K metro 0 – Karabakh – Il presidente dell’Artsakh (l’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh), Samvel Sergeyi Shahramanyan, ha firmato un decreto per porre fine all’esistenza dell’entità dal primo gennaio del 2024. Il documento è stato adottato a causa della recente situazione politico-militare e “sulla base della priorità di garantire la sicurezza e gli interessi del popolo del Nagorno-Karabakh”.
K metro 0 – Karabakh – Il presidente dell’Artsakh (l’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh), Samvel Sergeyi Shahramanyan, ha firmato un decreto per porre fine all’esistenza dell’entità dal primo gennaio del 2024. Il documento è stato adottato a causa della recente situazione politico-militare e “sulla base della priorità di garantire la sicurezza e gli interessi del popolo del Nagorno-Karabakh”. In particolare, tutte le istituzioni e le organizzazioni statali subordinate alla repubblica dell’Artsakh saranno sciolte. Inoltre, i residenti del Karabakh avranno il diritto di prendere una decisione indipendente sulla residenza e ritorno nel Karabakh dopo aver valutato le condizioni di reintegrazione presentate dall’Azerbaigian. Il 19 e 20 settembre le forze armate di Baku hanno effettuato “un’operazione antiterrorismo”, per ripristinare la sovranità dell’Azerbaigian nella regione. In seguito a tale operazione è stato concordato un cessate il fuoco, mediato dalle forze di pace russe presenti nel Karabakh, e successivamente è iniziato l’uscita dei residenti locali verso l’Armenia.
Intanto, le autorità di Baku hanno arrestato nel territorio azero Ruben Vardanyan, separatista del Nagorno Karabakh. Vardanyanche è stato capo di governo per un centinaio di giorni tra il 2022 e il 2023 la scorsa settimana l’esercito dell’Azerbaijan aveva preso il controllo della zona a seguito di precedenti accordi con l’Armenia.
Ruben Vardanyan ha 55 anni ed è nato in Russia, ma ha cittadinanza armena: prima di diventare capo di governo della repubblica separatista del Nagorno Karabakh aveva fondato una banca d’investimento in Russia, la Troika Dialog, al centro di molte inchieste giornalistiche per presunte attività di riciclaggio di denaro. Dopo aver lasciato la presidenza della banca, nel giugno del 2021 si era trasferito in Armenia dove aveva acquisito la cittadinanza armena, e poi si era spostato in Nagorno Karabakh con l’obiettivo di sostenere la causa separatista della regione.