K metro 0 – Atene – Martedì 16 maggio i parenti delle vittime dell’incidente ferroviario che il 28 febbraio scorso ha provocato la morte di 57 persone in Grecia hanno sporto denuncia contro il primo ministro Kyriakos Mitsotakis presso la Procura della Corte d’Appello di Larissa. “Questo è un giorno importante, più importante delle elezioni
K metro 0 – Atene – Martedì 16 maggio i parenti delle vittime dell’incidente ferroviario che il 28 febbraio scorso ha provocato la morte di 57 persone in Grecia hanno sporto denuncia contro il primo ministro Kyriakos Mitsotakis presso la Procura della Corte d’Appello di Larissa.
“Questo è un giorno importante, più importante delle elezioni parlamentari di domenica”, ha dichiarato al tribunale di Larissa Christos Konstantinidis, il rappresentante del gruppo, le cui dichiarazioni sono state diffuse dal sito web Larissanet. Sua moglie è rimasta uccisa nello scontro tra treni a Tempé, nella Grecia centrale.
“Si parte dal capo del governo, Kyriakos Mitsotakis, e dai ministri ed ex ministri” dei trasporti, ha aggiunto. L’elenco pubblicato sul sito web comprende 17 persone, tra cui funzionari dell’OSE, la società statale responsabile della rete ferroviaria, e di Hellenic Train, l’impresa privata che gestisce il trasporto ferroviario dei passeggeri.
Le gravi disfunzioni delle ferrovie sono state evidenziate dopo lo scontro frontale tra due treni, uno per passeggeri e l’altro per merci. A finire sotto accusa i ritardi nell’aggiornamento dei sistemi di sicurezza causa principale della tragedia, gravi malfunzionamenti che hanno pertanto scatenato un’ondata di furore e proteste su larga scala in tutta la Grecia. Il primo ministro, che domenica dovrà affrontare le elezioni parlamentari, ha inizialmente definito l’incidente un “tragico errore umano” prima di chiedere perdono e scusarsi per le carenze e i problemi del trasporto ferroviario.
In particolare, come riportato da onlarissai, è stata presentata una causa contro il primo ministro e presidente di Nuova Democrazia, Kyriakos Mitsotakis e i ministri del governo, in tutto 17 persone. Solo pochi giorni fa i parenti delle vittime erano tornati a Larissa, tenendo una riunione di protesta presso l’OSE.