K metro 0 – Lussemburgo – La Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) ha stabilito che la Spagna viola l’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato. Una decisione che imporrebbe al Paese iberico di rendere permanenti a tutti gli effetti più di mezzo milione di dipendenti pubblici interinali di lungo termine. La Cgue ha
K metro 0 – Lussemburgo – La Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) ha stabilito che la Spagna viola l’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo determinato. Una decisione che imporrebbe al Paese iberico di rendere permanenti a tutti gli effetti più di mezzo milione di dipendenti pubblici interinali di lungo termine.
La Cgue ha inoltre rimarcato che la soluzione sarebbe “la conversione di questi contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato”. A questo proposito, sottolinea che “la conversione di questi contratti temporanei in contratti regolari può costituire” la soluzione. Ne riferisce Rtve.
In ogni caso, la Cgue ritiene che spetti alla magistratura spagnola modificare la giurisprudenza nazionale consolidata se questa si basa su un’interpretazione incompatibile con gli obiettivi della legislazione europea, in particolare dell’Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato.
La Cgue ha così risposto a una serie di quesiti posti dall’Alta Corte di Giustizia di Madrid in merito alle controversie promosse da tre lavoratori contro la Consejería de Presidencia, Justicia e Interior de la Comunidad de Madrid, l’Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) e l’Agencia Madrileña de Atención Social de la Comunidad de Madrid (Agenzia madrilena di assistenza sociale della Comunità di Madrid).
Questi lavoratori sono stati per molti anni (dal 1994 nei primi due casi e dal 1998 nel terzo) con contratti a tempo determinato successivi, e l’Alta Corte chiede quindi alla Cgue di interpretare l’Accordo quadro in relazione all’efficacia delle misure volte a prevenire l’abuso di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato nel settore pubblico.
Nella sua sentenza, la Cgue risponde al Tsjm (Tribunale superiore di giustizia di Madrid, ovvero l’Alta Corte) che un lavoratore a tempo indeterminato non regolare, figura creata dalla giurisprudenza, deve essere considerato un lavoratore con contratto a tempo determinato ai fini dell’accordo quadro e rientra quindi nel suo campo di applicazione.
Un’interpretazione così restrittiva della nozione di “rapporti di lavoro a tempo determinato successivi” consentirebbe di impiegare i lavoratori in modo precario per anni. Potrebbe così portare non solo all’esclusione, in pratica, di un gran numero di rapporti di lavoro a tempo determinato dalla tutela dei lavoratori voluta dalla normativa europea, ma anche all’abuso di tali rapporti da parte dei datori di lavoro per soddisfare esigenze di personale permanente e stabile”. Questo quanto sostenuto dalla Corte europea.
Spetta ora ai tribunali spagnoli applicarla. Ne consegue, secondo la Cgue, che questi tre casi “non sono caratterizzati dalla conclusione di un unico contratto, ma dalla conclusione di contratti che possono effettivamente essere classificati come successivi ai fini dell’accordo quadro”, ma questo punto, aggiunge, deve essere verificato dal Tsjm.
La Corte di giustizia europea ritiene inoltre che lo svolgimento di procedure di selezione per la copertura definitiva di posti occupati provvisoriamente da lavoratori temporanei “sia una misura adeguata a evitare di perpetuare la situazione di precarietà di tali lavoratori”. Tuttavia essa sottolinea che, secondo il Tsjm, nonostante la normativa applicabile stabilisca termini specifici per la convocazione di tali procedure selettive da parte dell’amministrazione in questione, “in realtà tali termini non sono rispettati e tali procedure sono poco frequenti”.