K metro 0 – Washington – Alcuni migranti aspettano di essere processati dopo aver attraversato il confine il 6 gennaio 2023, vicino a Yuma, ad Ariz. Il 25 luglio, però, un giudice federale ha bloccato una norma che consente alle autorità per l’immigrazione di negare l’asilo ai migranti che arrivano al confine tra gli Stati
K metro 0 – Washington – Alcuni migranti aspettano di essere processati dopo aver attraversato il confine il 6 gennaio 2023, vicino a Yuma, ad Ariz. Il 25 luglio, però, un giudice federale ha bloccato una norma che consente alle autorità per l’immigrazione di negare l’asilo ai migranti che arrivano al confine tra gli Stati Uniti e il Messico senza aver prima presentato domanda online o aver cercato protezione in un Paese da cui sono passati. Il giudice ha però ritardato l’entrata in vigore immediata della sentenza per dare all’amministrazione Biden il tempo di presentare ricorso.
L’ordinanza del giudice distrettuale Jon Tigar, del distretto settentrionale della California toglie dunque uno strumento chiave di applicazione della legge istituito dall’amministrazione Biden dopo la scadenza delle restrizioni sull’asilo basate sul coronavirus, avvenuta a maggio. La nuova norma impone difatti severe limitazioni ai migranti che chiedono asilo, ma con alcune eccezioni e non si applica ai bambini che viaggiano da soli. Ne riferisce Associated Press.
In sintesi, la norma costringe i migranti a cercare protezione in Paesi che non hanno lo stesso solido sistema di asilo e di tutela dei diritti umani degli Stati Uniti. L’amministrazione Biden ha sostenuto che i sistemi di protezione in altri Paesi attraversati dai migranti sono migliorati. Ma Tigar ha risposto che per alcuni migranti non è possibile cercare protezione in un Paese di transito e ha sottolineato la violenza che molti affrontano in particolare in Messico.
Ha anche dichiarato che la norma è illegale perché presume che le persone non siano ammissibili all’asilo se entrano nel Paese tra i valichi di frontiera legali. Ma, ha precisato Tigar, il Congresso ha espressamente affermato che ciò non dovrebbe influire sull’ammissibilità di una persona all’asilo.
“Nell’attesa di una decisione, i richiedenti asilo devono rimanere in Messico, dove i migranti sono in genere esposti a un rischio maggiore di violenza da parte di attori statali e non statali”, ha scritto il giudice, nominato dal presidente Barack Obama.
Il quale ha anche respinto le argomentazioni dell’amministrazione, secondo le quali essa avrebbe fornito altre vie di accesso agli Stati Uniti, che dovrebbero essere prese in considerazione. L’amministrazione ha così fatto riferimento a un programma che consente l’ingresso di 30.000 migranti al mese da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela se hanno uno sponsor e volano negli Stati Uniti. Il giudice ha però osservato che tali percorsi non sono disponibili per tutti i migranti.
Tigar ha notato che la domanda supera i 1.450 appuntamenti attualmente disponibili al giorno, lasciando i richiedenti asilo in attesa in Messico, dove sono a “serio rischio di violenza”.
L’amministrazione Biden ha dichiarato che la norma sull’asilo è una parte fondamentale della sua strategia per trovare un equilibrio tra una rigorosa applicazione delle frontiere e la garanzia di diverse possibilità per i migranti di presentare valide richieste di asilo. Secondo la Customs and Border Protection, gli incontri totali lungo la frontiera meridionale – cioè i migranti che sono giunti in uno dei porti di ingresso o hanno cercato di attraversarli – sono diminuiti del 30% a giugno rispetto al mese precedente. L’agenzia ha dichiarato che si tratta del totale mensile più basso dal febbraio 2021.
I critici più feroci hanno però sostenuto che la norma è essenzialmente una versione più recente degli sforzi del presidente Donald Trump per limitare l’asilo al confine meridionale.
Nel frattempo, la lunga battaglia legale sulla decisione dell’ex presidente Donald Trump di dirottare miliardi di dollari per costruire un muro al confine tra Stati Uniti e Messico si è formalmente conclusa martedì. Il Wisconsin è diventato l’ultimo dei 20 Stati ad abbandonare le due cause, che sono state rese quasi nulle quando il presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo nel 2021 che ha bloccato la costruzione del muro utilizzando fino a 6,7 miliardi di dollari destinati alle unità della Guardia Nazionale, ai progetti di costruzione militare e alla polizia.