K metro 0 – Agenzia Nova – Roma – Si è conclusa con la firma una dichiarazione congiunta, di sette accordi intergovernativi e di 16 protocolli d’intesa commerciale la prima giornata della visita a Roma del presidente del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev. Una giornata segnata, in particolare, dall’incontro al Quirinale con l’omologo Sergio Mattarella, da quello
K metro 0 – Agenzia Nova – Roma – Si è conclusa con la firma una dichiarazione congiunta, di sette accordi intergovernativi e di 16 protocolli d’intesa commerciale la prima giornata della visita a Roma del presidente del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev. Una giornata segnata, in particolare, dall’incontro al Quirinale con l’omologo Sergio Mattarella, da quello a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e infine dalla partecipazione, assieme al ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, alla Tavola rotonda sugli investimenti organizzata alla Farnesina. È in questa circostanza che Tokayev ha parlato dell’apertura “di un nuovo capitolo” delle relazioni. L’Italia, ha ricordato, è già il terzo partner commerciale al mondo del Kazakhstan, e dal 1991, anno dell’indipendenza, ha investito quasi 10 miliardi di dollari nel Paese centrasiatico. Ma ora, ha sottolineato il presidente kazakho, “è tempo di portare il partenariato a un livello superiore” e di “esplorare nuovi campi di cooperazione”: oltre all’energia, ci sono “enormi opportunità” nel campo delle materie prime rare, della transizione energetica e digitale, delle infrastrutture di trasporto, dell’industria e dell’agricoltura.
La dichiarazione congiunta adottata nel primo pomeriggio tra Tokayev e Meloni esprime soddisfazione per “il dialogo regolare” tra i due Paesi a tutti i livelli, sottolinea che in più di trent’anni Kazakhstan e Italia hanno trasformato i loro legami in un “solido partenariato basato sulla fiducia reciproca, su valori condivisi e su una cooperazione efficace”. “Desideriamo continuare a diversificare e approfondire i legami in tutti i settori di comune interesse”, si legge ancora nel documento, che menziona anche la Dichiarazione sulla crescita firmata nel settembre scorso ad Astana dai ministri degli Esteri, Antonio Tajani e Murat Nurtleu. “I settori chiave della cooperazione sono: l’energia, l’esplorazione e l’estrazione di risorse naturali, l’economia verde, l’edilizia, le infrastrutture, i trasporti e la logistica, l’agricoltura, le attività scientifiche e tecnologiche, e i servizi di consulenza.
Sottolineando l’importanza di approfondire la cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra i due Stati, accogliamo con favore l’istituzione del Business Council. Prendiamo atto dell’importanza del negoziato volto alla stipula dell’accordo tra il governo della Repubblica del Kazakhstan e il governo della Repubblica Italiana sulla promozione e mutua protezione degli investimenti, che contribuirà al miglioramento del clima degli investimenti e all’ulteriore sviluppo di una cooperazione commerciale ed economica che apporti vantaggi comuni sia per il Kazakhstan sia per l’Italia. Rileviamo, inoltre, l’importanza di espandere la cooperazione nel settore dell’educazione superiore tra le università kazakhe e quelle italiane, in particolare quelle specializzate in scienza e tecnologia”. Le intese riguardano lo status dei luoghi di sepoltura dei militari morti durante la Seconda guerra mondiale; la cooperazione tra i rispettivi ministeri della Giustizia, della Cultura e della Scienza e dell’Università; la collaborazione tra le rispettive scuole nazionali di pubblica amministrazione; la creazione di un fondo comune d’investimenti per l’industria manifatturiera, energetica e logistica cui contribuiranno il fondo sovrano kazakho Samruk-Kazyna e il gruppo italiano Cassa depositi e prestiti (Cdp); la realizzazione, da parte dell’italiana Eni e della kazakha KazMunaiGas, di una centrale ibrida in Kazakhstan con una capacità totale di 247 megawatt.
Successivamente, alla Farnesina, sono stati firmati altri 16 documenti. Si tratta di quattro protocolli d’intesa tra il gruppo assicurativo finanziario Sace e la Banca di sviluppo del Kazakhstan, tra Ansaldo energia e la compagnia elettrica Samruk Energy, tra il gruppo industriale Ballestra e il fondo d’investimento Samruk-Kazyna, tra Confindustria e la locale associazione imprenditoriale Atameken. Ancora, sono stati siglati accordi commerciali tra Eni e il fondo Samruk-Kazyna e tra quest’ultimo e Maire Tecnimont; tra il costruttore di macchinari tessili Cormatex e il fondo d’investimento per lo sviluppo kazakho Kiid; tra la Prosol, azienda italiana leader nella produzione di ingredienti per la nutrizione umana, infantile e animale, e la compagnia Qyzyljar; tra la società Nuovo Pignone, centro d’eccellenza per il design e la produzione di turbine a gas, e la compagnia nazionale del gas QazaGaz; tra quest’ultima e Pietro Fiorentini, società italiana che sviluppa, progetta e realizza soluzioni tecnologicamente avanzate per la filiera del gas naturale; tra Green Spark Italy e l’Università nazionale eurasiatica; tra la compagnia aerea Neos e il ministero dei Trasporti di Astana; tra il gruppo agroindustriale Bonifiche Ferraresi e la kazakha Agrofirma-Tnk; tra Caspian Sea Bv e la stessa Qazaqgas; tra Simest e l’agenzia Kazakh Invest.
Ad accompagnare Tokayev oggi, nel quadro della delegazione kazakha, sono stati anche i ministri dell’Energia (Almasadam Satkaliyev), Scienza e Istruzione (Nurbek Sayasat), Industria e Costruzioni (Kanat Sharlapaev), Agricoltura (Aidarbek Saparov), il viceministro degli Esteri (Roman Vassilenko) e il viceministro dei Trasporti (Talgat Lastaev). Presenti anche i vertici di grandi realtà economiche kazake (quali Samruk Kazyna, Atameken, KazMunaiGas, Association of Kazakhstan Machinery Industry, Development Bank of Kazakhstan, KazTransGaz Aimak, Union of green hydrogen of Kazakhstan, Agrofirma). Oltre 100 i partecipanti lato italiano alla tavola rotonda alla Farnesina, tra cui enti ed associazioni (Ice, Cdp, Simest, Sace, Confindustria, Oice, Anie, Filiera Italia, Confapi) e imprese di punta dei settori di interesse condiviso tra i due Paesi (tra cui Eni, Petrol Valves, Cremonini, Seingim, Maire Tecnimont, Neos, Saipem, Ansaldo Energia, Danieli & Officine meccaniche, Nuovo Pignone, Sicim, Leonardo, Fincantieri, Bonatti, Pietro Fiorentini, Bonifiche Ferraresi). Presenti quasi 30 tra amministratori delegati e presidenti italiani su oltre 40 realtà coinvolte.
Il Kazakhstan è un Paese “portatore di pace”, ha detto nell’occasione Tajani, e approfondire il partenariato politico ed economico con il Paese centrasiatico, in una fase storica caratterizzata da crescenti conflittualità, è “cruciale”. Il ministro ha anche sottolineato come l’Italia sia primo partner commerciale del Kazakhstan in Europa e terzo in assoluto, tra i primi dieci investitori nel Paese. Nel 2022 le esportazioni sono cresciute del 66 per cento, l’interscambio è triplicato. “Io, però, non mi accontento. Vogliamo fare di più e meglio”, ha aggiunto Tajani, ribadendo l’impegno ad aiutare “senza sosta” le imprese che vogliono investire in Kazakhstan e a favorire l’interscambio e l’export. Il capo della diplomazia italiana ha ricordato il potenziale, “ancora da sfruttare”, in ambiti industriali come quello della transizione energetica. “Le nostre imprese possono dare un valore aggiunto ai piani di diversificazione dell’economia kazakha”, ha evidenziato Tajani, promettendo che l’Italia metterà le sue eccellenze a disposizione di Astana in tutti i settori.
Tajani ha quindi espresso “interesse” allo sviluppo del cosiddetto Corridoio di mezzo, la Rotta internazionale di trasporto trans-caspica (Titr), e alle infrastrutture connesse, un interesse del resto già manifestato dall’Italia attraverso la dichiarazione congiunta firmata a Palazzo Chigi. Il capo della diplomazia di Roma ha fatto riferimento alla rete di linee ferroviarie e marittime tesa a collegare Europa ed Estremo Oriente attraverso l’Asia centrale, aggirando le infrastrutture in territorio russo. L’Italia, ha detto Tajani, sosterrà l’impegno del Kazakhstan ad affermarsi come principale snodo logistico in Asia centrale. Anche Tokayev ha parlato del Corridoio di mezzo, definendolo “una grande opportunità per le imprese italiane”, che offre al Kazakhstan l’occasione per approfondire la cooperazione con il nostro Paese. “C’è ancora spazio per approfondire la cooperazione nel settore logistico, noi siamo un hub infrastrutturale, un ponte tra est e ovest, occupiamo l’80 per cento del traffico merci tra Cina e Occidente”, ha ricordato Tokayev rivolgendosi in particolare ai leader delle oltre 40 aziende italiane presenti all’evento. Secondo il leader kazakho, il Corridoio di mezzo “non è solo il percorso più breve, ma anche il più sostenibile per l’Europa”. Tokayev ha ricordato come il volume delle merci in transito per il Kazakhstan sia raddoppiato e come negli ultimi 15 anni il Paese abbia investito più di 35 miliardi di dollari nel settore dei trasporti
Nel suo lungo intervento, il presidente kazakho ha anche affermato l’impegno del suo Paese, con oltre 5 mila depositi ancora non esplorati e 19 materie prime rare su 34 prodotte, a diventare un grande fornitore di minerali critici per l’Italia e per l’Europa. Il leader kazakho ha ricordato come l’energia sia una pietra miliare della cooperazione tra i due Paesi, ha sottolineato come Astana sia “un partner leale” e ha menzionato il ruolo di Eni, che “ha contribuito significativamente allo sviluppo dei giacimenti di Kashagan e Karachaganak”. “Altre aziende italiane – ha aggiunto – possono cogliere le vaste opportunità nella ricerca di nuovi giacimenti”. Tokayev ha ribadito però anche l’impegno del suo Paese sul fronte della decarbonizzazione, ricordando come il Kazakhstan sia stato il primo Paese a ratificare gli accordi di Parigi e abbia già attirato l’attenzione di molti operatori internazionali nel settore delle rinnovabili. Ora, ha affermato, “l’evoluzione tecnologica ci fa capire che c’è ancora tanto da fare”, e il Kazakhstan “invita le aziende italiane a sviluppare partenariati nel settore dei minerali critici”.
Non solo. Il Kazakhstan, ha detto Tokayev, vuole creare joint-venture con le aziende italiane per produrre pasta, sfruttando l’enorme potenziale offerto dal proprio territorio nel campo della produzione cerealicola. Il Paese centrasiatico è il decimo produttore di farina al mondo, e può avere un ruolo nel contribuire a ridurre il deficit mondiale in materia di sicurezza alimentare. “Invitiamo le aziende italiane a sfruttare le opportunità in questo settore. Il nostro grano è già utilizzato per produrre spaghetti, possiamo incrementare le esportazioni”, ha sottolineato il presidente kazakho, ricordando tra i possibili terreni di cooperazione tra aziende dei due Paesi anche quelli dell’industria farmacologica e della digitalizzazione.