fbpx

Mostra del Cinema di Venezia, inizia uno show tra titoli e spettacoli

K metro 0 – Venezia – Oggi alle 19 inizierà la cerimonia di inaugurazione della 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. A condurre sarà l’attrice Caterina Murino, madrina del festival. Interverranno il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, e il direttore della Mostra, Alberto Barbera. Durante

K metro 0 – Venezia – Oggi alle 19 inizierà la cerimonia di inaugurazione della 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. A condurre sarà l’attrice Caterina Murino, madrina del festival. Interverranno il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, e il direttore della Mostra, Alberto Barbera. Durante la cerimonia sarà consegnato alla regista Liliana Cavani il Leone d’oro alla carriera.

“La Mostra del Cinema, che attira su di sé l’attenzione mondiale dei media e dell’industria audiovisiva, non è mai stata solo una passerella di talenti e film, ma anche uno specchio delle criticità politiche, sociali, ambientali, e ha sempre risposto con tempestività attraverso l’ impegno diretto e talvolta spontaneo di chi vi partecipa”, ha affermato il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto.

Sono 23 i film in concorso nell’edizione di quest’anno. 6 sono quelli realizzati da registi italiani: si tratta di Comandante, firmato da Edoardo De Angelis; Io Capitano, firmato da Matteo Garrone; Finalmente l’Alba, firmato da Saverio Costanzo; Enea, firmato da Pietro Castellitto; Lugo, firmato da Giorgio Diritti e Adagi, firmato da Stefano Sollima. Tra gli altri film in gara, ben sette arrivano dall’America: Origin, di Ava DuVernay; The Killer di David Fincher; Priscilla di Sofia Coppola; Maestro di Bradley Cooper; Ferrari di Michael Mann; Povere Creature! di Yorgos Lanthimos; Memory, di Michael Franco. Gli altri film in concorso sono: Bastarden, di Nikolaj Arcel; Dogman, di Luc Besson; La Bête, di Bertrand Bonello; Hors-Saison, di Stéphane Brizé; Aku wa sonzai Shinai, di Ryusuke Hamaguchi; Zielona granica, di Agnieszka Holland; Die theorie von allem, di Timm Kröger; El Conde, di Pablo Larraín; Kobieta Z…, di Malgorzata Szumowska e Michal Englert; Holly, di Fien Torah.

Mentre aspettiamo che si alzi il sipario sulla kermesse cinematografica italiana, parliamo di uno dei film più attesi dell’anno e che è appena uscito nelle nostre sale: Oppenheimer, di Cristopher Nolan, tratto dalla biografia “Oppenheimer, trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica”, di Kai Bird e Martin J Sherwing.

Il film racconta, con il consueto stile originale di Nolan, la storia del progetto Manhattan, ovvero del gruppo di scienziati che dopo due anni e due miliardi di dollari spesi, ha realizzato le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaky. La pellicola americana, diciamo subito, è tra quelle che restano dentro, che lasciano interrogativi a cui si risponde nel tempo, sulla scia dei film più belli di Nolan, come Memento e Interstellar. 

Gli attori sono tra i più bravi della scena Hollywoodiana attuale, Cillian Murphy, il protagonista del film, Robert Downey Jr, Rami Malek, Matt Damon, ma quello che colpisce, più della singola prova attoriale, è la capacità di Nolan di condurre ad unità tutti i registri e gli strumenti narrativi del film. Sceneggiatura, recitazione, fotografia e musica trovano nel film una compiutezza ed armonia che fanno di Nolan un unicum nel cinema mondiale. Tanto da rendere riconoscibile il suo stile, fatto di un crescendo corale che appartiene più alla musica che al cinema, nei diversi generi in cui si è esercitato, da Dunkirk a Batman.

Forse, solo un altro grandissimo come Kubrick, è stato così riconoscibile pur avendo realizzato film assai diversi tra loro. In un film sulla bomba atomica tutti ci aspetteremmo di vedere immagini  di repertorio sul fungo atomico e un crescendo di effetti speciali, invece in Oppennheimer non c’è una sola immagine d’archivio. La bomba scoppia, noi non la vediamo, ma capiamo quello che è successo attraverso gli occhi di Oppenheimer che mantengono una sorprendente innocenza, pur contenendo lo spettro dell’apocalisse.

di Alessandro Corsi

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: