K metro 0 – Agenzia Nova – New York – L’economia globale è chiamata ad affrontare una nuova era caratterizzata da tendenza demografica negativa, pressione inflazionistica perdurante e instabilità finanziaria. Lo si legge nell’ultimo rapporto della Banca mondiale, che stima al 2,2 per cento la crescita media dell’economia globale nel resto di questo decennio: si
K metro 0 – Agenzia Nova – New York – L’economia globale è chiamata ad affrontare una nuova era caratterizzata da tendenza demografica negativa, pressione inflazionistica perdurante e instabilità finanziaria. Lo si legge nell’ultimo rapporto della Banca mondiale, che stima al 2,2 per cento la crescita media dell’economia globale nel resto di questo decennio: si tratterebbe del peggior risultato da 30 anni a questa parte. Nel primo decennio del secolo, infatti, la crescita media mondiale è stata del 3,5 per cento, mentre nel decennio scorso si è attestata intorno al 2,6 per cento. Quello che si concluderà nel 2030, secondo l’istituto, potrebbe dunque essere un “decennio perso”, “non solo per alcuni Paesi o regioni, come accaduto in passato, ma per il mondo intero”.
Tra le ragioni elencate vi sono anche gli effetti perduranti della pandemia di Covid-19 e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, fattori destinati a ripercuotersi sulla produttività, sul commercio internazionale e sulla crescita della forza lavoro. Secondo Ayhan Kose, economista capo della Banca mondiale che ha presentato il rapporto alla stampa, il calo economico avrà a sua volta conseguenze sulle capacità dei singoli Paesi di contribuire a obiettivi condivisi quali la lotta alla povertà, il contrasto dei cambiamenti climatici, la creazione di nuovi posti di lavoro. A peggiorare ulteriormente le cose sono anche potenziali rischi quali quello di una crisi del sistema bancario. “Il rallentamento che stiamo descrivendo potrebbe essere molto più grave se scoppiasse un’altra crisi finanziaria, specialmente se questa fosse accompagnata da una recessione globale”, ha commentato Kose. D’altra parte, sottolinea l’istituto, vi sono politiche che potrebbero invece aumentare il potenziale di crescita dell’economia mondiale: fra queste, la riduzione dei costi commerciali e l’incremento della forza lavoro.