K metro 0 – Sarajevo – La visita nei Balcani occidentali del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, conferma l’impegno dell’Alleanza nel contribuire alla sicurezza e alla stabilità regionale. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Stoltenberg in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, prime due tappe del viaggio, che terminerà mercoledì dopo le visite
K metro 0 – Sarajevo – La visita nei Balcani occidentali del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, conferma l’impegno dell’Alleanza nel contribuire alla sicurezza e alla stabilità regionale. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Stoltenberg in Bosnia Erzegovina e in Kosovo, prime due tappe del viaggio, che terminerà mercoledì dopo le visite in Serbia e in Macedonia del Nord. Il tour è iniziato nella serata di ieri a Sarajevo, dove il segretario generale della Nato ha avuto una cena di lavoro con i rappresentanti della presidenza tripartita bosniaca. Stamane Stoltenberg ha poi visitato il quartier generale dell’Alleanza a Sarajevo, ha incontrato l’Alto rappresentante della comunità internazionale Christian Schmidt e ha avuto un colloquio con la prima ministra bosniaca Borjana Kristo.
Il segretario generale della Nato ha evidenziato a Schmidt la volontà di vedere “un Paese pacifico al centro di una regione stabile”, osservando che gli sforzi dello stesso Alto rappresentante “sono vitali per l’unità e la riconciliazione” della Bosnia Erzegovina. “Qualsiasi tentativo di minare la sua posizione porta il Paese indietro e non in avanti”, ha sottolineato Stoltenberg, in riferimento al procedimento giudiziario contro il presidente della Repubblica Srpska (entità serba della Bosnia Erzegovina) Milorad Dodik, accusato della mancata attuazione delle decisioni di Schmidt. “La Nato rimane pienamente impegnata per il successo della missione e il quartier generale della Nato, qui a Sarajevo, aiuta a coordinare il nostro sostegno. Non possiamo e non vogliamo permettere un vuoto di sicurezza in Bosnia Erzegovina”, ha detto il segretario generale dell’Alleanza.
Lo stesso concetto, Stoltenberg lo ha ribadito alla premier bosniaca Kristo, la quale durante la conferenza stampa congiunta ha evidenziato che la cooperazione con la Nato offre l’opportunità al Paese di estendere la propria sicurezza e rafforzare le capacità nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. La premier ha inoltre ringraziato il segretario generale dell’Alleanza per il pacchetto di aiuti che ammonta tra i 48 e i 53 milioni di euro a sostegno del settore della difesa e della sicurezza. Da parte sua, Stoltenberg ha ammesso che la Nato è preoccupata per la retorica “secessionista e divisiva” in Bosnia Erzegovina, nonché per “l’influenza esterna” della Russia. “Ciò rischia di minare la stabilità e di indebolire le riforme. Tutti i leader devono lavorare per l’unità e per il progresso”, ha affermato il segretario generale dell’Alleanza.
Dopo Sarajevo, Stoltenberg ha quindi fatto tappa a Pristina per visitare le truppe della missione Kfor e per incontrare il premier Albin Kurti e la presidente Vjosa Osmani. Proprio la missione Nato in Kosovo ha ricevuto l’apprezzamento di Osmani, che ha ringraziato l’Alleanza per contribuire alla pace e alla stabilità, che vengono “violate dalla Serbia”. Secondo la presidente kosovara, Belgrado continua ad aiutare i terroristi nella pianificazione di nuovi attacchi contro il Kosovo. “Il 24 settembre a Banjska è stato ucciso un agente di polizia. Le indagini confermano che dietro questo attacco, sia dal punto di vista organizzativo che finanziario, c’è la Serbia”, ha affermato Osmani. “Per evitare che un simile atto si ripeta, occorre accertare le responsabilità della Serbia per l’attacco terroristico del 24 settembre, ma anche per l’attacco di maggio alla Kfor. Invece di estradare i terroristi, la Serbia continua ad aiutarli nella pianificazione di nuovi attacchi contro il Kosovo”, ha aggiunto Osmani.
In merito agli stessi fatti, Stoltenberg ha sottolineato che si è assistito “a una grave esplosione di violenza, che ha fatto crescere la preoccupazione che un conflitto diffuso possa ritornare nei Balcani occidentali”. A maggio, ha ricordato, “le nostre truppe della Kfor sono state attaccate lasciando feriti 93 soldati della Nato”. Ma il segretario generale ha spiegato che la Nato ha sempre risposto “rapidamente”. “Abbiamo schierato mille soldati aggiuntivi in Kosovo, il più grande intervento della Kfor da almeno un decennio. E abbiamo intensificato i pattugliamenti nel nord. Si tratta di passi prudenti, che garantiscono che la Kfor continui ad adempiere al proprio mandato Onu in ogni momento”, ha detto Stoltenberg, aggiungendo che sarà fatto tutto il necessario “per mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento”.
Commentando nel dettaglio il rapporto tra Belgrado e Pristina, il segretario generale dell’Alleanza ha sottolineato che “la stabilità nella regione dipende dal fatto che tutte le parti preferiscano la diplomazia alla violenza e dal rispetto degli impegni esistenti”. “La Nato sostiene fortemente il dialogo facilitato dall’Unione europea tra Belgrado e Pristina. Entrambe le parti devono impegnarsi in buona fede. Accolgo con favore le ultime proposte per la creazione dell’Associazione dei comuni a maggioranza serba in Kosovo. Questo sarebbe un passo fondamentale verso la normalizzazione delle relazioni, nonché verso una pace e una prosperità durature nella regione”, ha aggiunto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica.
Durante la conferenza stampa congiunta con Osmani, Stoltenberg ha evidenziato che la storia della Nato “in questa parte d’Europa” risale agli anni Novanta. “Abbiamo investito molto nella stabilità e nella pace in questa regione del Kosovo ma anche in Bosnia Erzegovina e nei Balcani occidentali in generale. In Macedonia del Nord circa 20 anni fa abbiamo contribuito a prevenire la violenza. Abbiamo così contribuito a porre fine a due brutali guerre etniche in Bosnia Erzegovina e in Kosovo. Stiamo davvero investendo nella sicurezza in questa regione, perché la stabilità in questa regione è importante anche per la nostra sicurezza”, ha spiegato il segretario generale dell’Alleanza. “Ora stiamo effettivamente conducendo una revisione sulla nostra presenza militare nella regione dei Balcani occidentali. Stiamo attualmente rivedendo gli aggiustamenti alla nostra presenza e abbiamo già implementato aumenti immediati della presenza della Nato nella regione”, ha aggiunto Stoltenberg.
Nella giornata di domani, il segretario generale della Nato sarà a Belgrado, dove incontrerà il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, e la premier Ana Brnabic. Sempre a Belgrado è previsto un incontro con la squadra scientifica serba incaricata dello sviluppo di tecnologie nell’ambito dei progetti Science for Peace and Security che la Serbia ha avviato con la Nato. Domani Stoltenberg si recherà anche in Macedonia del Nord, dove incontrerà il presidente della Repubblica, Stevo Pendarovski, il premier Dimitar Kovacevski e il presidente del Parlamento, Talat Xhaferi. È previsto infine un discorso dinanzi ai deputati dell’Assemblea nazionale macedone. Il 22 novembre, ultimo giorno di permanenza nei Balcani occidentali, il segretario generale della Nato avrà poi un incontro con i leader dei Paesi che fanno parte della Nato nella regione. Prenderanno parte all’incontro il premier albanese Edi Rama, il presidente croato Zoran Milanovic, il premier sloveno Robert Golob e il capo dello Stato montenegrino, Milojko Spajic.