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“Più libri più liberi”, successo di pubblico e di vendite

K metro 0 – Roma – Tirano un sospiro di sollievo i piccoli e medi editori a conclusione di “Più libri più liberi”, la Fiera di Roma dedicata esclusivamente all’editoria indipendente. Presenze record: oltre 115mila  persone, un’affluenza straordinaria, superiore a quella del 2023, buoni risultati di vendita, stando almeno ai dati ufficiali. Con un ricco

K metro 0 – Roma – Tirano un sospiro di sollievo i piccoli e medi editori a conclusione di “Più libri più liberi”, la Fiera di Roma dedicata esclusivamente all’editoria indipendente. Presenze record: oltre 115mila  persone, un’affluenza straordinaria, superiore a quella del 2023, buoni risultati di vendita, stando almeno ai dati ufficiali. Con un ricco programma culturale (incontri con autori, letture, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura) curato da Chiara Valerio, brillante matematica e scrittrice. Che sarà anche la curatrice del programma del prossimo anno, che avrà come tema “La misura del mondo”, dedicato a Marco Polo di cui ricorrono, nel 2024, i 700 anni dalla nascita.

Cinque giornate (dal 6 al 10 dicembre) alla scoperta di novità e cataloghi di oltre 500 editori. Una sorpresa continua, perché mai come entrare in una  libreria o in una fiera del libro di questa ricchezza, è occasione per fare, per caso, felici e inattese scoperte. Un’esperienza che gli inglesi chiamano serendipity: il trovare qualcosa cercando qualcos’altro, che è anche il modo in cui spesso cerchiamo, o, meglio, troviamo, i libri.

Iniziativa nata nel 2002 da un’idea del Gruppo Piccoli Editori dell’AIE (Associazione Italiana Eiditori), Più libri più liberi aveva l’obiettivo di offrire al maggior numero di piccole case editrici una vetrina per mettere in luce la propria produzione spesso “oscurata” da quella degli editori più grandi.

Inizialmente, lo spazio espositivo è stato quello del vecchio Palazzo dei Congressi all’EUR, dal 2002 al 2016. Dal 2017 la fiera si è spostata nel nuovo centro congressi della capitale. Con un’affluenza straripante di un pubblico attratto, non solo dai libri, ma anche dalla nuova sede: la  “Nuvola”  dell’architetto Massimiliano Fuksas.

Nel mare dei libri (76mila nel 2022, con un calo del 10% rispetto al 2021) i pesci piccoli (le case editrici lillipuziane) sono la maggioranza e pubblicano pochi libri ciascuno (in media), i medi sono il 31,6% e pubblicano da 11 a 50 libri all’anno, i grandi editori sono il 13,6% e pubblicano più di 50 titoli l’anno.  

La piccola e media editoria in Italia, nel 2022, ha sfornato 47.850 novità, in lieve calo rispetto al 2021 (-0,6%) e pari al 59,3% dell’offerta editoriale complessiva. Le case editrici attive, micro, piccole e medie, sono 5.022, -0,9% rispetto al 2021.

Per i piccoli editori la concorrenza è feroce. Sono in competizione non solo con l’intero mondo dei media, ma anche con gli editori maggiori, e le condizioni loro imposte dalla distribuzione possono essere in alcuni casi insostenibili. E per i più indipendenti resta spesso difficile ottenere una vera visibilità all’interno  delle librerie (che sono tornate ad essere il primo canale per l’acquisto di libri, recuperando quote di mercato sull’online).

Ma nonostante tutte le difficoltà, la piccola e media editoria indipendente è spesso un terreno di sperimentazione.  Scommette su nuovi autori  e tendenze che in tempi successivi entreranno nel circuito della grande editoria, fungendo così da battistrada. Come accade del resto anche con i piccoli teatri, le cantine e le boites da cui escono autori, registi e attori che poi si affermeranno sui grandi palcoscenici.

In questo, la piccola editoria indipendente svolge una nobile funzione. Dando manforte alla lotta per conquistare l’attenzione dei lettori, dove ogni giorno il libro compete con tante altre forme di intrattenimento (videogiochi, film e serie tv, giochi, tv, riviste e quotidiani, cinema e teatro) riuscendo a mantenere il primo posto.

E in questo modo stimola a continuare a investire su pubblicazioni di qualità: la scelta di ridurre il numero di titoli pubblicati rispetto all’anno precedente è un ottimo segnale.

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