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Italia e Slovenia sospendono Schengen, l’Ue adotta il “regolamento crisi”

Italia e Slovenia sospendono Schengen, l’Ue adotta il “regolamento crisi”

K metro 0 – Lussemburgo – Il Consiglio Affari Interni dell’Ue svoltosi a Lussemburgo fa da cornice a una situazione in continua evoluzione determinata dal deterioramento della crisi in Medio Oriente e le prime avvisaglie di una nuova minaccia terroristica in Europa: mentre la Slovenia, seguendo l’esempio adottato ieri dall’Italia, ha annunciato che dal 21

K metro 0 – Lussemburgo – Il Consiglio Affari Interni dell’Ue svoltosi a Lussemburgo fa da cornice a una situazione in continua evoluzione determinata dal deterioramento della crisi in Medio Oriente e le prime avvisaglie di una nuova minaccia terroristica in Europa: mentre la Slovenia, seguendo l’esempio adottato ieri dall’Italia, ha annunciato che dal 21 ottobre sospenderà l’accordo di Schengen – la libera circolazione di persone, mezzi e servizi -, il Consiglio ha deciso di dare una stretta adottando il regolamento sulla gestione delle crisi, un elemento centrale del Patto su migrazione e asilo su cui tanto si è dibattuto nelle ultime settimane. Il Patto è la principale priorità della presidenza spagnola dell’Ue, ha affermato il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, in rappresentanza della presidenza di turno del Consiglio Ue. “Oggi possiamo dire che stiamo affrontando questa sfida con più ottimismo che mai, con più certezze che incertezze”, ha affermato in conferenza stampa al termine del Consiglio Affari interni a Lussemburgo, in cui si è discusso di migranti, sicurezza. “L’approvazione del regolamento sulla crisi è l’ultimo tassello per completare il patto”, ha spiegato il ministro spagnolo, il cui Paese ha attualmente la presidenza di turno europea. “L’approccio generale del Consiglio al pacchetto di regolamenti apre la strada ai prossimi mesi di negoziati con il Parlamento. Siamo ottimisti, in pochi mesi abbiamo raggiunto un risultato che un anno fa sembrava impensabile. Per la prima volta abbiamo il vento in poppa e non possiamo lasciarci sfuggire questa opportunità”, ha affermato il capo della diplomazia di Madrid. “Per questo oggi abbiamo chiesto a tutti gli Stati di essere consapevoli dell’urgenza imposta dalle scadenze e dalla vicinanza della fine della legislatura europea, per cui non c’è altra scelta che agire con urgenza”, ha concluso il ministro spagnolo.

La commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha precisato che i ministri europei hanno posto l’accento sulla problematica dei rimpatri nei Paesi terzi. L’attentato di Bruxelles, ha dichiarato, “è stato un campanello d’allarme”. L’attentatore era un cittadino tunisino, “entrato nell’Ue dodici anni fa e qui dal 2011 senza diritto di soggiorno e con la richiesta di asilo respinta più volte. Dobbiamo fare di più in Tunisia, che è uno dei Paesi che cooperano nei rimpatri, e dobbiamo impegnarci di più anche al nostro interno, per collaborare meglio con gli Stati membri”, ha proseguito. “Abbiamo urgentemente bisogno di una nuova legislazione e speriamo di poter avviare presto i negoziati interistituzionali e di chiuderli già durante la presidenza spagnola, per avere una legislazione adeguata per un sistema di rimpatrio corretto. Non possiamo permetterci di avere 27 priorità diverse sui Paesi terzi e 27 sistemi diversi su come effettuare i rimpatri, non è efficiente”, ha avvertito la commissaria. Johansson, inoltre, ha indetto una riunione straordinaria per i rimpatri per la giornata di domani. “Ho chiesto al coordinatore Ue per i rimpatri di convocare una riunione straordinaria per domani, anche per discutere con gli Stati membri su come intensificare il rimpatrio delle persone che rappresentano un rischio per la sicurezza dell’Unione europea, in modo che il rientro nel Paese d’origine sia molto, molto più rapido”, ha detto nella conferenza stampa.

Il Consiglio Affari interni si è occupato anche dell’accordo sull’area Schengen, e questo proprio nel giorno in cui il governo della Slovenia ha deciso di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere con Croazia e Ungheria. Lubiana introdurrà i controlli da sabato e per almeno dieci giorni, ossia in linea con quanto deciso mercoledì dal ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi. Il ministro ha infatti informato l’omologo sloveno Bostjan Poklukar della decisione dell’Italia di introdurre controlli temporanei al confine con la Slovenia. Poklukar ha sottolineato la necessità della “temporaneità e della proporzionalità” della misura, invitando Piantedosi a decisioni “proporzionate e amichevoli” nei confronti dei cittadini sloveni, in modo da “non rompere i legami culturali, amichevoli e familiari delle persone che vivono lungo il confine”.

Tali decisioni hanno tuttavia incontrato le critiche della commissaria Johansson che ha detto che i controlli alle frontiere Schengen danneggiano la libertà di circolazione. “Ci sono molte sfide nell’area Schengen, e i controlli alle frontiere interne sono una di queste, perché, anche se sono giustificati da gravi problemi di sicurezza interna o da attraversamenti illegali delle frontiere, tutti i controlli alle frontiere interne ostacolano anche la libertà di circolazione, gli autisti, il commercio. Quindi è ovvio che dobbiamo evitarli”, ha detto. “Abbiamo svolto un lavoro molto completo con gli Stati membri che hanno introdotto controlli alle frontiere interne, ma anche con gli Stati membri vicini, e ora stiamo preparando un rapporto con le raccomandazioni e i risultati di questo lavoro. Devo dire che i risultati di questi dialoghi sono positivi, anche se molti Paesi hanno annunciato i controlli alle frontiere”, ha aggiunto. “Anche se vediamo che gli Stati membri utilizzano metodi sempre migliori e collaborano più strettamente con i Paesi vicini, vorremmo vedere più cooperazione di polizia, più operazioni congiunte, meno fermi e più azioni mirate per proteggersi a vicenda”, ha poi proseguito. “Per questo è importante che i legislatori trovino al più presto un accordo sul nuovo codice di frontiera Schengen, perché ora che abbiamo la posizione anche del Parlamento, i negoziati interistituzionali possono iniziare” per raggiungere un accordo. “Questo aiuterà anche a trovare altre misure possibili al posto dei controlli alle frontiere interne”, ha concluso Johansson.

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