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Europa in allarme per la vittoria dell’ultra destra in Olanda

Europa in allarme per la vittoria dell’ultra destra in Olanda

K metro 0 – L’Aia – Il populista anti-islamico Geert Wilders ha ottenuto una vittoria straripante alle elezioni olandesi di ieri. Un risultato che invierà onde d’urto in Europa, dove l’ideologia di estrema destra è in crescita, e mette il vincitore in linea per guidare i colloqui per formare la prossima coalizione di governo e

K metro 0 – L’Aia – Il populista anti-islamico Geert Wilders ha ottenuto una vittoria straripante alle elezioni olandesi di ieri. Un risultato che invierà onde d’urto in Europa, dove l’ideologia di estrema destra è in crescita, e mette il vincitore in linea per guidare i colloqui per formare la prossima coalizione di governo e diventare il primo ministro di estrema destra dei Paesi Bassi.

Risultato che è l’ultimo di una serie di elezioni che sta modificando il panorama politico europeo. Dalla Slovacchia alla Spagna, dalla Germania alla Polonia, i partiti populisti e di destra hanno trionfato in alcuni Paesi dell’Ue e hanno vacillato in altri. La sua vittoria è uno shock per tutta l’Europa, dunque.

Una vittoria di Wilders provocherà difatti scosse in tutto il Vecchio continente dato che i Paesi Bassi sono uno dei membri fondatori di quella che è diventata l’Unione europea. I leader nazionalisti e di estrema destra di tutta Europa hanno però elogiato il suo risultato. In Francia, Marine Le Pen ha dichiarato che “conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali”.

Wilders vuole indire anche un referendum “Nexit” per lasciare l’Ue, anche se riconosce che non c’è uno stato d’animo nazionale per farlo. Avrà non poche difficoltà a convincere qualsiasi importante partner di coalizione a sottoscriverlo.

Il programma elettorale di Wilders prevedeva un referendum sull’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione europea, il blocco totale dell’accoglienza dei richiedenti asilo e il respingimento dei migranti alle frontiere olandesi. Inoltre, sostiene la “de-islamizzazione” dei Paesi Bassi, di non volere moschee o scuole islamiche nel Paese, anche se in questa campagna elettorale è stato più mite sull’Islam rispetto al passato. Invece, la sua vittoria sembra basarsi decisamente sulla sua campagna per il controllo dell’immigrazione – la questione che ha causato l’abbandono dell’ultima coalizione di governo a luglio – e per affrontare questioni come la crisi del costo della vita e la carenza di alloggi.

Con quasi tutti i voti scrutinati, si prevedeva che il Partito per la Libertà di Wilders avrebbe conquistato 37 seggi nella Camera bassa del Parlamento, composta da 150 seggi, due in più di quanto previsto da un exit poll al termine delle votazioni di mercoledì sera e più del doppio dei 17 conquistati alle ultime elezioni. “Mi sono dovuto pizzicare il braccio”, ha detto un esultante Wilders, che non credeva al risultato tanto era l’entusiasmo provato. Oggi i partiti politici si riuniranno separatamente per discutere il risultato prima che venerdì inizi quello che probabilmente sarà un arduo processo di formazione di una nuova coalizione di governo. Nonostante la sua dura retorica, Wilders ha già iniziato a corteggiare gli altri partiti di destra e di centro, affermando in un discorso di vittoria che qualsiasi politica egli promuova sarà “nel rispetto della legge e della costituzione”.

Non sarà facile, perché i partiti tradizionali sono riluttanti a unire le forze con lui e il suo partito, ma le dimensioni della sua vittoria lo rafforzano in qualsiasi negoziato. Wilders ha così invitato gli altri partiti a impegnarsi in modo costruttivo nei colloqui di coalizione. Pieter Omtzigt, un ex cristiano-democratico centrista che ha costruito il suo partito Nuovo Contratto Sociale in tre mesi conquistando 20 seggi, ha detto che sarebbe sempre aperto a colloqui.

Il partito più vicino a quello di Wilders alle elezioni era un’alleanza tra il partito laburista di centro-sinistra e la Sinistra Verde, che secondo le previsioni avrebbe ottenuto 25 seggi. Ma il suo leader, Frans Timmermans, ha chiarito che Wilders non dovrebbe contare su una coalizione con lui. “Non formeremo mai una coalizione con partiti che pretendono che i richiedenti asilo siano la fonte di tutta la miseria”, ha dichiarato Timmermans, giurando di difendere la democrazia olandese.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban, che si vanta di aver trasformato l’Ungheria in uno Stato “illiberale” e ha posizioni altrettanto dure sull’immigrazione e sulle istituzioni dell’Ue, si è invece congratulato con Wilders. “I venti del cambiamento sono qui! Congratulazioni”, ha detto Orban. Ne ha riferito Associated Press.

Durante le ultime settimane della campagna elettorale, in verità, Wilders ha ammorbidito un po’ le sue posizioni e giurato che sarebbe stato un primo ministro per tutti gli olandesi, tanto da guadagnarsi il soprannome di Geert “Milders”.

Ma per mantenere la promessa di essere “primo ministro per tutti”, dovrà appunto convincere altri partiti a unirsi a lui in una coalizione. Il suo obiettivo è di ottenere 76 seggi in un parlamento di 150 seggi. Alla BBC ha dichiarato che “naturalmente” è disposto a negoziare ed eventualmente a scendere a compromessi per diventare primo ministro. Il leader del PVV ha vinto dopo aver sfruttato la diffusa frustrazione per l’immigrazione, promettendo “confini chiusi” e mettendo da parte la promessa di vietare il Corano. Il partito liberale di centro-destra VVD, guidato dal nuovo leader Dilan Yesilgöz, si è piazzato al terzo posto, mentre al quarto si è piazzato un nuovo partito formato dal deputato Pieter Omtzigt, che si è congratulato con lui per il risultato.

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