K metro 0 – Baku – È in corso a Baku la conferenza internazionale “Garantire il ritorno sicuro e dignitoso degli azeri espulsi dall’Armenia”, organizzato dalla Comunità dell’Azerbaigian occidentale, al quale partecipano circa 100 rappresentanti di 30 Paesi. La crisi globale degli sfollati ha raggiunto proporzioni allarmanti, con milioni di persone costrette ad abbandonare le
K metro 0 – Baku – È in corso a Baku la conferenza internazionale “Garantire il ritorno sicuro e dignitoso degli azeri espulsi dall’Armenia”, organizzato dalla Comunità dell’Azerbaigian occidentale, al quale partecipano circa 100 rappresentanti di 30 Paesi.
La crisi globale degli sfollati ha raggiunto proporzioni allarmanti, con milioni di persone costrette ad abbandonare le loro case a causa di conflitti armati, persecuzioni e politiche sistemiche. Mentre gli sforzi sono stati compiuti per rispondere ai bisogni immediati delle popolazioni sfollate, è imperativo dare la priorità il ritorno volontario, sicuro e dignitoso delle persone espulse dalle loro case come soluzione a lungo termine.
Intervistato da Kmetro0, il professor Daniel Pommier Vincelli, saggista internazionale, ricercatore in sociologia, docente di Political development and democratic transition alla Sapienza di Roma, fa il punto sul tema del convegno internazionale: “L’Azerbaigian è stato per molti anni il paese con il maggior numero di rifugiati interni, cioè di persone costrette a fuggire all’interno del proprio paese in seguito a un’occupazione di una potenza o forza straniera. In questo caso tipico, parliamo di circa 200- 250 mila rifugiati, di cittadini armeni o dell’Armenia sovietica, di etnia azera, che a causa della loro diversità etnica furono costretti a fuggire. Ora si pone dunque il problema del loro ritorno, di come affrontare legalmente e politicamente il loro rientro”.
Il caso dell’espulsione forzata degli azeri dall’Armenia, dove un tempo costituivano una maggioranza assoluta, rappresenta così un’ingiustizia immensa e senza precedenti. La situazione degli espulsi azeri dall’Armenia esemplifica le gravi conseguenze della pulizia etnica perpetuata da un impegno sistematico dello Stato, caratterizzato da violenza e gravi violazioni dei diritti umani. Questi tragici eventi si sono svolti in più periodi, in particolare nel 1948-53 e nel 1987-91.
Le conseguenze di queste azioni illegali rimangono tuttora irrisolte. La natura globale della pulizia etnica dell’Armenia, accompagnata da un’ampia distruzione del patrimonio culturale azero, sia all’interno dei suoi confini sia in quelli dell’Azerbaigian, durante l’occupazione, sottolinea che non si è trattato di un effetto collaterale del conflitto armato, ma piuttosto di un obiettivo calcolato dell’Armenia. Il diritto degli sfollati a ritornare alle proprie case in sicurezza e con dignità è saldamente stabilito nei quadri internazionali dei diritti umani. La Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR) sostiene il diritto di tornare nel proprio Paese. Questo principio è stato ulteriormente rafforzato da accordi internazionali successivi, come il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e il Patto internazionale sull’eliminazione della discriminazione razziale (ICERD) (ICCPR) e il Patto internazionale sull’eliminazione della discriminazione razziale (ICERD).
L’attuazione di questo diritto non è solo un obbligo legale, ma anche un imperativo marziale. Il ritorno volontario, sicuro e dignitoso delle persone espulse è considerato come la soluzione al problema dello sfollamento. I programmi di aiuto umanitario svolgono un ruolo essenziale nel fornire aiuti immediati, ma non affrontano le cause profonde dello sfollamento. Facilitare il ritorno permette alle persone di riappropriarsi delle loro vite, ricostruire le loro comunità e contribuire alla stabilità e allo sviluppo dei loro Paesi.
Le organizzazioni internazionali, tra cui l’UNHCR, sottolineano l’importanza di consentire il diritto di ritorno per gli sfollati e sostengono il rimpatrio volontario come principale soluzione duratura. Gli sfollati spinti da discriminazioni etniche o religiose, comunemente noti come pulizia etnica, rimangono una grave preoccupazione. Queste pratiche sono spesso radicate in ideologie discriminatorie e politiche sistematiche che violano i diritti umani. La comunità internazionale deve unirsi per condannare e contrastare la pulizia etnica. Il rispetto del diritto al ritorno serve come deterrente contro la pulizia etnica e invia un forte messaggio che tali azioni non saranno tollerate. Il passare del tempo non dovrebbe diminuire il diritto delle persone espulse a tornare alle loro case.
Indipendentemente dalla durata dello sfollamento, il diritto al ritorno rimane valido. Anzi, più a lungo persiste lo sfollamento, più diventa cruciale sostenere questo diritto, in quanto significa l’impegno a rettificare le ingiustizie storiche. La comunità internazionale ha dunque la responsabilità di sostenere il ritorno volontario, sicuro e dignitoso delle persone espulse. Ciò comporta sforzi diplomatici, iniziative politiche e la garanzia delle condizioni necessarie per il ritorno. La collaborazione tra governi, ONG e altre parti interessate è essenziale per realizzare questa visione.
L’obiettivo primario dell’evento è quello di promuovere un discorso globale sul diritto fondamentale al ritorno e i diritti individuali e collettivi degli espulsi azeri a reclamare le loro case con sicurezza e dignità. Al centro delle deliberazioni dell’evento ci sarà l’esplorazione delle dimensioni multiformi – legali, politiche, economiche e culturali – relative al ritorno degli azerbaigiani sfollati.
Gli obiettivi specifici dell’evento sono i seguenti: avviare discussioni sull’integrazione del diritto al ritorno in sforzi più ampi per affrontare il problema degli sfollati, facilitando un maggiore impegno da parte della comunità internazionale per garantire la realizzazione del diritto al rimpatrio, seguito da misure di fiducia e da sforzi per la riabilitazione e il reinserimento e riconciliazione. Fornire una piattaforma per informare il grande pubblico sulla storia, la portata e l’entità della situazione degli azeri espulsi dall’Armenia. Esaminare le sfide e le prospettive incontrate dagli azerbaigiani espulsi dall’Armenia che cercano di tornare a casa, con contributi di politici, studiosi e rappresentanti della società civile. Le raccomandazioni dell’evento saranno condivise con gli enti competenti, tra cui le Nazioni Unite, le nazioni che ne fanno parte, le organizzazioni internazionali per i diritti umani, i gruppi della società civile e le piattaforme mediatiche.