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Siria: continuano le proteste per il cambiamento politico

Siria: continuano le proteste per il cambiamento politico

K metro 0 – Beirut – Per il 31esimo giorno consecutivo, decine di persone hanno protestato ieri in diverse città del governatorato di Suwayda, nel sud della Siria, chiedendo la deposizione del presidente, Bashar al Assad, e l’avvio di un cambiamento politico nel Paese, secondo la risoluzione numero 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni

K metro 0 – Beirut – Per il 31esimo giorno consecutivo, decine di persone hanno protestato ieri in diverse città del governatorato di Suwayda, nel sud della Siria, chiedendo la deposizione del presidente, Bashar al Assad, e l’avvio di un cambiamento politico nel Paese, secondo la risoluzione numero 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha riferito il quotidiano panarabo “Al Modon”.

Il giornale, ha precisato che alle proteste di Suwayda, capoluogo dell’omonimo governatorato a maggioranza drusa, ha partecipato anche una delegazione del villaggio di Al Kafr, guidato dal notabile del villaggio, sheykh Saeed Murshid, e da alcuni capi religiosi locali. Secondo lo stesso quotidiano, il movimento popolare che da un mese organizza quotidianamente manifestazioni a Suwayda, in particolare il venerdì, giorno della preghiera collettiva, “ha assistito a un aumento del numero dei partecipanti, cui ha contribuito il sostegno di due capi religiosi della comunità drusa, Hikmat al Hijri e Hamoud al Hanawi”. Dopo il ferimento, lo scorso 13 settembre, di tre manifestanti da parte della vigilanza del partito Baath (del presidente Assad), ha spiegato il quotidiano, i discorsi dei due capi religiosi “sono stati segnati da un’intensificazione delle critiche ad Assad e al suo regime e da una presa di posizione a sostegno delle rivendicazioni dei manifestanti”. Al Hijri, inoltre, ha condannato l’Iran e le sue “milizie occupanti”.

Intanto, migliaia di persone hanno protestato nella regione di Al Malikiya, nel governatorato di Hasakah, nella Siria orientale, contro la decisione dell’Amministrazione autonoma del nord e dell’est (nota anche come Rojava) di “quadruplicare” i prezzi dei carburanti. Lo ha riferito ieri il quotidiano panarabo “Al Araby al Jadeed”, precisando che le proteste sono state indette mediante appelli diffusi attraverso i social network.

I manifestanti hanno chiesto, inoltre, il miglioramento delle condizioni di vita. “Le persone sono scese in strada per esprimere il proprio dissenso nei confronti della decisione di aumentare i prezzi dei carburanti, poiché tale decisione incide direttamente sulla loro vita, da tutti i punti di vista”, ha dichiarato un manifestante di Ma’bada, in curdo Girke Lege.

Nella città, dove le proteste sono state particolarmente consistenti, in segno di protesta i negozi sono rimasti chiusi, ad eccezione delle farmacie. “La mattina i negozianti hanno aperto”, ha aggiunto lo stesso manifestante di Ma’bada, “ma quando siamo scesi in strada hanno chiuso i loro esercizi e si sono uniti a noi”. Secondo l’agenzia di stampa statale siriana “Sana”, i manifestanti, oltre ad aver proclamato uno sciopero generale di un giorno, hanno bloccato diverse strade della città.

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