K metro 0 – Wellington – In Nuova Zelanda un uomo è comparso ieri presso il tribunale distrettuale di Hamilton, nel nord del Paese, con quattro accuse; due di possesso di materiale discutibile sul piano morale e penale, una di distribuzione di quel materiale e un’altra di minacce di uccidere il personale di Youthline, una linea telefonica
K metro 0 – Wellington – In Nuova Zelanda un uomo è comparso ieri presso il tribunale distrettuale di Hamilton, nel nord del Paese, con quattro accuse; due di possesso di materiale discutibile sul piano morale e penale, una di distribuzione di quel materiale e un’altra di minacce di uccidere il personale di Youthline, una linea telefonica di assistenza nazionale per i giovani, informa la testata neozelandese www.nzherald.co.nz
Si tratta di Nugi Reeves, un uomo di 24 anni che un rapporto steso prima della sentenza del tribunale ha definito un “giovane che ha una serie di problemi complessi“. E’ finito alla sbarra a conclusione di un’indagine in cui si è scoperto che aveva distribuito copie del video delle riprese della moschea di Christchurch, la città sudorientale della Nuova Zelanda che fu teatro, a marzo 2019, delle due sparatorie contro fedeli musulmani – ad opera dell’estremista di destra australiano Brenton Tarrant – che causarono la morte di oltre 50 persone e il ferimento di altrettante. A giugno dell’anno scorso, Reeves aveva chiamato Youthline lasciando messaggi “allarmanti”, secondo i quali avrebbe presto “ucciso esseri umani”: aggiungendo che era interessato a replicare una sparatoria di massa in Nuova Zelanda e che aveva libero accesso alle armi necessarie.
Tutto questo, a giugno scorso, ha portato la polizia a casa del giovane, dove gli agenti hanno scoperto due diversi video della sparatoria di Christchurch e trovato il suo cellulare, utilizzato per inviare i messaggi. Gli agenti hanno sequestrato il suo computer, insieme a una pistola e proiettili. Un’analisi del suo disco rigido ha rivelato registrazioni, una degli attacchi di Christchurch del 2019 e una copia dell’Anarchist Cookbook, (un libro del 1971, opera dello scrittore anglosassone William Powell, di protesta contro il coinvolgimento degli USA nella guerra del Vietnam, che contiene istruzioni per la fabbricazione di esplosivi, rudimentali dispositivi di telecomunicazione e altri oggetti). È stata trovata anche una copia del primo video del killer di Christchurch, che fu trasmesso in live streaming.
Interrogato dalla polizia, Reeves ha rivelato di “idolatrare i responsabili delle sparatorie di massa”, e che “se avesse avuto i mezzi, avrebbe agito”. È stato arrestato e da allora è in custodia giudiziale, e ritenuto persona “a rischio estremo”. Il giudice Clark ha detto che c’era, nel programma di Reeves, il “riferimento a pensieri omicidi espressi”, insieme a un’ideologia violenta estrema, e al rischio di danni gravi anche per sé stesso. Il rapporto sulla psicologia del giovane che abbiamo citato prima raccomandava per lui il carcere: proprio come chiesto dal procuratore Danielle Young, che ha affermato che il comportamento di Reeves può essere definito solo” come promozione e glorificazione della sparatoria alla moschea di Christchurch”. Tuttavia, l’avvocato di Reeves, James Buckle, ha affermato che sebbene il suo cliente avesse ideologie, non erano rilevanti per la sparatoria alla moschea. “Il suo interesse sembra riguardare il comportamento piuttosto che l’ideologia“, ha detto; aggiungendo che Reeves aveva l’autismo, il che significava che lottava per “articolare e comprendere segnali emotivi o sociali e altre norme”. Tutto ciò, “combinato con vari altri fattori che lo hanno portato nella tana del coniglio, lo ha reso più portato a questo tipo di comportamento”. Al tempo delle uccisioni di Cristchurch, poi, Reeves aveva solo 19 anni, non aveva precedenti condanne, si era ricollegato alla sua fede musulmana e stava leggendo il Corano in prigione, cosa che gli aveva dato la pace.
“Il risultato che sarà più utile per il signor Reeves, e per la società in generale, sarà una condanna riabilitativa”, ha preannunciato il giudice Clark ieri in tribunale: prospettando, per Reeves, un “punto di partenza” di 24 mesi di prigione. Ha applicato però sconti di pena per la sua ammissione di colpevolezza, la giovane età e i problemi di salute mentale, arrivando a 11 mesi. Dato che l’uomo ha già trascorso nove mesi in custodia ed ora ha quasi 23anni, senza altri precedenti penali, Clark ha optato per una condanna a 6 mesi di detenzione domiciliare.
Il giovane è stato anche avvertito che sarà monitorato giudiziariamente. “Se ci sono problemi o preoccupazioni, allora potremmo rivederci, signor Reeves”, ha concluso il giudice Clark.