K metro 0 – Tel Aviv – Nella notte tra venerdì e sabato le Forze di difesa d’Israele (Idf) hanno colpito più di 400 obiettivi nella Striscia di Gaza. In particolare i raid aerei si sono concentrati nell’area di Khan Yunis, nel sud dell’exclave palestinese. In mattinata le Idf hanno ordinato l’evacuazione di diverse località
K metro 0 – Tel Aviv – Nella notte tra venerdì e sabato le Forze di difesa d’Israele (Idf) hanno colpito più di 400 obiettivi nella Striscia di Gaza. In particolare i raid aerei si sono concentrati nell’area di Khan Yunis, nel sud dell’exclave palestinese. In mattinata le Idf hanno ordinato l’evacuazione di diverse località del nord della Striscia come Jabalia, Al Zaytoun e Al Shuja’iya.
Poco dopo, secondo media palestinesi, un attacco aereo israeliano ha provocato un centinaio di morti nel campo profughi di Jabalia. Secondo Hamas si sarebbe verificato anche un attacco al quartiere di Shejaiyeh, nella parte orientale di Gaza City, che avrebbe causato circa 300 morti. Sul fronte settentrionale, al confine tra Israele e Libano, continuano gli scontri tra lo stato ebraico e il partito sciita filo-iraniano Hezbollah. Israele ha emesso restrizioni di movimento per i cittadini dell’Alta Galilea, a causa di possibili attacchi. Le Idf hanno inoltre affermato di aver identificato lanci verso le loro postazioni nella zona del confine libanese a cui hanno risposto con aerei, colpi di mortaio e artiglieria. Si sono verificati incidenti anche in Siria, dove l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), centro di monitoraggio con sede a Londra, ha annunciato che due siriani affiliati a Hezbollah sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani nell’area di Al Sayida Zeinab, a dieci chilometri da Damasco. Sempre in Siria due ufficiali del corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica, i pasdaran, sono stati uccisi dalle forze israeliane durante una missione.
Il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha affermato che le Forze di difesa d’Israele (Idf) stanno allargando il raggio d’azione delle operazioni nella Striscia di Gaza da quando sono ripresi i combattimenti e che questo raggiungerà ogni luogo necessario. Nel frattempo in Israele ci sono state due proteste per chiedere le dimissioni del primo ministro, Benjamin Netanyahu, accusato di essere responsabile del fallimento della sicurezza che ha permesso il verificarsi dell’attacco di Hamas lo scorso 7 ottobre. Una manifestazione si è svolta a Tel Aviv e una seconda davanti alla casa del premier a Cesarea, durante la quale sei persone sono state arrestate. Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi in seguito all’attacco di Hamas ha richiesto un incontro con il gabinetto di Guerra per ricevere un aggiornamento dopo la fine della tregua e la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza. Stasera Netanyahu terrà una conferenza stampa televisiva alle 20:15 (ora israeliana, 19:15 ora italiana) durante la quale risponderà alle domande della stampa israeliana.
Sul piano internazionale i tentativi di ristabilire un accordo di tregua non sembrano andare a buon fine. Il capo dell’agenzia di intelligence (Mossad), David Barnea, ha ordinato alla sua squadra a Doha, in Qatar, di tornare in Israele. La decisione, presa su indicazione del primo ministro Benjamin Netanyahu, è stata causata dall’impasse dei negoziati. Da parte sua, il presidente della Turchia, Recep Tayyp Erdogan, ha dichiarato che l’opportunità di arrivare alla pace è sfumata a causa dell’intransigenza di Israele, ma che tuttavia non abbandonerà gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco e una soluzione duratura al conflitto. Questa sera infine, il presidente francese Emmanuel Macron sarà in Qatar per un colloquio con l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad al Thani, allo scopo di assistere nel negoziato di una nuova tregua e al rilascio di altri ostaggi da parte di Hamas.