fbpx

Ucraina:  la guerra ha distrutto l’ambiente e la biodiversità

Ucraina:  la guerra ha distrutto l’ambiente e la biodiversità

K metro 0 – Kiev – Da quando è iniziata, nel febbraio del 2022,  ad oggi, la guerra ha lasciato cicatrici profonde in Ucraina. Con danni enormi a uno degli ecosistemi più ricchi d’Europa.    “La terra e l’acqua sono state inquinate a causa dei combattimenti”,  ha dichiarato Victoria Kireeva, vice ministro ucraino per la protezione

K metro 0 – Kiev – Da quando è iniziata, nel febbraio del 2022,  ad oggi, la guerra ha lasciato cicatrici profonde in Ucraina. Con danni enormi a uno degli ecosistemi più ricchi d’Europa.  

 “La terra e l’acqua sono state inquinate a causa dei combattimenti”,  ha dichiarato Victoria Kireeva, vice ministro ucraino per la protezione ambientale, durante la COP28 a Dubai lo scorso dicembre. “Dopo 18 mesi di guerra – ha aggiunto – la quantità totale di emissioni è stimata a 150 milioni di tonnellate di CO2, più di quelle annuali di un paese altamente sviluppato come il Belgio”.

E’ la prima volta, spiega Doug Weir, direttore dell’Osservatorio sui conflitti e l’ambiente, che i ricercatori tentano di stimare le emissioni derivanti da una guerra, perché né i conflitti né le emissioni che producono “vengono adeguatamente presi in considerazione negli accordi sul clima”.

Foreste in fumo

Un quarto di queste emissioni di CO2, è dovuto alla guerra stessa (artiglieria, bombardamenti), il 15% agli incendi e il 12% all’aviazione civile costretta a bypassare l’Ucraina per motivi di sicurezza. I ricercatori  distinguono tra emissioni dirette e indirette. Quelle dirette comprendono gli effetti di esplosioni e incendi, alterazioni del paesaggio dovute ai bombardamenti e al transito di veicoli, oltre alla contaminazione da residui tossici e all’inquinamento acustico. Fra quelle indirette va inclusa  la ricostruzione dell’Ucraina che da sola genera più di un terzo (36%) delle emissioni legate al conflitto.

Alla fine di ottobre 2023, gli incendi scoppiati dall’inizio della guerra coprivano circa 12.000 km2, ovvero più del 20% delle foreste, spiega Nickolai Denisov, direttore dell’associazione Zoï Environnement Network.

Anche in tempo di pace ci sono incendi. Ma dalle analisi satellitari vediamo che tre quarti di questi incendi si sono verificati entro un raggio di 30 km dalla linea del fronte, ovvero sono concentrati vicino ad aree dove si è più combattuto dall’inizio dell’invasione russa.

Oltre a emettere enormi quantità di carbonio nell’aria, questi incendi riducono la biodiversità uccidendo gli animali e distruggendo i loro habitat. Nel novembre 2023, più di 6.000 ettari di piante rare e habitat di zone umide sono bruciati nella penisola di Kinburn vicino a Odessa, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Parks. Altrove, le mine rendono le operazioni antincendio ancor più pericolose.

Metalli pesanti nei suoli

La guerra devasta i suoli  e inquina le acque, infiltrate dai metalli pesanti contenuti nelle mine e nei missili. Concentrazioni eccessive di mercurio, rame, zinco e un aumento dell’inquinamento organico e biogenico dell’acqua sono stati registrati in luoghi dove  prima della guerra non erano mai stati rilevati.  

La regione di Kharkiv, ha registrato un aumento del 200% della contaminazione da cadmio, un metallo altamente cancerogeno. Anche le regioni di Kherson e Zaporizhia stanno registrando un aumento del 139% e del 156% delle fuoriuscite di petrolio, secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Studies.

Il bacino carbonifero del Donbass è costantemente minacciato da bombardamenti e interruzioni di corrente. Per evitare che le gallerie sotterranee non sfruttate vengano inondate da acqua contaminata da arsenico o piombo, di cui è ricco il carbone, è essenziale un pompaggio continuo, spesso bloccato però  dalle frequenti interruzioni della fornitura di energia elettrica.  

Gli effetti sugli ecosistemi

Nel giugno 2023, l’esplosione della diga di Kakhovka, nel sud del paese, ha avuto conseguenze disastrose anche sugli ecosistemi. al punto che la procura generale ha aperto un’indagine per “reato di ecocidio”, finora non riconosciuto dal diritto internazionale. 63.447 ettari di foreste sono state inondate e centinaia di animali sono stati uccisi o messi in fuga.

Specie rare  come le formiche arboricole liometopum microcephalum (in tutto il mondo se ne contano solo 8 specie viventi)  o il topo della betulla di Nordmann, (il 70% della sua  popolazione mondiale viveva in zone che sono state inondate), rischiano di scomparire localmente.

Gli ecosistemi a monte della diga dipendevano da questo bacino nelle vicinanze. Così  tutti gli organismi viventi  presenti nel bacino sono morti. Col forte rischio che vengano sostituiti da specie tropicali invasive più resistenti e distruttive.  

L’Ucraina rappresenta il 35% della biodiversità dell’Europa (ospita oltre 70.000 specie, molte delle quali rare ed endemiche). E sebbene copra meno del  6% della superficie del Vecchio Continente, è fondamentale per le specie migratorie. Dal 24 febbraio 2022, 812 riserve naturali che coprono una superficie di 0,9 milioni di ettari sono state colpite dalla guerra. 

Molte specie  presenti nel Libro rosso che elenca le piante e gli animali minacciati nel paese sono scomparse. Ma il censimento potrà iniziare davvero solo a guerra finita e dopo lo sminamento delle riserve naturali.

Il territorio ucraino conta otto riserve della biosfera riconosciute dall’UNESCO, che favoriscono la conservazione della biodiversità. Quella di Askania-Nova, nella regione occupata di Kherson, ha dovuto evacuare tutto il suo personale e solo grazie alle immagini satellitari è possibile “monitorare quanto accade nella riserva”.

(Franceinfo)

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: