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Media Usa, Israele non ha dimostrato presenza Hamas sotto ospedale al Shifa

Media Usa, Israele non ha dimostrato presenza Hamas sotto ospedale al Shifa

K metro 0 – Washington – Le prove presentate da Israele prima e dopo il controverso assalto contro l’ospedale al Shifa di Gaza non dimostrano che l’organizzazione islamista Hamas utilizzasse l’ospedale come base operativa, o che sotto la struttura si trovasse un quartier generale dei militanti palestinesi. Lo scrive il quotidiano statunitense “Washington Post”, che

K metro 0 – Washington – Le prove presentate da Israele prima e dopo il controverso assalto contro l’ospedale al Shifa di Gaza non dimostrano che l’organizzazione islamista Hamas utilizzasse l’ospedale come base operativa, o che sotto la struttura si trovasse un quartier generale dei militanti palestinesi. Lo scrive il quotidiano statunitense “Washington Post”, che ricorda come “settimane prima di inviare le sue truppe all’interno dell’ospedale”, Israele abbia lavorato alacremente per giustificare l’operazione. Nei giorni precedenti l’assedio dell’ospedale, il suo bombardamento e l’assalto delle Forze di difesa israeliane (Idf), queste ultime descrissero con straordinaria precisione come i cinque edifici dell’ospedale fossero direttamente coinvolti nelle attività di Hamas, e come al di sotto dell’ospedale si trovasse un centro di comando direttamente accessibile dell’ospedale, utilizzato per indirizzare i lanci di razzi e gli attacchi dei commando di Hamas. Queste affermazioni – affermò il 27 ottobre il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, erano sostenute da “prove concrete”. Il 15 novembre i militari israeliani assalirono il complesso, già colpito da proiettili d’artiglieria, e pubblicarono poi una serie di foto e video relativi al ritrovamento di armi e al passaggio nell’ospedale di alcuni dei civili rapiti da Hamas dopo l’attacco sferrato da Hamas a Israele il 7 ottobre scorso. Tuttavia – scrive il quotidiano statunitense – nulla tra il materiale fornito da Israele dimostra che Hamas utilizzasse l’ospedale come centro di comando e controllo.

Il quotidiano ha eseguito una accurata analisi di materiale audiovisivo, fotografie satellitari e di tutte le evidenze divulgate dalle Idf, giungendo a una serie di conclusioni: “una stanza collegata a una rete di tunnel con mostra alcun segno di un impiego militare da parte di Hamas; nessuno dei cinque edifici del complesso ospedaliero citati da Hagari sembra essere connesso alla rete di tunnel di Hamas; non esiste alcuna prova che si potesse accedere ai tunnel dall’interno dell’ospedale”. La “Washington Post” ricorda che ore prima dell’assalto israeliano ad al Shifa, l’amministrazione del presidente Usa Joe Biden divulgò materiale d’intelligence che secondo la Casa Bianca avvalorava le valutazioni di Israele. Un funzionario dell’amministrazione Biden ha dichiarato al quotidiano che il governo Usa è “assolutamente convinto” che Hamas usasse l’ospedale come centro di comando. Un portavoce delle Idf ha dichiarato al quotidiano che Israele ha pubblicato “prove abbondanti ed esaustive” del presunto utilizzo dell’ospedale “a fini terroristici”. Il portavoce ha affermato che Israele non intende fornire ulteriori prove in proposito. Tuttavia, il quotidiano ha raccolto anche dichiarazioni anonime da parte di membri del Congresso federale Usa che esprimono scetticismo in merito alla credibilità delle prove fornire dai governi statunitense e israeliano. Come ricorda il quotidiano, “eleggere a bersaglio un complesso ospedaliero che dava rifugio a centinaia di pazienti malati e morenti e a migliaia di sfollati non ha precedenti negli ultimi decenni”, specie da parte di un alleato degli Stati Uniti e con l’appoggio di questi ultimi. 

Intanto, l’ex segretaria di Stato Usa Hillary Clinton ha rivolto dure critiche al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, accusandolo di concentrarsi “sui calcoli politici e la propria sopravvivenza politica” più che sulla liberazione degli ostaggi catturati da Hamas durante l’attacco a Israele del 7 ottobre scorso. Clinton ha incontrato ieri alla Columbia University 16 bambini e figli adulti di alcuni degli oltre 100 ostaggi ancora detenuti dall’organizzazione islamista palestinese a Gaza. Tre degli ostaggi sono stati uccisi dalle Forze di difesa israeliane nel contesto della sanguinosa e sempre più controversa offensiva militare intrapresa da Israele a Gaza in risposta all’attacco di Hamas. L’ex segretaria di Stato ha sollecitato i parenti degli ostaggi a intensificare ulteriormente le pressioni sul governo israeliano affinché stringa un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi. “Sino a quando gli ostaggi non saranno il principale e primario obiettivo di Israele, qualunque cosa io o il presidente (Usa, Joe) Biden possiamo dire avrà poco valore”, ha ammesso Clinton, aggiungendo che la Casa Bianca sta conducendo sforzi diplomatici per giungere a un “accordo di Natale” che interrompa le ostilità. Tra i 132 ostaggi che si ritiene siano ancora nelle mani di Hamas figurerebbero almeno otto cittadini statunitensi. Hamas ha liberato più di 100 ostaggi durante un cessate il fuoco temporaneo tra il 24 novembre e il primo dicembre scorsi.

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