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Belgio, gli assenti per malattia sono più dei disoccupati  

Belgio, gli assenti per malattia sono più dei disoccupati  

K metro 0 – Bruxelles – Sono più numerosi dei disoccupati. E cominciano a destare preoccupazioni per il bilancio del paese. Se le cose non cambiano, entro il 2035 il Belgio potrebbe avere quasi 600.000 malati di lunga durata, stando alle proiezioni delle Mutualités Libres (il terzo istituto di assicurazioni del paese, con 2 milioni

K metro 0 – Bruxelles – Sono più numerosi dei disoccupati. E cominciano a destare preoccupazioni per il bilancio del paese. Se le cose non cambiano, entro il 2035 il Belgio potrebbe avere quasi 600.000 malati di lunga durata, stando alle proiezioni delle Mutualités Libres (il terzo istituto di assicurazioni del paese, con 2 milioni di iscritti), basate su ipotesi avanzate nel luglio 2022  dal Bureau Federal du Plan, e confermate anche da “L’Echo” (quotidiano economico finanziario dell’area metropolitana di Bruxelles stampato su carta rosa-salmone come il “Financial Times” o il nostro “Il Sole 24 Ore”). 

Secondo i dati dell’Inami, (Institut National de l’assurance maladie invalidité) l’80% dell’incremento del dei lungodegenti riguarda gli over-55. Ma la tendenza al rialzo si registra anche tra i giovani.

Anche le Mutualités Libres lanciano l’allarme: i lungodegenti rappresentano ormai  la terza voce della spesa previdenziale (dopo pensioni e assistenza sanitaria) che  oggi supera i 10 miliardi di euro.

“Trovare soluzioni”

Per Xavier Brenez, direttore generale di Mutualités libres, il reimpiego dei disabili è fondamentale, per i conti della previdenza sociale, ma anche per i malati. “Dobbiamo cambiare il paradigma. Siamo in una società in cui sempre più persone devono conciliare la propria patologia con un lavoro. Occorre uscire dallo schema binario lavoro/malattia, per valorizzare di più le capacità che la persona ancora possiede. Aumenta la popolazione attiva, ma si alza anche l’età media, con le patologie croniche che vanno di pari passo. Se vogliamo continuare ad aumentare il tasso di occupazione, dovremo invariabilmente affrontare queste patologie e trovare soluzioni per conciliare le due cose”. E in questo contesto, “il rilancio del lavoro part-time è un ottimo esempio”, ha dichiarato a “L’Echo”.

Una ricetta già sperimentata anni addietro con il “modello olandese” cha aveva cercato di combinare  crescita lavoro ed equità attraverso una più ampia offerta di lavoro part-time, riducendo così drasticamente  la disoccupazione, senza incidere sul reddito complessivo delle famiglie e sui livelli di protezione sociale. (Ma anche con la distribuzione massiccia di pensioni di invalidità come ponte per la pensione di anzianità o di vecchiaia, nascondendo così la disoccupazione e alleggerendo le imprese di forza lavoro eccedente… come aveva ben documentato il leader socialista francese Michel Rocard nel suo libro Le moyens d’en sortir” (trad.it. La via d’uscita, edizioni Lavoro 1998).

Ma oltre ai malati di lunga durata aumentano in Belgio anche quelli di corta e media durata: gli assenteisti, per malattie fisiche, e da tempo, in misura crescente, per problemi di salute mentale. Le assenze  per malattie di breve durata (fino a un mese) sono passate al 2,70% nel 2022, contro il 2,29% del 2019, prima della pandemia del coronavirus.

Le assenza per quelle di media durata (da oltre un mese a un anno) sono anch’esse più numerose di quelle degli anni precedenti quando oscillavano intorno al 2%.

Complessivamente, le assenze per malattia, di corta e media durata, hanno raggiunto un novo record nel 2022, secondo uno studio del segretariato sociale (Securex) che si occupa, fra l’altro delle formalità  amministrative relative a incapacità lavorativa, assenteismo, congedi scolastici retribuiti, crediti formativi, pensionamento anticipato.

Da questa inchiesta è emerso, sulla base dei dati salariali di oltre 200.000 lavoratori, che problemi psicologici come l’esaurimento professionale (frustrazione, disaffezione al lavoro, deconcentrazione)  spiegano oggi quasi un terzo delle assenze per malattia.

Anche la fine del telelavoro dopo la pandemia di Covid ha svolto un ruolo. La motivazione dei lavoratori, spiega lo studio di Securex “può diminuire considerevolmente, soprattutto se si ritrovano di fronte a un capo o a un clima d’impresa ostici”.

Ma le soluzioni del problema, prospettate già dal 2021 dal governo Vivaldi (un richiamo alle Quattro stagioni e alle quattro famiglie politiche che la compongono: liberali, verdi, socialisti, social-cristiani) nel “Trajet Retour au travail” (percorso per il reinserimento al lavoro) con l’introduzione di più severi controlli per i lavoratori in malattia, tardano a funzionare.

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