci di machine learning hanno così identificato target e contribuito a restringere

K metro 0 – Washington – Gli Stati Uniti hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per identificare i bersagli colpiti dai raid aerei in Medio Oriente il 2 febbraio, utilizzando sempre più per il combattimento questa tecnologia in fase di sviluppo.

Algoritmi di apprendimento automatico capaci di machine learning hanno così identificato target e contribuito a restringere i bersagli per più di 85 raid attacchi statunitensi. Lo ha spiegato a Bloomberg Schuyler Moore, chief technology officer del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), che gestisce le operazioni militari in Medio Oriente. Ne ha poi parlato Ct24.

“Stiamo usando la visione computerizzata per determinare dove possono trovarsi le minacce”, ha dichiarato l’esperto, che ricopre il ruolo di Chief Technology Officer presso il CENTCOM statunitense. Si riferisce al tipo di programmi basati sull’apprendimento automatico che possono, ad esempio, distinguere diversi oggetti nelle immagini aeree.

Moore ha rivelato che la tecnologia ha aiutato a restringere l’elenco degli obiettivi per le decine di attacchi condotti il 2 febbraio. Anche un recente rapporto del sito web The Times of Israel, ad esempio, conferma che l’intelligenza artificiale sta aiutando l’intelligence militare a identificare obiettivi militari nella Striscia di Gaza.

Ma la nuova dichiarazione rivela il crescente utilizzo dell’IA anche nelle operazioni di combattimento. L’Esercito degli Stati Uniti ha sviluppato il software di individuazione dei bersagli nell’ambito del Progetto Maven, che il Pentagono ha lanciato nel 2017 per iniziare a distribuire strumenti di apprendimento automatico in tutto il dipartimento.

Questo programma israeliano è progettato per raccogliere enormi quantità di dati e poi consigliare l’obiettivo a un analista umano. L’obiettivo può essere un’arma, un veicolo o una persona in carne e ossa. Il programma può suggerire fino a duecento obiettivi in soli 10-12 giorni, hanno dichiarato i funzionari israeliani. Gli israeliani affermano che la designazione dei bersagli è solo la prima parte di un processo di revisione più ampio che potrebbe coinvolgere analisti umani.

A proposito dei raid del 2 febbraio, il Pentagono ha precisato che sono stati condotti da bombardieri e aerei da combattimento di vario genere e hanno colpito bersagli in sette strutture in Iraq e Siria come risposta a un attacco mortale contro il personale statunitense presso una base in Giordania, la Tower 22. “Abbiamo utilizzato la visione artificiale per identificare dove potrebbero esserci state minacce”, ha detto Moore e questo “ci ha dato più opportunità di individuare bersagli negli ultimi 60-90 giorni”.

Gli Stati Uniti stanno attualmente cercando “un sacco” di obiettivi di forze ostili nella regione, dunque l’AI aiuta ad assolvere — rapidamente ed efficacemente — un compito complesso.

Maven aveva già fatto storcere il naso ad alcuni dipendenti del settore, ma “il 7 ottobre è cambiato tutto”, ha evidenziato Moore, facendo riferimento all’attacco di Hamas contro Israele che ha preceduto la guerra a Gaza. “Ci siamo subito messi in moto ad un ritmo molto più elevato e con un’operatività molto più elevata di quanto non avessimo fatto in precedenza”. Il quale ha poi chiarito anche che le capacità di intelligenza artificiale di Maven sono state utilizzate per aiutare a individuare potenziali bersagli, ma non per verificarli o dispiegare armi.

 

di Sandro Doria

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