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Slovacchia, il presidente rassicura il Paese dopo l’arresto dei capi delle spie

K metro 0 – Bratislava – Nessun colpo di Stato da parte della polizia slovacca. L’ha dichiarato nei giorni scorsi la presidente del Paese Zuzana Čaputová, poche ore dopo l’arresto di diversi capi-spia. Le forze dell’ordine hanno soltanto fermato diversi funzionari di alto livello della comunità dei servizi segreti per aver organizzato un gruppo criminale,

K metro 0 – Bratislava – Nessun colpo di Stato da parte della polizia slovacca. L’ha dichiarato nei giorni scorsi la presidente del Paese Zuzana Čaputová, poche ore dopo l’arresto di diversi capi-spia. Le forze dell’ordine hanno soltanto fermato diversi funzionari di alto livello della comunità dei servizi segreti per aver organizzato un gruppo criminale, per abuso di potere e corruzione.

Tutto ciò ha scosso la comunità di intelligence del Paese a poche settimane dalle elezioni generali, in programma il 30 settembre. Čaputová ha dunque ribadito che non c’è alcun golpe e che le agenzie di sicurezza sono operative e sicure. Lo riferisce Politico.eu. Giovedì la polizia slovacca ha dichiarato di aver accusato il capo del Servizio informazioni slovacco Roman Alac, il suo predecessore Vladimir Pcolinsky, il direttore dell’Autorità per la sicurezza nazionale Roman Konecny e altri funzionari di alto livello di “costituire, formare e sostenere un gruppo criminale, il reato di abuso di autorità pubblica e il reato di ostruzione della giustizia”.

La Slovacchia, dunque, si recherà alle urne il 30 settembre per eleggere il nuovo Parlamento. Smer-SD – un partito populista guidato dal controverso ex premier filo-russo Robert Fico – è al momento in testa nei sondaggi, secondo le rilevazioni di Politico. Dopo gli arresti di giovedì, Fico aveva descritto la situazione come un “colpo di Stato della polizia”.

Secondo l’Inkiesta.it, tuttavia, la Slovacchia potrebbe presto rientrare nel gruppo di Visegrad e avvicinarsi a Mosca. I favoriti alle elezioni anticipate di settembre sono difatti i russofili ed euroscettici di Smer, guidati dall’ex premier Robert Fico. La loro vittoria potrebbe indebolire il fronte Nato in un paese che confina proprio con l’Ucraina

La Slovacchia – scrive l’Inkiesta – è ostaggio del populismo e della disinformazione di matrice russofila e questi fenomeni stanno influenzando lo scenario politico. La presidentessa europeista Zuzana Čaputová, esponente del partito liberale ed europeista Slovacchia Progressista, ha annunciato che non si ricandiderà per un secondo mandato dopo le numerose ingiurie e minacce di morte ricevute nel corso degli ultimi anni.

Il Capo di Stato ha traghettato Bratislava fuori dal Gruppo di Visegrad ed ha espresso la sua vicinanza a Kyjiv dopo l’invasione di Mosca. Le sue posizioni non sono passate inosservate e il leader dell’opposizione ed ex primo ministro Fico l’ha accusata, senza fornire prove, di essere un fantoccio degli Stati Uniti e di fare gli interessi del finanziere George Soros.

La Caputova ha annunciato azioni legali contro Fico ma alle ingiurie si sono aggiunte le minacce di morte anonime e da qui la decisione di non ricandidarsi alle presidenziali del 2024.

La situazione, come ricordato dal portale Foreign Policy, riguarda anche Bruxelles e Washington, perché nel caso Fico diventasse premier si profilerebbe un netto cambiamento degli orientamenti di Bratislava. La Slovacchia è una nazione strategica tanto per l’Unione europea quanto per l’Alleanza Atlantica perché confina con l’Ucraina e copre il fianco orientale di entrambi gli schieramenti da eventuali provocazioni moscovite.

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