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Onu: “Rischio massacro a Rafah”, giornata chiave per tregua a Gaza

Onu: “Rischio massacro a Rafah”, giornata chiave per tregua a Gaza

K metro 0 – Gaza – Una giornata chiave per la tregua nella Striscia di Gaza mentre l’Onu lancia il nuovo allarme per Rafah: in caso di attacco di Israele “si rischia un massacro”. Le forze armate israeliane – riferisce l’Adnkronos – continuano l’offensiva che pare destinata a concentrarsi sulla città che accoglie attualmente oltre

K metro 0 – Gaza – Una giornata chiave per la tregua nella Striscia di Gaza mentre l’Onu lancia il nuovo allarme per Rafah: in caso di attacco di Israele “si rischia un massacro”. Le forze armate israeliane – riferisce l’Adnkronos – continuano l’offensiva che pare destinata a concentrarsi sulla città che accoglie attualmente oltre 1.5 milioni di palestinesi. Dal Cairo, intanto, potrebbero arrivare segnali importanti sulla possibilità di arrivare al cessate il fuoco.

Mentre i canali rimangono aperti su più fronti, Israele continua l’operazione di terra. E’ il capo di stato maggiore delle forze di difesa (Idf), il generale Herzi Halevi, a fare il punto della situazione. Se dovesse scattare la tregua, l’esercito “saprebbe come riprendere” l’offensiva per smantellare Hamas. Rispetto ad ottobre, quando è iniziata l’offensiva, secondo il generale la situazione è “decisamente migliore” dal punto di vista della sicurezza. “Stiamo costruendo un quadro molto più sicuro”, afferma.

L’esercito non ha ancora presentato un piano di evacuazione per la popolazione da Rafah, dove si sono rifugiati circa 1,6 milioni di palestinesi, spiega alla Cnn il portavoce delle (Idf) Peter Lerner. “Il governo ha incaricato l’Idf di elaborare un piano per raggiungere i nostri obiettivi, i nostri obiettivi di guerra, nell’area di Rafah. Il piano deve ancora essere presentato, ovviamente, al governo”, precisa.

Lerner dice che l’obiettivo dell’esercito è quello di creare un piano che permetta di evacuare i civili portandoli “fuori pericolo”, in modo che siano differenziati dai militanti di Hamas. Si ritiene che, in seguito agli ordine di evacuazione per il nord e il centro della Striscia di Gaza, metà della popolazione dell’enclave palestinese si trovi ora a Rafah. Distinguere civili e miliziani di Hamas, secondo Lerner, “si può fare. Abbiamo fiducia nella nostra capacità di differenziare e distinguere”. Altrimenti, “l’alternativa è arrendersi a Hamas e sacrificare 134 persone”.

La prospettiva in Medio Oriente resta quella dei “due popoli due Stati. La popolazione civile palestinese non è Hamas”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. “Chiedere una reazione proporzionata e dire che bisogna preservare la popolazione civile palestinese, che non ha nulla a che fare con Hamas, mi pare un consiglio da amici di Israele. La nostra posizione resta la stessa”, ha aggiunto.

Israele ha il diritto di reagire e attaccare Hamas, ma la reazione deve essere proporzionata. Ora ci sono troppe vittime civili” e l’Italia ”come amico di Israele dice di fare attenzione ed evitare troppe vittime civili”, aveva detto in precedenza il vicepremier intervenendo su Rtl 102.5 e sottolineando che l’intervento militare israeliano sulla Striscia di Gaza ha provocato ”decine di migliaia di vittime civili, sono troppe”.

Infine, il capo degli affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, esprime nuovamente profonda preoccupazione per il previsto attacco israeliano a Rafah, dove più della metà della popolazione di Gaza potrebbe essere a rischio di “massacro” se la campagna dovesse procedere. “Lo scenario che temevamo da tempo si sta svelando a una velocità allarmante”, ha affermato Griffiths su X. “Lancio ancora una volta l’allarme: le operazioni militari a Rafah potrebbero portare a un massacro a Gaza. Potrebbero anche lasciare un’operazione umanitaria già fragile in punto di morte”.

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Nizar Ramadan
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