K metro 0 – Roma – Se ne parla da quasi vent’anni, e ora finalmente appare più che una possibilità. Il museo della Shoah “è presente in tutte le grandi capitali d’Europa e mi sembrava doveroso che si realizzasse anche nel nostro Paese”, così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, all’uscita da palazzo Chigi dopo
K metro 0 – Roma – Se ne parla da quasi vent’anni, e ora finalmente appare più che una possibilità. Il museo della Shoah “è presente in tutte le grandi capitali d’Europa e mi sembrava doveroso che si realizzasse anche nel nostro Paese”, così il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, all’uscita da palazzo Chigi dopo l’approvazione del disegno di legge per l’istituzione del museo nazionale della Shoah a Roma con 10 milioni di euro nel triennio 2022-2025.
“In appena tre mesi siamo riusciti a predisporre il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri. Continua l’impegno del ministero della Cultura per tenere viva la memoria delle vittime dell’Olocausto”. Soddisfatta Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma: “Voglio esprimere il mio ringraziamento per la concreta attenzione al tema della memoria. Il sostegno affinché Roma abbia finalmente un museo della Shoah speriamo rappresenti un impulso per risposte definitive sulla sua realizzazione, che auspichiamo sia celere. Servono tempi certi e scelte realizzabili in tempi brevi per garantire un museo come tutte le grandi capitali europee”.
Una storia durata vent’anni, dall’annuncio a oggi, a partire dal progetto di Luca Zevi per un’area a Villa Torlonia, a via Nomentana. L’idea iniziale di costruire a Roma un museo dedicato alla memoria dell’Olocausto nasce nel lontano 1997. Ma è Walter Veltroni, nel 2005, da sindaco, ad annunciare per l’anno successivo l’avvio dei lavori. In quell’occasione il Campidoglio acquisisce un’area di Villa Torlonia, proprio vicino all’allora residenza di Benito Mussolini: una scelta dal forte valore storico e simbolico. Nel 2013 viene pubblicata una procedura aperta per l’affidamento dell’appalto, e partecipano 24 società. Nell’agosto del 2014 si parla di spostare tutto all’Eur, ma nel 2015 viene firmata la determina per Villa Torlonia. Nel 2016 l’iter è rallentato da una serie di ricorsi, ma già a settembre la sindaca Virginia Raggi annuncia che il progetto sarebbe partito a breve. A fine 2019 l’architetto Zevi parla di iter amministrativo praticamente concluso, ma poi scoppia l’emergenza Covid e l’Italia va in lockdown. Nell’estate del 2020 le cronache riportano alcune dichiarazioni dell’architetto Zevi, ottimista sulla procedura amministrativa e sulle osservazioni dei vigili del fuoco. Alla metà di settembre del 2021 viene avviato il cantiere, con la posa della prima pietra. Ora un nuovo capitolo. E si spera sia il definitivo.