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Il “mal d’Africa” dei mercenari di Prighozin

Il “mal d’Africa” dei mercenari di Prighozin

K metro 0 – Mosca – Gli spietati mercenari della Wagner, protagonisti di una rivolta contro Vladimir Putin, durata lo spazio di un mattino, hanno imperversato a lungo in tutta l’Africa, proteggendo i governanti a spese delle masse. E molto probabilmente continueranno a farlo anche adesso che il fondatore del gruppo, Yevgeny Prigozhin, è stato

K metro 0 – Mosca – Gli spietati mercenari della Wagner, protagonisti di una rivolta contro Vladimir Putin, durata lo spazio di un mattino, hanno imperversato a lungo in tutta l’Africa, proteggendo i governanti a spese delle masse. E molto probabilmente continueranno a farlo anche adesso che il fondatore del gruppo, Yevgeny Prigozhin, è stato esiliato in Bielorussia come punizione per la fallita ribellione. Del resto, né la Russia né i leader africani che si avvalgono del “lavoro sporco” della Wagner per reprimere il dissenso nei loro paesi, hanno alcun interesse a troncare i loro rapporti.

Le soldataglie di Prighozin  brutalizzano da anni i civili nella Repubblica Centrafricana, in Mali e altrove per sventare le minacce dei ribelli. In cambio, la Russia ottiene l’accesso alle risorse naturali e ai porti attraverso i quali le armi possono essere spedite e riceve pagamenti che arricchiscono il Cremlino e lo aiutano a finanziare operazioni altrove,  guerra in Ucraina compresa.

Ma al di là  del tornaconto finanziario, Putin ha cercato anche di utilizzare i combattenti della Wagner per espandere la presenza della Russia in Medio Oriente e in Africa. E cerca alleanze con autocrati, golpisti e altri governanti che sono stati respinti o trascurati dagli Stati Uniti e dall’Europa, a causa dei  loro sanguinosi abusi o  di interessi strategici occidentali concorrenti.

Alla domanda se il recente  l’ammutinamento della Wagner possa erodere le posizioni della Russia in Africa, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto, a una TV statale, che l’assistenza militare ai paesi africani continuerà. E ha menzionato specificamente la Repubblica Centrafricana e il Mali, dichiarando  che i funzionari del governo russo hanno mantenuto i contatti con i leader locali.

Ma chi guiderà le migliaia di combattenti  di stanza in molte nazioni africane? In Mali, dove almeno 1.000 combattenti Wagner hanno sostituito le truppe francesi mandate a combattere gli estremisti islamici, gli Stati Uniti sostengono che il Cremlino utilizzi il paese come stazione di passaggio per le spedizioni di armi alle forze russe in Ucraina. Il governo del Mali ha negato però di usare la Wagner per scopi diversi dall’addestramento delle proprie truppe.

Un ufficiale dell’aeronautica militare del Mali, ha dichiarato, sotto anonimato,  che i combattenti russi svolgono un importante ruolo nei teatri di battaglia.  “Al momento non abbiamo abbastanza piloti e la maggior parte dei nostri aerei militari ed elicotteri da combattimento sono pilotati dagli uomini della Wagner. Se la Russia chiede al governo del Mali di smettere di collaborare con la Wagner, saremo obbligati a farlo, perché abbiamo un interesse maggiore per il governo russo che per la Wagner”, ha detto chiaramente.

Come parte di un accordo per porre fine alla loro ribellione, Putin ha offerto ai combattenti della Wagner tre opzioni: unirsi all’esercito russo, andare in Bielorussia come Prigozhin o tornare a casa. Non era chiaro se queste opzioni valessero anche  per i combattenti della Wagner in Africa.

A Bangui, capitale della  Repubblica  Centrafricana, una scultura rende omaggio ai mercenari russi che hanno contribuito a mantenere al potere il presidente Faustin-Archange Touadéra. E Lavrov ha detto a RT (la TV satellitare Russia Today diffusa a livello mondiale e finanziata direttamente dal Cremlino) che centinaia di combattenti russi sarebbero rimasti in loco.

Indipendentemente da chi alla fine guida i combattenti della Wagner nella Repubblica Centrafricana, la fonte della loro autorità, ovvero “Prigozhin, è soltanto una pedina nel gioco della guerra. Ed è solo la punta dell’iceberg, secondo Jordy Christopher, consigliere speciale di Touadéra.

La Wagner opera in circa 30 paesi (secondo il Center for Strategic and International Studies), ed è accusata di numerose violazioni dei diritti umani, comprese le esecuzioni sommarie. I suoi combattenti sono più influenti nei paesi africani dove i conflitti armati hanno costretto i leader a rivolgersi a Mosca per chiedere aiuto, come la Libia e il Sudan, spiega Federica Saini Fasanotti, senior Fellow presso il Center for Security, Strategy, and Technology della Brookings Institution (un centro di ricerca, con sede a Washington, fondato nel 1916, tra i cui membri, ben 6 sono diventati nel corso del tempo, presidenti degli Stati Uniti…).

Tuttavia, a detta di alcuni esperti, la rivolta contro Putin dei combattenti della Wagner, costringerà i paesi africani  che dipendono da queste  milizie  a vagliare più attentamente i rapporti che stabiliranno con Mosca.

Gli ultimi sviluppi in Russia probabilmente renderanno molti paesi africani più cauti nei loro patti col Cremlino, sostiene Ryan Cummings, direttore di Signal Risk (una società di consulenza per la sicurezza con sede a Città del Capo).

Qualsiasi svolta inaspettata degli eventi interni in Russia pone in effetti potenziali minacce ai leader africani che fanno affidamento sulle truppe mercenarie della Wagner per rimanere in sella.

Qualsiasi improvviso ritiro dei mercenari potrebbe, in effetti, conclude Cummings, essere prontamente sfruttato da gruppi che sfidano l’autorità del governo in questi paesi.  

(AP)

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