K metro 0 – Gaza – I servizi segreti israeliani sono sotto indagine per non essere riusciti a prevenire l’attacco più letale da parte di militanti palestinesi nei 75 anni di storia di Israele. Eppure Israele era stato avvertito dall’Egitto di possibili attacchi tre giorni prima del mortale raid transfrontaliero di Hamas, secondo quanto dichiarato
K metro 0 – Gaza – I servizi segreti israeliani sono sotto indagine per non essere riusciti a prevenire l’attacco più letale da parte di militanti palestinesi nei 75 anni di storia di Israele.
Eppure Israele era stato avvertito dall’Egitto di possibili attacchi tre giorni prima del mortale raid transfrontaliero di Hamas, secondo quanto dichiarato dal capo della Commissione Affari esteri della Camera dei Rappresentanti, Michael McCaul e riportato dall’agenzia di stampa AFP. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha subito definito le notizie “assolutamente false”. Come riporta anzi tg24sky.it, ha bollato nei giorni scorsi come “un fake” l’indiscrezione secondo cui il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal lo avrebbe avvertito addirittura 10 giorni prima di un’operazione di Hamas contro Israele. E anche nelle ultime ore il sito egiziano d’informazione Ahram riportava fonti del Cairo di alto livello che smentivano “le notizie secondo cui le autorità egiziane avrebbero lanciato un warning preventivo a Israele”.
“Non voglio entrare troppo nel merito delle informazioni riservate, ma un avvertimento è stato dato”, ha invece evidenziato il repubblicano texano. “Credo che la domanda fosse a quale livello”. Ha così riferito la Bbc.
E ancora: un funzionario dell’intelligence egiziana ha dichiarato questa settimana all’agenzia di stampa Associated Press: “Li abbiamo avvertiti che un’esplosione della situazione è in arrivo, e molto presto, e sarebbe stata grande. Ma hanno sottovalutato questi avvertimenti”. Insomma, secondo il funzionario del Cairo gli israeliani hanno minimizzato la minaccia proveniente da Gaza, concentrandosi invece sulla Cisgiordania.
Sir Alex Younger, che ha ricoperto il ruolo di capo dell’agenzia di intelligence estera del Regno Unito tra il 2014 e il 2020, ha detto che i combattenti di Hamas hanno potuto compiere l’attacco del 7 ottobre a causa della “compiacenza istituzionale” di Israele.
Ha dichiarato al Today Podcast della BBC Radio 4 che Israele potrebbe aver dato per scontato che Hamas non fosse interessato a un nuovo conflitto, per cui ogni informazione che lo contraddiceva veniva ignorata.
“È mia supposizione – anche se non sono all’interno – che ci siano stati dati che avrebbero potuto essere interpretati in modo diverso e certamente lo sarebbero stati con il senno di poi”, ha detto. Ha precisato che l’autocompiacimento potrebbe essere stato aggravato da un eccessivo affidamento sui mezzi tecnologici per monitorare Gaza, portando a un falso senso di sicurezza. Secondo il Financial Times, che cita due funzionari senza nome che hanno familiarità con la questione, non c’erano invece informazioni concrete su un attacco specifico.
A Washington, McCaul, parlando con i giornalisti dopo aver partecipato a un briefing dell’intelligence sulla crisi, ha specificato che l’aggressione potrebbe essere stata addirittura pianificata per un anno, e “non è chiaro come ci sia sfuggita”. Soprattutto, ha aggiunto, “non è chiaro come sia sfuggita ad Israele”.
Hamas ha intanto condannato le dichiarazioni del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che martedì ha detto che Israele ha il dovere di rispondere alle incursioni, che ha definito un “atto di pura malvagità”. Il gruppo palestinese ha sostenuto che le osservazioni di Biden sono “infiammatorie” e mirano ad aumentare le tensioni nella Striscia di Gaza. In seguito all’attacco di Hamas, gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero spostato una portaerei, navi e jet nel Mediterraneo orientale e che avrebbero fornito a Israele ulteriori attrezzature e munizioni.
Infine, il capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ammette le responsabilità dell’esercito nell’aver permesso l’attacco di Hamas e promette di aprire un’indagine quando sarà finito il conflitto, perché ora è il momento di combattere. Le forze di difesa israeliane (Idf) “sono responsabili della sicurezza del paese e i suoi cittadini e sabato mattina, nell’area intorno alla Striscia di Gaza, non l’abbiamo saputa gestire. Ne trarremo lezione, indagheremo, ma ora è il tempo della guerra”, ha detto Halevi, in carica dallo scorso gennaio.