K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – Ignorando le richieste dei mercati – alla luce dei problemi degli ultimi giorni nel settore bancario – il consiglio direttivo della Bce ha deciso (come anticipato nella riunione di gennaio) di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Una mossa – si
K metro 0 – Adnkronos – Bruxelles – Ignorando le richieste dei mercati – alla luce dei problemi degli ultimi giorni nel settore bancario – il consiglio direttivo della Bce ha deciso (come anticipato nella riunione di gennaio) di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Una mossa – si spiega – dettata dalla considerazione che “l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”.
Ma la Bce questa volta non fornisce indicazioni sugli eventuali rialzi futuri ribadendo come “l’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria”.
In base alla decisione odierna, pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,50%, al 3,75% e al 3,00%, con effetto dal prossimo 22 marzo.
Il Consiglio direttivo ricorda di essere “pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria”. La Bce – si sottolinea – “dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza”.
Sul fronte asset, viene confermata la riduzione del bilancio Bce con un portafoglio del programma di acquisto di attività (il cosiddetto quantitative easing) che “si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo”.