K metro 0 – Tel Aviv – “Israele porterà avanti la guerra fino a quando tutti i suoi obiettivi non saranno stati raggiunti“, dalla sconfitta di Hamas al rientro a casa degli ostaggi in mano ai terroristi nella Striscia di Gaza. E’ quanto ha chiarito il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un colloquio
K metro 0 – Tel Aviv – “Israele porterà avanti la guerra fino a quando tutti i suoi obiettivi non saranno stati raggiunti“, dalla sconfitta di Hamas al rientro a casa degli ostaggi in mano ai terroristi nella Striscia di Gaza. E’ quanto ha chiarito il premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un colloquio telefonico con il presidente americano Joe Biden.
Nel corso della telefonata, ha riferito l’ufficio del premier israeliano, Netanyahu “ha espresso il suo apprezzamento per la posizione degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza“, con riferimento alla posizione adottata da Washington per evitare l’adozione di una richiesta vincolante dell’esecutivo Onu per un cessate il fuoco a Gaza.
Intanto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, ha reso noto che l‘esercito israeliano ha ulteriormente ampliato le operazioni nel sud di Gaza, in particolare contro le infrastrutture sotterranee di Hamas. “Fin dal loro ingresso nelle nuove basi di Hamas, le truppe sono impegnate in pesanti battaglie”, ha affermato.
Nell’area di Khan Younis, l’esercito israeliano sta operando “molto intensamente” per smantellare i tunnel del gruppo terroristico palestinese. Finora le forze di terra hanno distrutto o sequestrato circa 30mila armi esplosive, tra cui missili anticarro e RPG, in tutta la Striscia di Gaza.
Nell’area dei quartieri di Daraj e Tuffah a Gaza City, le forze israeliane hanno trovato un deposito di armi in una scuola, contenente molti ordigni esplosivi, razzi e mezzi “strategici” appartenenti alle unità navali di Hamas, che secondo Hagari avrebbero potuto essere usate contro le navi della Marina israeliana.
Hamas: “Cinque ostaggi morti in raid Israele”
Il braccio armato di Hamas afferma di ritenere che siano morti cinque ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza. Secondo il portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obeida, “come conseguenza di un barbarico bombardamento” israeliano “si sono persi i contatti con un gruppo responsabile di cinque prigionieri”, ostaggi israeliani. Stando a un messaggio riportato dal sito ‘Palestine On Line’, “riteniamo che i prigionieri siano morti in uno di questi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza”. Hamas identifica tre degli ostaggi “Haim Perry, Yoram Metzger e Amiram Cooper” di età compresa tra gli 80 e gli 84 anni, comparsi nel video diffuso lunedì scorso dal gruppo.
Gaza: 20.258 morti dal 7 ottobre
Sarebbero 20.258 i morti e 53.688 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso. Lo denuncia il ministero della Salute di Gaza, sotto il controllo di Hamas, secondo le notizie riportate dalla tv satellitare al-Jazeera.
In uno dei raid più sanguinosi dall’inizio della guerra nell’enclave, settantasei membri di una famiglia palestinese allargata sarebbero stati uccisi in un raid israeliano contro un edificio di Gaza City. Tra le vittime, secondo il dipartimento della Protezione civile di Gaza, figurano numerosi membri della famiglia al-Mughrabi, inclusi donne e bambini oltre ad Issam al-Mughrabi, da tempo impiegato nel Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, insieme a sua moglie ed ai loro cinque figli.
E almeno 11 palestinesi disarmati sarebbero stati uccisi a Gaza City davanti ai loro familiari lo scorso 19 dicembre, ha denunciato l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, precisando che la notizia non è stata ancora verificata e che, tuttavia, l’episodio potrebbe ritenersi un crimine di guerra. In una nota l’Onu sottolinea di aver “ricevuto informazioni inquietanti secondo cui le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ucciso sommariamente” gli 11 nel quartiere di al-Remal tra le 20 e le 23 di quattro giorni fa. Propaganda di Hamas”, sostiene Mark Regev, consigliere del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyhu. In un’intervista a Sky News, Regev, si è rivolto alla popolazione di Gaza dicendo che un cessate il fuoco potrebbe essere concesso “domani” se Hamas acconsentisse a rilasciare i più di 100 ostaggi ancora nelle sue mani. “Siamo pronti per un’altra pausa umanitaria, come abbiamo fatto a novembre”, ha precisato il consigliere di Netanyahu.
Almeno 18 persone sarebbero morte in raid israeliani sulla parte centrale di Gaza. Stando alle denunce di Daqran alla Cnn, si tratta di vittime di bombardamenti israeliani che hanno colpito le aree di Deir al-Balah e del campo profughi di Al Nusairat. L’agenzia palestinese Wafa ha denunciato il bombardamento da parte di caccia israeliani di un’abitazione lungo la Al-Eshrin Street, a est del campo, con un bilancio di almeno 18 morti e decine di feriti.
Onu: “150mila sfollati in ultime evacuazioni”
Oltre 150.000 persone sono state colpite dagli ultimi ordini di evacuazione israeliani di trasferirsi dal centro di Gaza a Deir al-Balah, “per estendere l’operazione militare in corso”. Lo ha scritto su X il direttore degli Affari dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) Thomas White, aggiungendo che l’area di destinazione “è già sopraffatta, inclusi i rifugi dell’Unrwa”.
“Le persone a Gaza sono Persone. Non sono pedine su una scacchiera, molti sono già stati sfollati diverse volte. L’Esercito israeliano ordina alle persone di spostarsi verso aree dove sono in corso raid aerei. Nessun posto è sicuro”, ha poi scritto White dopo aver contestato le autorità israeliane sugli sgomberi a Gaza.