K metro 0 – Londra – In inglese si chiama “dry spilling”, che significa sversare liquami nei corsi d’acqua quando non piove. Una pratica consentita a volte alle compagnie idriche del Regno Unito per evitare il sovraccarico dei sistemi di tubazioni. Ma deve aver piovuto, perché altrimenti ciò potrebbe portare a concentrazioni più elevate di
K metro 0 – Londra – In inglese si chiama “dry spilling”, che significa sversare liquami nei corsi d’acqua quando non piove. Una pratica consentita a volte alle compagnie idriche del Regno Unito per evitare il sovraccarico dei sistemi di tubazioni. Ma deve aver piovuto, perché altrimenti ciò potrebbe portare a concentrazioni più elevate di liquami nei fiumi e nei mari. Da tempo, tuttavia, gli ambientalisti fanno notare che questi sversamenti “straordinari” si verificano troppo spesso. Nel 2022, le acque reflue non trattate sono state scaricate nei fiumi e nei mari per 1,75 milioni di ore, in media 825 volte al giorno.
Da un’inchiesta della BBC, (condotta da Esme Stallard, Becky Dale, Jonah Fisher e Sophie Woodcock) è emerso che tre grandi aziende idriche (Thames, Wessex e Southern Water, con 22 milioni di utenti) avrebbero scaricato illegalmente liquami centinaia di volte (per 3.500 ore) nel 2022, proprio quando non pioveva.
Senza acqua piovana è probabile che i liquami siano meno diluiti, con conseguenti accumuli di alghe che producono tossine potenzialmente letali per gli animali domestici e rischiose per la salute dei nuotatori, secondo Linda May, un esperta del Centre for UK Ecology and Hydrology.
A tutte e nove le compagnie idriche inglesi sono state inviate richieste di informazioni sui periodi in cui hanno iniziato e cessato lo sversamento di liquami. Ma solo Thames, Southern e Wessex hanno fornito dettagli, che la BBC ha poi incrociato con i dati sulle precipitazioni del Met Office (il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito).
Le restanti sei compagnie hanno affermato di non poter fornire informazioni perché sono già sotto indagine dell’autorità di regolamentazione del settore (Ofwat) e dell’Agenzia per l’ambiente (EA), per sospetti sversamenti illegali.
In tutta la regione servita dalla Wessex Water – che va dalla costa del Dorset all’area di Bristol – la BBC ha identificato 68 siti in cui le acque reflue potrebbero essere state scaricate illegalmente nel 2022.
Secondo Nicholas Ostrowski, avvocato ambientalista, tre sono le ragioni per cui le aziende idriche potrebbero scaricare liquami in periodi di siccità: problemi di manutenzione; “incapacità idraulica” del sistema, per insufficiente portata delle tubature; e scarico intenzionale di acque reflue quando non piove.
L’EA ha registrato 115 casi di sversamenti illegali nel 2022 da parte delle tre società idriche in questione: meno di un terzo di quelli rilevati nell’inchiesta della BBC.
L’amministratore delegato dell’EA, John Leyland, ha lamentato un costante calo dei fondi a disposizione dell’Agenzia. Ma il ministro dell’Ambiente, Rebecca Pow, ha dichiarato che la quantità di liquami scaricati nelle acque inglesi è “assolutamente inaccettabile” e ha precisato che il budget per la protezione è stato aumentato del 12% rispetto all’anno scorso.
Anche il ministro della Salute, Thérèse Coffey, ha difeso il comportamento del governo davanti alla BBC. Ma nel marzo del 2022, Robert Bailey, dell’associazione ambientalista Clean Harbours Partnership, ha notato che le limpide acque del fiume Lavant, vicino a Chichester, si stavano intorbidendo per gli sversamenti di liquami.
L’anno scorso sono stati scaricati illegalmente liquami in 25 siti in tutta l’area servita dalla Southern Water, dall’Hampshire al Kent, per un totale di quasi 800 ore.
Sversamenti nel “paradiso verde”
Altri sversamenti frequenti si registrano nel sito di Longbridge Road servito dalla Thames Water, nella zona est di Londra, che rilascia liquami direttamente nelle acque del parco di Mayes Brook, il primo parco “climatico” del Regno Unito, a Dagenham, un oasi di verde pe la comunità locale e la fauna selvatica.
Ma l’anno scorso, l’acqua in eccesso è defluita per quasi 200 ore, lasciando salviette umide imbevute di escrementi sulle rive del fiume.
Secondo l’inchiesta della BBC, la Thames Water – che serve un’area che va dalle Cotswolds, dove si trovano i villaggi più belli della campagna inglese, all’estuario del Tamigi – ha scaricato liquami in tempo secco per 1.253 ore nel 2022, in 49 siti a rischio di esondazioni.
Dopo l’approvazione (nell’ottobre 2021) della nuova legge che ha dato via libera a questi sversamenti, rimpiazzando le leggi ambientali europee dopo la Brexit, che li vietavano, i corsi d’acqua in Inghilterra “sono un disastro” e un “cocktail chimico” di liquami, scarichi fognari e microplastiche, secondo il rapporto della Commissione per l’audit ambientale della Camera dei Comuni sulla qualità dell’acqua dei fiumi.
Water UK ha annunciato recentemente che le compagnie idriche si sono impegnate a ridurre le fuoriuscite di liquami fino al 35% entro il 2030 e a condividere in tempo reale i dati sulla frequenza con cui le acque reflue vengono sversate nei fiumi e nei mari.
Niente di nuovo sotto il sole: ad aprile il governo aveva già annunciato che entro il 2025 la condivisione dei dati sarebbe stata un requisito legale per le compagnie idriche. Water UK ha anche affermato che le imprese ridurranno il numero di sversamenti di acque reflue fino a 140.000, rispetto al 2020, quando ci sono stati più di 400.000 sversamenti. Ma per Peter Hammond, consulente scientifico dell’associazione ambientalista Windrush Against Sewage Pollution (Wasp), è una promessa vana, se si riduce anche il volume sversato. Attualmente, le società idriche sono tenute a monitorare solo se si sta verificando una fuoriuscita, ma non quanto viene rilasciato. Tutto quello che promettono di fare è ridurre il numero di sversamenti, non sappiamo ancora se si tratti di rivoli o tsunami di acque reflue che entrano nei fiumi”.