K metro 0 – Teheran – L’Iran flette i muscoli in Medio Oriente compiendo esercitazioni militari nelle acque del Golfo Persico e nei territori della Siria sotto il suo controllo, due aree strategiche per lo “spazio vitale” della Repubblica degli Ayatollah. Il Corpo dei guardiani della rivoluzione della Repubblica islamica dell’Iran (Irgc, i cosiddetti Pasdaran) ha lanciato
K metro 0 – Teheran – L’Iran flette i muscoli in Medio Oriente compiendo esercitazioni militari nelle acque del Golfo Persico e nei territori della Siria sotto il suo controllo, due aree strategiche per lo “spazio vitale” della Repubblica degli Ayatollah. Il Corpo dei guardiani della rivoluzione della Repubblica islamica dell’Iran (Irgc, i cosiddetti Pasdaran) ha lanciato ieri, 2 agosto, manovre militari navali sulle isole di Abu Musa, Grande Tunb e Piccola Tunb, secondo quanto annunciato da Alireza Tanksiri, comandante della Marina dell’Irgc, all’agenzia di stampa iraniana “Tasnim”. L’alto ufficiale ha evidenziato la necessità di “difendere le tre isole”, contese con gli Emirati Arabi Uniti. L’obiettivo delle esercitazioni lanciate, sempre secondo Tanksiri, è “mostrare la potenza navale dell’Irgc e la sua preparazione difensiva e di combattimento nel proteggere la sicurezza del Golfo Persico e delle isole iraniane”. E’ paradossale che a parlare di “sicurezza” di navigazione sia proprio l’Iran, che è solito sequestrare le petroliere i cargo occidentali nello Stretto di Hormuz con l’accusa (infondata secondo l’Occidente) di contrabbando di petrolio.
Le manovre navali iraniane, effettuate da varie unità della Marina dell’Irgc (incluse imbarcazioni adibite alla guerra elettronica), si svolgono con il sostegno dell’aviazione, testando diverse tattiche belliche. Per la prima volta, inoltre, la flotta dell’unità speciale detta Hojaji è stata equipaggiata con missili dalla gittata di 600 chilometri, al fine di preservare la sicurezza delle tre isole. La Marina iraniana ha inoltre impiegato motoscafi lanciamissili che raggiungono una velocità di 90 nodi, droni, navi navali telecomandate con intelligenza artificiale, aerei anfibi e missili balistici navali di precisione nello svolgimento dell’esercitazione. Le tre isole di Abu Musa, Grande Tunb e Piccola Tunb furono conquistate militarmente dalla Repubblica islamica il 30 novembre 1971, a pochi giorni dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti. Per tale ragione, Teheran ne rivendica la completa sovranità. La questione, peraltro, è stata ultimamente causa di frizioni tra Iran e Russia, dopo che Mosca aveva firmato, lo scorso 11 luglio, una dichiarazione congiunta con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), nella quale si faceva riferimento all’opportunità di avviare trattative sulla sovranità sulle tre isole.
Le esercitazioni iraniane, a ben vedere, lanciano un messaggio anche ad Arabia Saudita e Kuwait, intenti a sfruttare il giacimento gasifero di Durra (o Arash), nel Golfo persico, rivendicato anche da Teheran. “La proprietà delle risorse naturali spetta solo ad Arabia Saudita e Kuwait”, ha riferito dichiarazione del ministero degli Esteri saudita, citata dall’agenzia di stampa “Spa”, ribadendo “i precedenti e ripetuti appelli all’Iran a tenere negoziati sui confini marittimi”. Si tratta di una risposta alle parole del ministro del Petrolio iraniano, Javad Owji, sempre sullo stesso argomento. “Se non c’è la volontà di cooperare, l’Iran perseguirà i suoi diritti e benefici, compreso lo sfruttamento e l’esplorazione del giacimento di gas di Arash, e non tollererà alcuna violazione dei suoi diritti”, aveva spiegato Owjim, secondo l’agenzia di stampa “Shana”. Da parte sua, il ministro de Petrolio del Kuwait, Saad al Barrak, ha annunciato giovedì 27 luglio che il suo Paese avvierà le operazioni di trivellazione nel giacimento di gas senza attendere la demarcazione dei confini marittimi con l’Iran.
Intanto, in Siria, i Pasdaran hanno introdotto droni nella città di Deir ez-Zor, nella Siria centro-orientale, a ridosso del confine con l’area sotto il controllo delle forze curde alleate degli Stati Uniti. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), organizzazione non governativa con sede a Londra ma con un’ampia rete di fonti sul territorio, specificando che, inoltre, le milizie dell’Iran stanno lavorando per riattrezzare gli aeroporti agricoli (strutture attrezzate per ospitare aerei agricoli, particolarmente comuni in aree rurali) vicino alla città di Al Mayadeen, a circa 45 chilometri a sudest di Deir ez-Zor, roccaforte iraniana nella Siria orientale. L’obiettivo delle esercitazioni è quello di fornire addestramento per utilizzare i droni come “aerei suicidi”. A tal riguardo, il Sohr riferisce che le milizie hanno completato e attrezzato un aeroporto, fortificato le sue vicinanze e il quartier generale nell’area, in previsione di possibili “attacchi ostili”.