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Nord Stream: secondo un rapporto tedesco i responsabili sarebbero ucraini

Nord Stream: secondo un rapporto tedesco i responsabili sarebbero ucraini

K metro 0 – Berlino – Un capitano, due sommozzatori, due assistenti subacquei e un medico avrebbero sabotato il gasdotto Nord Stream, noleggiando uno yacht da Rostock, in Germania, e piazzato esplosivi sui tubi nel Mar Baltico. Secondo il rapporto di ARD, SWR e Zeit, dunque, una società in Polonia, probabilmente di proprietà di due

K metro 0 – Berlino – Un capitano, due sommozzatori, due assistenti subacquei e un medico avrebbero sabotato il gasdotto Nord Stream, noleggiando uno yacht da Rostock, in Germania, e piazzato esplosivi sui tubi nel Mar Baltico.

Secondo il rapporto di ARD, SWR e Zeit, dunque, una società in Polonia, probabilmente di proprietà di due ucraini, avrebbe affittato lo yacht. I sei membri del commando, a loro volta, viaggiavano con passaporti falsi, dunque la loro vera nazionalità non è nota. Lo yacht sarebbe un Bavaria C50; anche “Der Spiegel” aveva riferito di una barca a vela lunga più di 15 metri con un motore diesel, con spazio per un massimo di undici persone.

A gennaio, il procuratore generale aveva fatto esaminare una nave alla ricerca di esplosivi. Secondo le ricerche dei media, dietro l’atto di sabotaggio potrebbe esserci dunque un gruppo filo-ucraino. Eppure ci sono enormi dubbi al riguardo. “Non si può organizzare una cosa del genere con un piccolo gruppo”, ha dichiarato Göran Swistek, esperto di sicurezza marittima dell’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza (Stiftung Wissenschaft und Politik), alla testata ZDF. Un’azione di sabotaggio di questo tipo richiede “anni, mesi di preparazione”, competenze e risorse. Oltre al noleggio dello yacht e ai passaporti falsificati a regola d’arte, c’è anche la questione delle bombe fatte esplodere sott’acqua e della quantità di esplosivo.

A settembre gli investigatori hanno difatti stimato che il livello di distruzione delle condutture richiedeva 500 chilogrammi di TNT o di esplosivi di effetto analogo. Esplosivi acquistabili in tale quantità solo sul mercato nero o grazie al sostegno di un’organizzazione più grande, uno Stato.

Anche il politico della CDU Roderich Kiesewetter ha dichiarato alla ZDF: “Uno yacht non è sufficiente, devono essere state diverse navi”. Entrambe le valutazioni sono comunque valide riguarda il gruppo di sei sabotatori, perché essi potrebbe anche aver partecipato a un’operazione più ampia. Per ora si tratta solo di speculazioni, dunque.

Possibile poi che il sabotaggio sia passato inosservato? Si dice che la nave sia partita da Rostock il 6 settembre, il 26 settembre poi le tubature sono esplose. Secondo Göran Swistek, solo per posizionare gli esplosivi e i detonatori sono necessarie diverse complicate immersioni: “Bisogna scendere, portare il materiale, fare il lavoro in profondità e risalire”. Per evitare il mal di mare, la risalita richiede diverse ore.

Una nuova pista porterebbe dunque all’Ucraina, secondo gli investigatori. Kiev nega tuttavia qualsiasi coinvolgimento nel caso, Mosca si sente vendicata e le voci del governo tedesco invitano alla cautela. Un testimone oculare a Wiek, sull’isola di Rügen, ha anche detto a ZDF Frontal di aver osservato un gruppo di sei persone – cinque uomini e una donna – al porto a settembre che non parlavano tedesco.

Intanto la polizia danese ha perquisito l’isola di Christiansö nel Mar Baltico alla ricerca di uno yacht che secondo i media potrebbe essere stato utilizzato per sabotare il Nord Stream. Si tratta di uno yacht che ha ormeggiato sull’isola lo scorso settembre e che faceva parte dell’equipaggio, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters il capo dell’autorità dell’isola, Soren Thiim Andersen.

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