K metro 0 – Chisinau – Le autorità della Transnistria, autoproclamata entità separatista filorussa sul territorio moldavo, intendono chiedere in un congresso presso il Palazzo della Repubblica di Tiraspol, protezione a Mosca contro le “pressioni” economiche della Moldavia. Mosca ha promesso che prenderà in considerazione la richiesta di aiuto arrivata dalla Transnistria, precisando che la tutela
K metro 0 – Chisinau – Le autorità della Transnistria, autoproclamata entità separatista filorussa sul territorio moldavo, intendono chiedere in un congresso presso il Palazzo della Repubblica di Tiraspol, protezione a Mosca contro le “pressioni” economiche della Moldavia. Mosca ha promesso che prenderà in considerazione la richiesta di aiuto arrivata dalla Transnistria, precisando che la tutela degli interessi dei residenti della regione e dei connazionali è una priorità.
L’oggetto della richiesta a Putin sono i dazi imposti da Chisinau il 1° gennaio, che le aziende transnistriane devono versare al bilancio moldavo. I partecipanti al congresso hanno così adottato una risoluzione su un appello alla Russia, che prevede di chiedere al Parlamento russo, al Consiglio della Federazione e alla Duma di Stato, di “attuare misure per proteggere la Transnistria sotto la crescente pressione della Moldavia”.
Il portavoce del governo di Chisinau, Daniel Voda, minimizza il congresso di Tiraspol, parlando di evento propagandistico che non merita di essere seguito da giornalisti stranieri. “Non vediamo nessun pericolo di destabilizzazione. Seguiamo con molta attenzione e ribadiamo che questa regione vuole pace e sicurezza”, afferma Voda a Ukrainska Pravda.
Sul territorio della Repubblica moldava transnistriana sono presenti più di 220.000 cittadini russi; il documento fa inoltre riferimento “all’esperienza eccezionalmente positiva delle operazioni di pace russe sul fiume Dniester” e “al suo status di garante e mediatore nel processo negoziale”.
La risoluzione contiene anche un appello alla comunità internazionale, con la richiesta di evitare l’inasprimento delle relazioni tra le autorità delle due sponde del Dniester e di facilitare la “ripresa di un dialogo completo”. L’appello sarà così inviato al Segretario generale delle Nazioni Unite, alla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), al Parlamento europeo, all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), al Comitato internazionale della Croce Rossa, e ai partecipanti ai negoziati del formato “cinque più due”, ossia Moldavia, Transnistria, Osce, Russia e Ucraina, e agli osservatori dell’Ue e degli Stati Uniti.
“La Transnistria continuerà a lottare per la propria identità, i diritti e gli interessi del popolo transnistriano e non rinuncerà a difenderli nonostante tutte le forme di ricatto e di pressione esterna”, si legge nel testo riportato dalla testata polacca rp.
La stessa testata giornalistica riferisce che il premier polacco Donald Tusk teme che la Moldavia possa essere vittima dell’aggressione russa. Intanto, dichiara: “Stiamo discutendo su come sostenere efficacemente l’Ucraina. Abbiamo lo stesso punto di vista della Norvegia: vogliamo intensificare l’assistenza a Zelensky, in questo caso coopereremo anche a livello bilaterale”. E aggiunge: “Sono lieto che la stretta cooperazione all’interno della Nato dei tre Paesi nordici sarà ancora più intensa. Parte di questa cooperazione sarà la preoccupazione per la sicurezza del Mar Baltico”.
Al premier della Polonia è stato poi chiesto se l’Ucraina, a suo avviso, potrebbe perdere la guerra e se l’aggressione russa minaccia la Moldavia, alla luce dell’appello della Transnistria separatista alla protezione russa. Egli ha risposto che la Moldavia “deve essere di nostro interesse”. – Nei prossimi mesi si terranno le elezioni. Dobbiamo essere consapevoli che potrebbe essere vittima di aggressioni e di azioni ibride”, ha concluso.