K metro 0 – Roma – Dal “Circo Elettrico”, impronte d’artista su fogli, più leggeri della tela, raffinati   gouaches su carta paglia, sculture di carta e cartone ondulato dai magici colori e  di rara ricercatezza, esposti nella sua mostra del dicembre 2022 (vedi www.kmetro0.it 6/12/2022, “Impronte d’artista: tre mostre a Roma sugli usi creativi della carta”)   a quella oggi in corso: “Stelle filanti”.

Torna a incantarci Elvi Ratti, artista poliedrica, pittrice, scultrice, fotografa, grafica ma anche poetessa e sceneggiatrice di piccole pièces teatrali (indimenticabile “Le cravatte furiose dell’Orlando Verdone” per i 90 anni di Mario Verdone, uno dei maggiori esperti di futurismo, al Museo di Roma in Trastevere nel 2007).

Ritorna in scena con una mostra antologica alla Fondazione Bianca e Fliberto Menna (autore di un testo, La linea analitica dell’arte moderna, Einaudi, 1975, considerato tra i principali documenti della critica storico-artistica contemporanea).

Accanto a un nucleo di 12 “pastelli futuristi” realizzati dal Elvi Ratti a Positano nel 1975, “Stelle Filanti” propone oggi una serie di sculture in terracotta e alcune preziose incisioni prodotte alla Kunst Akademie di Salisburgo nel 1990: una selezione di storiche tele, tra cui “Mariage” (1987) “La vie en rose” (1989) “Racconti d’Oriente” (1992), e “Titani”: nastri che si liberano nello spazio con movimenti flessuosi. Nastri galleggianti con forme ondulate a volte perfette, più spesso contorte e piegate, “con accenti ora severi, ora dettati da un esprit di leggerezza, ora ilari, sempre eleganti, non di rado affettuosi”, come ha suggerito Mario Verdone nel 2005.

Nastri che le consentono di abbandonare la tragicità della materia scavata e lacerata per dar vita a forme nuove dagli equilibri forti e precari “come me”, dirà lei stessa nel suo ricco volume illustrato (Elvi Rati, Artista di forme e colori, Palombi, Roma 2017, a cura di Michele Rak).

Quel che all’inizio appare è solo un nastro, faticosamente raccolto,  mentre si avvolge e si contrae. E che in seguito  a una rottura dell’equilibrio, scatta imprevedibile e diventa altro. Si fa onda pietrificata ma ancora accesa di tutti i suoi colori. Sussulta.

Nastri che sembrano snodarsi da rotoli di tessuto o di carta e danno vita a curve, volute, pieghe trasmesse dai moti d’animo dell’autrice. Nastri che ritroviamo anche in molte delle sue sculture. Immagini che trasmettono la forte sensazione di un’artista sempre ansiosa e irrequieta. Un’ansia e un’irrequietudine che sono la molla di una creatività quasi inesauribile.     

“Stelle Filanti” è solo un piccolo, elegante  abrégé del suo lungo percorso artistico: oltre 50 anni di pieghe, onde, volute, torsioni sull’oro, il bronzo, la carta e altre materie preziose. Versatile ricercatrice di materie e forme, allieva del grande scultore Umberto Mastroianni, studia pittura da Gianni Micheletti a Torino,  frequenta gallerie d’arte,  in special modo Le Centre International de Recherche Estéthique diretto da Michel Tapié  (tra i principali promotori dell’”arte informale”). E si dedica    anche a modellare e fondere raffinate sculture-gioiello e sperimentare l’incisione con Beppe Berto all’Accademia di Roma.   La realizzazione di raffinati gioielli, sculture in bronzo oppure in ceramica o terracotta, tele e collage di carte colorati rivelano l’anima dell’artista sempre curiosa di essere in un contesto artistico in veloce cambiamento e sperimentazione.

FONDAZIONE FILIBERTO E BIANCA MENNA, VIA DEI MONTI DI PIETRALATA 16, ROMA. Visitabile fino al 20 marzo 2024 dalle ore 15 alle 19 dal  lunedì  al giovedì  su appuntamento

Info/fondazionemenna.it – +39 089254707 – + 39 3401608136

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