K metro 0 – Washington – Il rapporto Commodity Markets Outlook della Banca Mondiale prevede che i prezzi delle materie prime diminuiranno del 21% quest’anno, prima di stabilizzarsi nel 2024. Si tratta del calo più marcato dai tempi della pandemia. Ciononostante, la banca avverte che i consumatori continueranno a sentire la pressione, dato che i
K metro 0 – Washington – Il rapporto Commodity Markets Outlook della Banca Mondiale prevede che i prezzi delle materie prime diminuiranno del 21% quest’anno, prima di stabilizzarsi nel 2024. Si tratta del calo più marcato dai tempi della pandemia. Ciononostante, la banca avverte che i consumatori continueranno a sentire la pressione, dato che i prezzi di tutti i principali gruppi di prodotti di base sono sostanzialmente più alti rispetto ai livelli pre-pandemia. Ne riferisce wionews.com.
La ricerca mette in evidenza gli effetti dell’incremento dei costi alimentari, che sono al secondo livello più alto in termini reali dalla penuria di cereali del 1973-75. Questo, a sua volta, contribuisce ad aumentare l’insicurezza alimentare, con gravi conseguenze per le comunità impoverite di molti Paesi in via di sviluppo.
E ancora: i prezzi dell’energia sono diminuiti del 20% nei primi tre mesi del 2023 rispetto agli ultimi tre mesi del 2022, a causa del calo dei prezzi del petrolio e del gas naturale. Si prevede che gran parte del recente calo si manterrà per il resto dell’anno, con un possibile aumento dei prezzi nel 2024.
I prezzi dei metalli, invece, sono in crescita di quasi il 10% nel 2023, ma questo è dovuto a un calo dei prezzi vicino alla fine dell’anno scorso, quando il dollaro forte e le preoccupazioni per la domanda cinese hanno pesato sui prezzi. I valori delle materie prime non energetiche dovrebbero scendere del 10% quest’anno. Nel 2024 si prevede un altro calo del 3% per le commodity non energetiche, a causa della debolezza della domanda globale, aggiunge il rapporto.
Nelle sue previsioni, la Banca Mondiale ha tuttavia menzionato alcuni pericoli. Se l’offerta rimane al di sotto dell’obiettivo, la Russia e l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) potrebbero fornire meno “oro nero” del previsto. Inoltre, le condizioni finanziarie più rigide potrebbero limitare la capacità delle compagnie petrolifere e carbonifere di aumentare le forniture altrove. Si prevede inoltre che controlli più severi sui combustibili fossili scoraggino gli investimenti nel settore.
La domanda cinese è poi sconosciuta, anche se la banca suggerisce che una ripresa economica potrebbe essere guidata dal settore immobiliare piuttosto che dai servizi, il che sarebbe adatto a materie prime come l’alluminio e il rame.
In Europa, permangono le preoccupazioni per le scorte di gas del prossimo inverno e le incertezze sulla Black Sea Grain Initiative. Inoltre, i timori di un clima irregolare potrebbero far lievitare i costi nel continente. Infine, l’inasprimento delle condizioni di credito e le tensioni geopolitiche sono altri rischi che potrebbero avere un impatto sui mercati globali delle materie prime nel 2023, si legge nel rapporto.