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Marocco, geopolitica del terremoto

Marocco, geopolitica del terremoto

K metro 0 – Rabat – Cosa porta un paese in emergenza a disdegnare gli aiuti umanitari? E’ l’interrogativo sollevato da Ebbaba Hameida, una giornalista spagnola di origine sahrawi, nella sua analisi (per la RadioTv iberica RTVE) del sisma che ha squassato il Marocco. Al momento Rabat ha accettato aiuti solo da Spagna, Turchia, Regno

K metro 0 – Rabat – Cosa porta un paese in emergenza a disdegnare gli aiuti umanitari? E’ l’interrogativo sollevato da Ebbaba Hameida, una giornalista spagnola di origine sahrawi, nella sua analisi (per la RadioTv iberica RTVE) del sisma che ha squassato il Marocco.

Al momento Rabat ha accettato aiuti solo da Spagna, Turchia, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, rifiutando, direttamente o indirettamente, quelli offerti da alleati tradizionali come la Francia. E ha giustificato la decisione spiegando che “la mancanza di coordinamento potrebbe essere controproducente”, ma “non esclude di autorizzare altri aiuti qualora si rivelasse necessario”. Dietro le scelte del governo, tuttavia, ci sono  strategie diplomatiche o geopolitiche.

I paesi che al momento hanno ricevuto autorizzazioni a fornire aiuti sono quelli che si sono schierati con Rabat nel contenzioso sullo statuto del Sahara occidentale, territorio disputato da più parti al confine con il Marocco. A dimostrazione che la diplomazia, a volte, si intreccia, influenza o condiziona la risposta data a un’emergenza umanitaria.

Il forte terremoto che ha colpito il Marocco ha causato almeno 3.000 morti e 5.500. Ma  nonostante le difficoltà interne nell’affrontare questo tragico evento, il regno alawita ha rifiutato l’assistenza umanitaria offerta da diversi paesi, evidenziando lo stato di salute delle relazioni estere del paese, non facilitate del resto dal sistema decisionale “altamente centralizzato”  della monarchia di Mohamed VI.

La rivalità con l’Algeria

Subito dopo la tragedia, Algeri ha offerto l’invio di soccorsi e la riapertura del suo spazio aereo chiuso in seguito alla rottura delle relazioni diplomatiche col Marocco nel 2021.

Rabat inizialmente non ha risposto. Solo due giorni dopo il ministro della Giustizia marocchino, Abdellatif Ouahbi, ha dichiarato alla Tv emiratina Al-Arabiya, di aver  “accolto con favore l’offerta di aiuti algerini”. Ma il canale privato marocchino Shouf TV ha sottolineato che è il ministero degli Esteri a decidere quali aiuti sono necessari, e che per ora… è stato rifiutato qualsiasi aiuto offerto dall’Algeria, che pure avrebbe potuto allentare un po’ le tensioni fra i due paesi maghrebini.

Il regno alawita sviluppa da alcuni anni una politica estera più assertiva, che ha provocato crisi con diversi paesi vicini.  Con ripercussioni anche nei rapporti con la Francia.

Tensioni con la Francia

Secondo Lourdes Vidal, esperta di politica araba dell’Università Ramon Llull di Barcellona, il Marocco ritiene che la Francia “opta per la parte algerina”, come dimostra la riconciliazione, senza precedenti da molti anni, fra  il presidente algerino Tebboune e quello  francese Emmanuel Macron.

Tra la Francia e il Marocco, tuttavia, esiste una relazione coloniale e postcoloniale molto stretta che negli ultimi anni ha conosciuto forti tensioni (anche per utilizzo da parte del Marocco del programma di spionaggio Pegasus contro i leader francesi, Macron compreso). Ciò nonostante, re Mohamed VI trascorre lunghi periodi nella capitale francese.

Dopo il terremoto, Macron ha manifestato per due volte la sua disponibilità a inviare aiuti, senza ottenere una risposta positiva da Rabat. E sebbene ultimamente si sia  cercato di minimizzare ogni eventuale disaccordo tra i due paesi, la visita del presidente francese in Marocco è stata rinviata più volte nell’ultimo anno.

Il rifiuto degli aiuti francesi è sintomo di un crisi diplomatica bilaterale che perdura da quasi tre anni.  Negli ultimi tempi, Parigi ha cercato di migliorare i rapporti con l’Algeria, alleata del Fronte Polisario saharawi che da mezzo secolo lotta per l’indipendenza del Sahara Occidentale.

Altro punto dolente è stata la decisione di Parigi di dimezzare il numero dei visti per i marocchini in risposta al rifiuto del governo di Rabat di accettare il rimpatrio dei suoi emigrati irregolari.

Gli Stati Uniti e la situazione nel Sahel

Anche il presidente americano, Joe Biden, ha offerto aiuto al Marocco  in occasione del G20 a Nuova Delhi. Ma Rabat non ha incluso Washington nella lista dei  paesi “amici”, perché la Casa Bianca ha cambiato atteggiamento verso il conflitto del Sahara Occidentale, invertendo la decisione di Donald Trump di riconoscere l’appartenenza di questo territorio al Marocco. E ciò allo scopo di migliorare il  rapporto con l’Algeria per ragioni energetiche e di politica internazionale (l’Algeria è stata  tradizionalmente vicina all’Unione Sovietica e alla Russia…).

Sia la Francia che gli Stati Uniti sono consapevoli della destabilizzazione di gran parte del Sahel. L’Algeria è il paese che ha più influenza e capacità di mediazione. È molto restia a ogni ingerenza negli affari interni di altri territori. E per ragioni storiche ha evitato di presentarsi come un pedina degli occidentali. Ma oggi è un partner essenziale, per la sua capacità di lotta al terrorismo e il suo peso sul continente africano.

Spagna, Regno Unito e monarchie del Golfo

Gli ultimi avvenimenti  confermano l’amicizia del Marocco con le monarchie arabe, soprattutto con il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Le case reali del Golfo sono le principali alleate del Marocco dagli anni ’70. Da quando è scoppiato il conflitto nel Sahara Occidentale, sono sempre state dalla sua parte, anche nel contesto della Guerra Fredda. Il loro aiuto è accettato anche se non sono geograficamente vicine né dispongono delle  capacità tecniche che altri paesi potrebbero offrire.

Quanto alla Spagna, è stata uno dei primi paesi a venire in aiuto del suo vicino meridionale. Le sue relazioni col Marocco, nonostante momenti di forte tensione fra il 2020 e il 2021, hanno conosciuto una svolta storica nel primo trimestre del 2022, quando  Pedro Sánchez ha sostenuto il piano di Rabat per l’autonomia del Sahara occidentale, ex colonia spagnola.

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