K metro 0 – Roma – Il 19 settembre, in seguito ad un’ennesima esplosione delle mine piazzate dai gruppi armeni di ricognizione e sabotaggio sulla nuova strada Ahmadbayli-Fuzuli- Shusha, civili e militari azerbaigiani sono stati uccisi e feriti. Unità dell’esercito azerbaigiano sono state oggetto del fuoco di mortai e armi leggere, con il ferimento di
K metro 0 – Roma – Il 19 settembre, in seguito ad un’ennesima esplosione delle mine piazzate dai gruppi armeni di ricognizione e sabotaggio sulla nuova strada Ahmadbayli-Fuzuli- Shusha, civili e militari azerbaigiani sono stati uccisi e feriti. Unità dell’esercito azerbaigiano sono state oggetto del fuoco di mortai e armi leggere, con il ferimento di due militari. Inoltre, due lavoratori civili sono stati uccisi rispettivamente nelle città di Agdam e Shusha.
A causa di questi eventi, nella regione sono state lanciate misure di antiterrorismo locali volte alla prevenzione delle provocazioni delle forze armate dell’Armenia, all’attuazione della Dichiarazione Tripartita, al disarmo e ritiro delle stesse forze armate dell’Armenia, la neutralizzazione delle loro infrastrutture militari e per garantire finalmente la sicurezza dei civili azerbaigiani, di coloro che sono coinvolti nella ricostruzione dei territori liberati, e restaurare l’ordine costituzionale della Repubblica dell’Azerbaigian. Le misure di antiterrorismo hanno preso di mira esclusivamente formazioni militari e infrastrutture militari illegali. La popolazione civile e gli edifici non sono mai stati attaccati. Ogni affermazione in merito è infondata ed inaccettabile.
Considerando lo spiegamento delle infrastrutture militari delle unità delle forze armate dell’Armenia vicino alle zone residenziali, l’Azerbaigian ha invitato la popolazione civile a stare lontana dalle strutture militari tramite SMS, altoparlanti e volantini, assicurando la protezione e la sicurezza delle strutture amministrative, sociali, educative, mediche, religiose e di altro tipo.
L’Azerbaigian ha ribadito che l’unico modo per raggiungere la pace e la stabilità nella regione è il ritiro incondizionato e completodelle forze armate dell’Armenia dalla regione del Karabakh in Azerbaigian e lo scioglimento del regime fantoccio illegale.
Tenendo conto dell’appello dei rappresentanti degli armeni residenti nella regione del Karabakh in Azerbaigian attraverso il contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo sul cessate il fuoco completo e le misure antiterroristiche locali sono state interrotte il 20 settembre 2023 alle ore 13:00.
Secondo l’accordo, le formazioni delle forze armate dell’Armenia e dei gruppi armati armeni illegali situati nella regione del Karabakh in Azerbaigian devono deporre le armi, consegnare l’equipaggiamento militare e ritirarsi dalle loro posizioni di combattimento e postazioni militari.
Nella mattinata del 21 settembre 2023 si è tenuta nella città di Yevlakh, in Azerbaigian, su invito dell’amministrazione presidenziale azerbaigiana, un incontro con i rappresentanti dei residenti armeni che vivono nella regione del Karabakh in Azerbaigian, per discutere le questioni di reintegrazione nel quadro della Costituzione e delle leggi della Repubblica dell’Azerbaigian. L’incontro è avvenuto in un clima costruttivo e positivo, e i partecipanti si sono concentrati sulla reintegrazione della popolazione armena del Karabakh, sul ripristino delle infrastrutture e sull’organizzazione delle attività. Presentati i piani di reinserimento.
I rappresentanti degli armeni residenti nella regione del Karabakh in Azerbaigian hanno affermato che esiste una particolare necessità di carburante nel contesto della discussione sulle questioni sociali e umanitarie. Allo stesso tempo, hanno chiesto aiuti umanitari sotto forma di prodotti alimentari.
A seguito dell’incontro, la loro richiesta è stata accolta positivamente. In particolare, è previsto il rapido rifornimento di combustibile per gli impianti di riscaldamento degli asili nido e delle scuole, nonché per le necessità di pronto soccorso medico e dei servizi antincendio, ed è previsto sostegno umanitario.
È stato raggiunto un accordo per svolgere quanto prima un prossimo incontro.